Victoria
𝘓'𝘢𝘯𝘪𝘮𝘢 𝘭𝘪𝘣𝘦𝘳𝘢 𝘦̀ 𝘳𝘢𝘳𝘢,
𝘮𝘢 𝘲𝘶𝘢𝘯𝘥𝘰 𝘭𝘢 𝘷𝘦𝘥𝘪
𝘭𝘢 𝘳𝘪𝘤𝘰𝘯𝘰𝘴𝘤𝘪,
𝘴𝘰𝘱𝘳𝘢𝘵𝘵𝘶𝘵𝘵𝘰
𝘱𝘦𝘳𝘤𝘩𝘦̀ 𝘱𝘳𝘰𝘷𝘪 𝘶𝘯 𝘴𝘦𝘯𝘴𝘰 𝘥𝘪 𝘣𝘦𝘯𝘦𝘴𝘴𝘦𝘳𝘦
𝘲𝘶𝘢𝘯𝘥𝘰 𝘨𝘭𝘪 𝘴𝘦𝘪 𝘷𝘪𝘤𝘪𝘯𝘰
𝒞𝒽𝒶𝓇𝓁ℯ𝓈 ℬ𝓊𝓀ℴ𝓌𝓈𝓀𝒾Restai a guardare quel ragazzo incantata senza mai pensare di mollare la sua mano.
Nemmeno per tutto l'oro del mondo avrei voluto interrompere quel contatto.
Fu così finché non vidi i suoi occhi.
Una frazione di secondo in cui lèssi cupidigia e tristezza, una di quelle tristezze che portano dolori profondi, di quelli che rimangono attaccati all'anima e cercano ogni giorno di tirarti a fondo, giù, giù, sempre più giù.
Mi spaventai e ritrassi in fretta la mano poiché in quegli occhi c'erano tutte le mie paure.
<<vedo che hai già conosciuto Damiano>>
Una voce interruppe tutti i miei pensieri, mi voltai a destra e vidi una magnifica donna con i capelli scuri e ricci. Gli occhi di un marrone caldo e confortante, era alta, bellissima, con un sorriso che fece scivolare via tutta la voglia di scappare che mi aveva assalito pochi istanti prima.
<<Io sono Rossella, la proprietaria di casa. Mi dispiace che mio marito non sia qui, purtroppo ha avuto un impegno all'ultimo minuto. Ci tenevo che incontrassi la famiglia al completo per avere un quadro generale dell'ambiente in cui lavorerai, nel caso tu non abbia cambiato idea vedendo le dimensioni della casa>>
Quella la definiva casa? Ed io che pensavo di essere una persona eccentrica. Quella era una villa a tutti gli effetti niente più e niente meno.
Decisi comunque di essere cordiale e mi presentai, senza però stringerle la mano.
<<dunque Victoria, quanti anni hai?>>
Mentre poneva questa domanda mi fece segno di accomodarmi nuovamente, lei si mise al mio fianco e Damiano scomparve come non fosse mai stato presente.
Mi ritrovai a cercarlo con lo sguardo, eppure non lo vidi.
<<ho ventidue anni, frequento l'università qui a Trastevere>>
<<che facoltà?>>
<<I corsi che seguo riguardano per lo più la letteratura a livello Europeo, ma studio anche Storia dell'arte e dei corsi extracurricolari>>
<<sei una secchiona allora>> Ecco che ricomparve il figlio con una felpa e la palla da basket sotto braccio.
Si fermò davanti a me facendo vagare lo sguardo su tutta la mia figura.
Sentii un leggero brivido lungo la spina dorsale quando arrivò all'altezza del seno.
Può darsi che avesse notato che non indossavo l'intimo, si soffermò su quella zona a lungo riuscendo a mettermi a disagio.
Non era mai successo prima. Sono sempre stata una ragazza disinibita, sicura di se e coraggiosa. Eppure in lui c'era quel qualcosa che mi faceva sentire tanto forte quanto debole.
<<n..no io non mi definirei una secchiona, sono fortunata perchè mi interessano particolarmente le materie che studio>>
<<scusalo, non voleva essere scortese. È molto ammirevole la tua dedizione>>
Abbassai il capo annuendo, sentendomi quasi una stupida senza motivo.
<<hai un bel nome, spero di poterti chiamare con un diminutivo più avanti>>
perché dava per scontato che accettassi il lavoro? nemmeno sapevo di cosa dovessi occuparmi con certezza.
<<dunque passiamo alla parte più seria, so che l'annuncio chiedeva per qualcuno che si occupasse delle pulizie, la realtà è che servirebbe più una domestica. Vedendo quanto studi e la tua giovinezza, non credo sia il lavoro più adatto a te. Hai qualche altra informazione da darmi così che possa fornirti un altro lavoro? c'è bisogno di molto aiuto in questa famiglia.>>
Per tutto il tempo l'ascoltai lanciando qualche occhiata a Damiano che ora se ne stava seduto a terra sulla sua palla, sempre con gli occhi fissi nei miei.
<<be l'università che frequento è l'American University, perciò sono brava in inglese e potrei dare ripetizioni, ma per il resto non sono una brava cuoca quindi non potrei occuparmi dei pasti o questo genere di cose. Mio papà ha una sua azienda e quando vivevo con lui lo aiutavo con i conti...potrei fare da segretaria se ce ne fosse bisogno. Non saprei però che altro proporre.>>
<<tranquilla ho appena trovato il lavoro perfetto!>> esclamò Rossella entusiasta.
<<ovvero??>> domandammo io e suo figlio all'unisono.
<<Be Victoria, devi sapere che, Damiano, è un giocatore di basket molto bravo. A gennaio entrerà in una squadra americana importante e avrò bisogno di qualcuno che lo segua e che organizzi i suoi impegni. Inoltre, so che L'American University qui a Roma ha un altra sede a New York ed indovina un po'... la sede ufficiale della squadra si trova lì.>>
<<mamma stai chiedendo ad una sconosciuta di venire con me a New York e a lasciare tutta la vita che ha qui, per me?! solo una pazza accetterebbe.>> rispose il figlio anticipandomi.
<<si io credo che dovrei almeno pensarci>> aggiunsi.
Cazzo.
<<Certo Victoria, è assolutamente plausible essere titubante difronte ad una richiesta di questo tipo. Avrai tempo per pensarci, però non posso attendere aldilà di una settimana. Se tu non potrai dovrò per forza chiamare qualcun altro. Gennaio si avvicina. Puoi avere però la mia parola che sistemeremo tutto noi. Pagherò la tua iscrizione, l'alloggio, il materiale che ti servirà per appuntare tutti gli impegni, gli studi li metteremo a carico nostro ed avrai uno stupendo minimo di tremila euro mensili.>>
tre mila EURO?!?!? per scrivermi due stronzate per suo figlio?
<<di quanto tempo parliamo? due mesi? tre mesi? io sto iniziando la sessione invernale>>
<<c'è da vedere quando avrai dei tempi di pausa. il calendario delle partite primaverili non ci è ancora stato dato...>>
<<di questo mi occuperò io allora... potrei ritardare alcuni esami e darli quando non ci saranno partite previste>>
<<sarebbe magnifico!!>>
<<stai accettando??>> domandò Damiano uscendo dal suo mutismo selettivo.
<<entro fine settimana vi farò sapere, ho molte cose da sistemare, devo parlarne con la mia famiglia>>
<<sarai la nostra benedizione me lo sento!>>
Non so cosa intendesse Rossella con questa frase, non fui neanche certa di volerlo sapere.
Quando mi accompagnò fuori disse che se avessi accettato ne sarebbe stata felicissima e che avrei dovuto dare lezioni di inglese a suo figlio poiché non era una materia in cui era particolarmente portato.Una volta a casa trovai Thomas davanti alla televisione con una ciotola di pop corn e un film strappa lacrime in corso.
<<allora? com'è andato il colloquio?>> domandò andando diretto al punto
<<non ci crederai mai!>>
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ᴛʜᴇ ʟᴏɴᴇʟɪᴇsᴛ |damoria|
FanficVidi una lacrima. Se ne stava tutta sola in un deserto arido da tempo. Accostai il palmo della mano alla sua guancia e raccolsi quella porzione di cielo. La tempesta richiamata si ripresentò all'interno delle sue pupille. Una grandine di lacrime ca...