16. 𝑳𝒆 𝒓𝒊𝒄𝒐𝒑𝒓𝒆 𝒍𝒂 𝒔𝒕𝒓𝒂𝒅𝒂 𝒅𝒊 𝒎𝒊𝒏𝒆

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Victoria

<<Damiano David si avvicina al canestro, supera Marinson e... SEGNAAA!>>
I tifosi si alzarono in piedi, batterono le mani e urlarono complimenti. Damiano si unì ai compagni di squadra ed insieme gioirono urlando.
Il romano che era in lui gridò un sonoro "dajeeeee" che nessuno comprese se non io e lui.
Finalmente la partita si era conclusa. A quel punto saremmo andati a casa ed io sperai che la sua felicità persistette fino a che non sarebbe andato a dormire, se lo meritava.
<<vic! Come here!>> "vieni qui" mi gridò Parker dal campo. Gli feci segno di no, sarebbe stato troppo imbarazzante essere l'unica ragazza in mezzo a tutti quei giganti sudati con un mucchio di persone a guardarci.
Ovviamente però l'ego maschile non accetta rifiuti così corsero a prendermi e mi caricarono sulle spalle, lanciandomi poi in braccio a Dam.
<<allora bestiolina, sono o no il migliore giocatore di basket di sempre?>>
<<ei bello, non darti troppe arie, qui la queen so io>>
Mi schioccò una bacio sulla guancia per poi dirigersi con me negli spogliatoi. Chiese ai ragazzi di rimanere fuori un secondo e mentre chiuse la porta io domandai se si fosse divertito.
<<si é stata na figata, il numero venti voleva rubarmi la palla ma gliel'ho fottuta da sotto il naso>> continuò a dire una serie di cose a cui io non prestai più attenzione poiché si stava togliendo i vestiti per fare la doccia. Tutti i suoi splendidi tatuaggi spuntarono fuori come fossero una seconda pelle che faceva da scudo. Li avevo contati tutti mentre lui riposava. Li ricordavo a memoria.
<<vic mi ascolti?>> si voltò verso di me dopo aver acceso l'acqua.
<< sinceramente? No>>
Si finse offeso mai poi riprese a parlare come se nulla fosse successo. Almeno così credevo.
<<senti vic, so che potresti essere confusa per come mi comporto con te, anche visto ciò che ho fatto prima in van... ma ... la realtà é che vorrei avere una spiegazione che non sia banale ma l'unica che mi viene in mente è che sei troppo... troppo e basta in tutto.>> era bizzarro vederlo parlare seriamente mentre si insaponava nudo sotto la doccia. Feci appello a tutta la mia concentrazione per captare ogni parola.
<<sono... troppo?>> ripetei confusa
<<certo sei tipo una bomba... non in senso estetico, cioè anche, ma intendo che sei un uragano, ti notano tutti, non passeresti inosservata nemmeno se fossi trasparente>>
<<é un complimento?>>
<<dipende, a volta questa cosa mi fa innervosire>>
<<quindi tu non sai perché ti comporti in un determinato modo con me perché sono una bomba che a volte ti da fastidio? Ho capito bene?>>
<<sembro uno scemo vero?>>
<<no lo sei e basta ma mi piaci così >> risposi senza pensare.
Lo vidi sorridere e mi piacque, sarei andata a fare la doccia con lui se non ci fosse stata una mandria di ragazzi sudati dietro la porta.
Uscii e lo aspettai fuori e nel mentre andai a bere un caffè al bar. Ci stavo facendo l'abitudine a stare a New York, mi stavo adattando a vedere grattacieli ad ogni risveglio, mi stavo abituando alle colazioni in compagnia di Damiano, ai suoi vestiti sempre in ordine ed alle sue sgridate se lasciavo le cose in giro mi piaceva davvero tanto. Li non c'era la mamma, non c'era mia sorella, mio papà,  ne il Colosseo che ogni giorno volevo vedere per immaginare di sentire la nonna che da piccola mi aveva spiegato la storia di ogni singolo monumento di Roma per miliardi di volte.
Mi mancava Thomas, approfittai per scrivergli, da lui era quasi mattina, a breve mi avrebbe risposto, se non si fosse vegliato a mezzogiorno.
Li su due piedi decisi anche di lasciare l'università. L'idea di tornare sui libri mi dava il voltastomaco.
Quando la squadra arrivò fui la prima a proporre di andare a festeggiare. Quei bei fusti avevano bisogno di un po' di alcool per essere ancora più abbordabili.

Tra la musica a palla, la gonna che mi saliva sulle cosce, l'odore di erba e sigaretta che sapevo mi sarebbe rimasto addosso fino alla mattina seguente, mi sentii a casa. In tutto quel frastuono io ero in pace. Jackson e Tyler erano già completamente ubriachi dopo due bicchieri di vodka -rigorosamente bevuti alla goccia-. Parker ballava sul cubo ed io stavo in mezzo alla mischia, proprio sotto di lui. Mi porse la mano ed allora salii a fargli compagnia. Tra un movimento e l'altro sorseggiavo il mio drink. Da là vedevo tutta la pista da ballo con l'enorme palla sospesavi al centro. In un attimo i miei occhi catturarono i suoi e fu magia. Avete presente quando nei film tutto comincia ad andare a rallentatore, quando puntualmente viene usata la battuta "c'eravamo solo io e lui" , era così... In quel momento capii che era vero, ma non andava in slow motion. Damiano mi tirò giù, mi prese al volo ed una volta intrappolatami tra lui ed il muro cominciò a parlare. Il suo sterno premeva sul mio seno, aveva infilato una gamba tra le mie e premeva sulla mia zona intima. Aveva l'alito che puzzava di rum e fumo.
<< bestiolina...>> cominciò biasciando <<stasera sei bella come sempre>> si mise a ridere e mi strinse il braccio <<ma non mi farò fottere ancora dalle tue curve sexy e dal tuo cuore schifosamente pieno d'amore>> soffiò sulle mie labbra.
Non ebbi subito coscienza delle sue parole, dovetti ragionarvi un po' sopra per comprenderle.
<<ma che dici Dam?>>
Mi fece sposare e mi avvolse le spalle per portami fuori dalla massa. Quando fummo lontani si fermò.
<<io lo so che la vuoi sostituire bestiolina>> riprese  <<ma io non la tradirò per te, non l'ho mai tradita io..>>
Parlava di Giorgia, voleva lei, credeva davvero che volessi essere il suo rimpiazzo?
<<sei ubriaco, andiamo a casa>>
Non fece in tempo a dissentire che subito iniziò a vomitare tutto ciò che aveva bevuto e mangiato nelle ultime due ore. Sudai freddo e mi sentii subito male, da quando ero piccola avevo paura del vomito e lui era lì davanti a me a farlo.
<<scusa...>>
<<non.. no... non fa... nulla>> avevo i conati di vomito a mia volta, mi sembrava surreale.

Arrivammo a casa dopo circa un ora. Dovetti fermarmi minimo cinque volte perché Damiano non la smetteva di rigettare, come aveva fatto a ridursi così?
Lo lasciai solo in bagno con un bicchiere di acqua fresca ed andai a lavarmi. Mi misi sulla poltrona davanti alla finestra con le ginocchia al petto. Damiano pensava che volessi sostituire le sua prima fidanzata vera e per la prima volta mi misi nei panni della mia matrigna... l'avevo sempre accusata di voler prendere il posto di mia madre quando in realtà lei cercava solo di far stare meglio mio padre. Io facevo lo stesso con quel bello e dannato che se ne stava a vomitare nel bagno accanto al mio. Damiano era anche luce, rendeva le mie giornate meno cupe con i suoi sorrisi. Venni a conoscenza del motivo reale, o secondario, per cui non voleva stare con me. Non avrebbe tradito Giorgia.

ᴛʜᴇ ʟᴏɴᴇʟɪᴇsᴛ |damoria|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora