Agosto 2023
Damiano𝘖𝘨𝘯𝘪 𝘷𝘰𝘭𝘵𝘢 𝘤𝘩𝘦 𝘵𝘪 𝘨𝘶𝘢𝘳𝘥𝘰
𝘭𝘢 𝘭𝘶𝘯𝘢 𝘥𝘰𝘷𝘳𝘦𝘣𝘣𝘦 𝘦𝘴𝘴𝘦𝘳𝘦 𝘨𝘦𝘭𝘰𝘴𝘢.
𝒟𝒶𝓂𝒾𝒶𝓃ℴ 𝒟𝒶𝓋𝒾𝒹<<thomas, com'è questo?>>
Era lei.
La voce della mia bestiolina risuò nelle mie orecchie riuscendo a superare la colonna sonora del negozio vintage in cui mi trovavo.
Tornato a Roma da soli due giorni per una pausa lavorativa riuscii a trovarla senza alcuno sforzo.
Erano passati sei mesi.
Sei mesi da quando l'avevo vista per l'ultima volta e ciò nonostante la mente non mi concedette di dimenticare la sua voce.
Quel giorno pioveva, il cielo versava lacrime di gioia, fu lì, a pochi passi da me. Stavamo respirando la stessa aria e Victoria nemmeno lo sapeva.
Mi avvicinai lentamente al camerino da cui sentii la sua voce, il migliore amico era dall'altro lato della sala che guardava delle camicie e lei era là da sola.
<<ho bisogno che mi tiri su la zip del vestito altrimenti non capisco se mi dona>> disse.
Mi avvicinai lentamente, sperando che fosse già girata e che non mi vedesse.
La sua reazione sarebbe potuta essere peggiore di quanto avessi voluto, non ero pronto a vederla arrabbiata con me per non averla cercata.
<<ao ci sei? Me sta a venì il torcicollo!>>
Scostai la tendina cautamente. Il cuore mi stava battendo fortissimo, volevo toccarla.
Se ne stava con la testa china ed i capelli sollevati in una mano. Tra le scapole c'era impresso il tatuaggio del crocifisso e sul fondo schiena la greca col cuore al centro.
Non feci a meno di chiedermi se qualche altro ragazzo in quei mesi l'avesse toccata, se qualcuno avesse osato guardarla silenziosamente la notte.
Presi fra le dita la cerniera e con delicatezza la tirai su, catturando con lo sguardo ogni centimetro di pelle che potevo concedermi in quel momento e per altri ancora.
Sarei restato in Italia per poco, non aveva senso riaprire una cicatrice che per lei poteva essere guarita da tempo.
Annusai il profumo dei suoi capelli, una volta giunto alla fine le lasciai un bacio sulla nuca e quando fui sul punto di uscire la sua mano prese il mio polso.
<<Damiano?>> sussurrò.
Uscii senza ascoltarla e mi nascosi tra gli appendi abiti.
La intravidi saettare fuori diversi minuti dopo con i suoi vestiti, corse dal suo amico e lo prese per la manica.
<<che c'è vi?>> domandò lui.
<<nu... nulla io.. sto.. sto bene.. possiamo...?>> non finí la domanda ma lo sguardo di Thomas fu ciò che mi rimase impresso, era terrorizzato.
Quando lei si voltò un'ultima volta, notai le lacrime agli occhi ed il respiro affannato.Victoria
Non era possibile.
Lui... Non poteva essere davvero lì, dovevo averlo immaginato.
<<come ti fa sentire questa cosa?>> chiese thom.
Dopo che l'avevo costretto a correre di corsa a casa con me, senza spiegazioni, pensò che stessi male per la cerebropatia. Gli rivelai invece che ad avermi turbata era stata l'immagine di Damiano.
Dovevo per forza averlo immaginato.
La mia salute era relativamente fuori pericolo, la guarigione non era mai certa quando si trattava di quelle malattie perciò mi ripetei che poteva essere un effetto collaterale dei farmaci. Appuntai sul telefono di chiedere alla psichiatra se fosse possibile un effetto come quello.
<<non mi fa sentire in alcun modo, non...non>> Cosa potevo rispondere?
Vederlo mi aveva turbata moltissimo ma non era negativo ciò che provavo pensandolo accanto a me, mi ripetevo che era stata solo una visione dovuta alla mia salute mentale compromessa quando la verità era che mi sarei pentita a vita di essere scappata se non l'avessi più rivisto.
<<e quando lo sarà?>> insistette.
<<che significa?>>
<<credo che lui ti faccia del bene e sinceramente sappiamo entrambi che hai fatto un profilo fake solo per sapere cosa fa.>> Aveva ragione, mi faceva bene, soprattutto al cuore.
<<se stesse con un'altra?>> Iniziai dubitare di ciò che avevamo condiviso, era passato molto da quando gli avevo confessato che lo amavo.
<<tu hai mai visto un'altra ragazza fra le sue storie di Instagram?>> domandò
<<ma che significa? Magari la tiene per se>>
<<vic... ti chiese di aspettarlo, ricordi? Voleva che restassi, sei stata tu ad andare via>>
<<credi che sia tornato perché può darmi ciò di cui prima aveva paura?>>
Fece un lungo sospiro e si mise a girare per la sala, fermatosi alla finestra mi rispose.
<<perché non glielo chiedi?>> Ripose mantenendo lo sguardo al di fuori.
<<che cosa dovrei scrivergli? "Ei bello se hai voglia di amarmi possiamo vederci oggi", ma secondo te!>> Rise <<Thomas? Perché ridi? E perché non mi guardi? Ti sto parlando!>> Ero
frustrata.
<<non credo che tu debba scrivergli, sta qua>>
<<non posso presentarmi a casa sua thom!>>
<<no infatti ci ha già pensato lui, devi solo scendere le scale o chiedergli di salirle>> ammise con un sorriso da sfrontato che avrei preso a pugni. Capii in un secondo momento ciò che disse.
Corsi alla finestra e puntai lo sguardo sotto al balcone.
Era lì. Era lì davvero.
<<oh cazzo!>> esclamai <<o CAZZO!>>
Il mio migliore amico scoppiò a ridere come un pazzo con le convulsioni. Io ero in panico e lui rideva capito?
<<dai vic scendi o ti butto giù>>
<<ma sei matto? E che gli dico?>>
<<quello che senti, solo quello che senti, nulla di più e nulla di meno>>Lo ascoltai, stavo scendendo le scale con le gambe tremolanti.
Esitai difronte al portone, mi permisi di concentrarmi su tutto ciò che provavo.
Per la prima volta sentivo un'ansia bella, un'ansia che avrei provato tutti i giorni se avesse significato vederlo per sempre.
Aprii e fu come se non l'avessi mai lasciato. Pensai che tutti quei mesi in realtà non fossero esistiti e mi diedi della sciocca per essere stata così distante da lui.
Se quel giorno non fossi andata via, può darsi che non mi sarei ammalata. Avrei potuto far sì che tutti quei mal di testa e tutti quei pensieri orribili non nascessero nemmeno.
Avrei evitato tantissime visite in ospedale, avrei risparmiato ai miei cari tutte le preoccupazioni a cui li avevo messi di fronte.
Lo guardai negli occhi. Esaminai ogni sfumatura per riconoscerne l'accesso e farmi un giro per la sua anima. Aveva un cuore così grande...
Mi venne da piangere ed allora mi concessi di essere debole di nuovo davanti a qualcuno, dopo mesi che rinchiudevo ogni emozione in cassaforte.
In un balzo gli fui addosso ed il sorriso che si fece spazio sul mio viso fu pari a quello di un bimbo la mattina di Natale, stringevo fra le braccia il regalo più bello che l'universo mi fece.
<<mi hai aspettato?>>domandò fra i miei capelli.
Sentire di nuovo la sua voce fece accendere in me l'eccitazione che in quei sei mesi avevo cercato in altri ragazzi, sperando che qualcuno avesse anche solo la metà del potere che era in grado di esercitare lui su di me.
<<ogni singolo giorno>> risposi.
<<sai che ti amo anche io?>> chiese.
Mi ridestai ed agganciando le cosce al suo bacino gli chiesi di ripetere.
<<ti amo come mi ami tu, pazientemente, silenziosamente e tanto da annullarmi>>
Non potè nemmeno immaginare quanto mi fossi annullata durante la sua assenza.
Si, io lo amavo da morire...
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ᴛʜᴇ ʟᴏɴᴇʟɪᴇsᴛ |damoria|
Hayran KurguVidi una lacrima. Se ne stava tutta sola in un deserto arido da tempo. Accostai il palmo della mano alla sua guancia e raccolsi quella porzione di cielo. La tempesta richiamata si ripresentò all'interno delle sue pupille. Una grandine di lacrime ca...