10. 𝑷𝒓𝒆𝒏𝒅𝒆𝒓𝒆 𝒍𝒆 𝒔𝒖𝒆 𝒄𝒐𝒔𝒆 𝒆 𝒑𝒐𝒊 𝒑𝒂𝒓𝒕𝒊𝒓𝒆

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Victoria

𝘓𝘦 𝘤𝘰𝘴𝘦 𝘳𝘢𝘳𝘦
𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘭𝘦 𝘱𝘪𝘶̀ 𝘣𝘦𝘭𝘭𝘦.
𝘚𝘪 𝘧𝘢𝘯𝘯𝘰 𝘢𝘵𝘵𝘦𝘯𝘥𝘦𝘳𝘦
𝘤𝘰𝘴𝘪́ 𝘭𝘢 𝘷𝘰𝘨𝘭𝘪𝘢 𝘥𝘪 𝘷𝘪𝘷𝘦𝘳𝘭𝘦
𝘢𝘶𝘮𝘦𝘯𝘵𝘢 𝘴𝘦𝘮𝘱𝘳𝘦 𝘱𝘪𝘶̀.
𝒜𝓊𝓇ℴ𝓇𝒶𝓃ℯ𝓈𝓀𝒾𝓃, 𝓃ℴ𝓉𝒶 𝓋ℯ𝓃𝓉𝓊𝓃ℴ.

<<prometti che mi chiamerai tutti i giorni>> disse Thomas quando arrivammo all'aeroporto.
Il mio volo sarebbe partito da lì a mezz'ora.
<<si ti chiamerò tutti i giorni, forse>>
Mi guardò con disapprovazione, fece altre raccomandazioni e mi diede un abbraccio fortissimo.
Quando finalmente lo convinsi che non avrei cambiato idea si decise a lasciarmi andare.
Entrai andando subito diretta al gate per attendere Damiano, che poco dopo si palesò dietro di me.
<<Pronta bestiolina?>> La sua voce si disperse fra i miei capelli, il suo respiro sbatté sul mio collo e la sua mano andò a stringermi il fianco da sotto la giacca.
Mi voltai verso di lui, vestiva in tuta, con degli occhiali da sole di Gucci ed un profumo che non riconobbi subito.
<<a farti da babysitter?>> replicai
Lo guardai negli occhi, e mi avvicinai alla sua bocca per sussurrare sulle sue labbra.
<<ma certo>>
Fatto il check-in delle valige andammo al suo jet privato in attesa di partire.
C'erano varie poltrone su cui sedere, un tavolino con dei calici riempiti di champagne e un frigobar. Da qualche parte c'era anche un bagno ed una camera da letto, stando a ciò che diceva Damiano.
<<siete pregati di allacciare le cinture>>
Mi accomodai vicino al finestrino su una poltrona isolata dalle altre.
Su questo aereo c'eravamo solo io, Damiano, il comandante e una hostess.
Restai per la maggior parte del tempo a guardare fuori o ad organizzare gli eventi che avremmo avuto nei giorni seguenti per essere certa che tutto fosse al suo posto.
Avevo la casella di posta di Damiano, perciò controllai anche le sue mail e risposi segnandomi i vari appuntamenti.
Quando non ebbi più nulla da fare, scelsi di vedere una serie che avevo precedentemente scaricato su Netflix.
Mi sarei anche addormentata se non fosse stato per dei rumori che provenivano dalla camera da letto.
<<Damiano, tutto ok?>>chiesi.
Non ottenni riposta perciò, controvoglia, mi alzai e bussai alla porta. Chiamai il suo nome altre volte ma nessuna di queste fu sufficiente.
Aprii e davanti a me prese forma una scena che mai avrei pensato di dover vedere.
Damiano era in piedi, appoggiato ad una specie di scrivania senza pantaloni.
Teneva l'hostess in braccio che a sua volta aveva la gonna alzata e le mutandine sulle caviglie.
Stavano facendo sesso.
Ero allibita.
Si accorse di me qualche secondo dopo ed anziché smettere, mi guardò negli occhi e scoccò delle spinte più forti alla ragazza.
Richiusi immediatamente e tornai dov'ero.
'come ho fatto ad andare a letto con lui?' Fu l'unica cosa che riuscii a pensare.

Dodici, lunghissime, ore dopo, eravamo atterrati a New York.
I grattaceli erano immensi e del tutto illuminati.
C'erano pub ovunque la cui musica era così alta da mischiarsi al traffico.
L'hotel non era distante, in soli dieci minuti eravamo già diretti nelle nostre stanze.
Le porte del l'ascensore mi si aprirono di fronte . <<questo, mia cara bestiolina, è il nostro attico>>
Davanti a me prese forma un enorme vetrata che dava la vista su tutta la città.
La luna splendeva nel cielo contornata da stelle, il nostro piano era così alto che le macchine sulla strada sembravano piccolissime.
A destra c'era un arco che portava in cucina, il salone era munito di due divani banchi di pelle, a terra c'era un gigante tappeto peloso nero.
Sulla sinistra, sotto la scalinata in marmo, c'erano due poltrone, una maculata ed una color caffè, insieme formavano una specie di angolo lettura.
I muri erano spogli ma li avrei riempiti con qualcosa, ne ero certa.
<<è bello vero?>>
<<dire che è bello è un eufemismo, è stupendo>>
<<va su a scegliere la tua camera>>
Gli diedi ascolto, salii le scale ed arrivata in cima trovati diverse porte.

Alla fine optai per la stanza con la vasca nella zona notte ed anche la doccia in bagno.
<<ero certo che avresti scelto questa>>
Damiano era fermo sullo stipite, studiava me e lo spazio circostante.
<<ti ho portato le valige, così puoi iniziare a disfarle. Domani abbiamo la giornata libera vero?>>
<<si..si...io... io ho pensato che volessi riposare, solo la sera avrai una cena con i tuoi compagni di squadra>>
Erano le quattro del mattino, ma per noi era come se fosse sera.
Damiano era stato bravo a scegliere il volo.
<<vuoi qualcosa da mangiare?>> domandò entrando
<<no, sto a posto così grazie>>
<<ah no?>> fece una pausa effetto e si fermò dietro di me, mi cinse la vita con entrambe le braccia. Posò la sua testa sulla mia spalla ed inspirò a fondo in mio profumo. <<sicura di non avere fame? nemmeno dopo il viaggio?>> continuò malizioso.
Le guance mi avvamparono tingendosi di rosso, le sue dita scesero fino all'elastico delle mie mutandine ed una forte scia di calore si propagò fino alla mia intimità.
Solo per un istante mi dimenticai di ciò che avevo visto ore prima. Riacquista lucidità mi staccai.
<<mi credi così disperata?>>
<<in realtà, preferirei crederti mia>> ripose senza giri di parole.
<<ho visto quello che hai fatto con l'hostess>> rivelai
<<lo so bestiolina, ti ho vista, non si fa sai? non è bene spiare le persone>>
<<non ti ho spiato, pensavo stessi male, sentivo dei rumori>> mi difesi 
<<oh stavo più che bene credimi, anche se devo ammettere che tu sei la mia preferita vicky>>
<<preferita?>> Dove stesse andando a parare era un mistero.
<<sono andato a letto con molte ragazze, conosco a memoria i corpi femminili, eppure tu sei così diversa da sembrarmi nuova>> disse esplicito, senza giri di parole.
Damiano mi sapeva sorprendere molto facilmente, era un bel ragazzo, molto sfrontato eppure ero certa che fosse anche molto intelligente, più di quanto volesse dimostrare.
Le sue parole, pronunciate in un contesto diverso, avrebbero potuto scaldare il cuore della vic adolescente che cercava qualcuno che la amasse e che la facesse sentire desiderata. Purtroppo o per fortuna io sono una donna, con un passato fin troppo presente, che non si fa abbindolare da queste cose.
<<tutto qui? Solo 'nuova'?>>
Andai a recuperare la valigia che aveva lasciato vicino alla porta e l'appoggiai sul letto per sistemare le cose.
<<quindi? Starai qui per tutta la notte?>> domandai vedendo che mi guardava con occhi socchiusi.
<<si, mi metterò qui e...>> disse mentre si lanciava sul mio letto <<imparerò a cogliere qualche tuo dettaglio per conoscerti meglio>>
<<conoscermi?>>
<<si, sei piuttosto interessate Vic De Angelis>>

ᴛʜᴇ ʟᴏɴᴇʟɪᴇsᴛ |damoria|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora