15. 𝑺𝒂𝒓𝒐̀ 𝒄𝒊𝒐̀ 𝒄𝒉𝒆 𝒓𝒆𝒔𝒑𝒊𝒓𝒊

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Victoria

La notte fu straziante, non capivo su quale parte della conversazione dovessi soffermarmi.
Damiano aveva detto sia delle cose belle che delle cose brutte. Si stava innamorando di me. Di me, io che non avevo fatto nulla di speciale se non sorridergli per cercare di far sorridere anche lui.
La sera precedente era stato il Damiano per cui a mia volta provo qualcosa. Non c'erano state provocazioni, contratti fisici con doppi fini o sguardi maliziosi. Si era mostrato privo di ogni maschera. Non l'avevo mai visto così, non avevamo mai avuto una conversazione così seria ed importante. Era stato coraggioso a mostrarmi quella parte di se, a volermi dare la possibilità di colpirlo dove più avrebbe fatto male, ma non lo feci. Può darsi che ora si aspetti che starò alle sue condizioni e forse per un po' glielo concederò, allo stesso tempo però continuerò a stargli accanto come meglio desidera. Farò in modo di essere al suo fianco quando avrà bisogno di una spalla su cui appoggiarsi o di una mano che lo accompagni. Gli starò lontana ma più vicina che mai. Prometto di amarlo in silenzio finché non smetterà di avere paura di questo sentimento.
Iniziai la mattina con questi propositi ed andai a prepararmi per la giornata.

Scesi a fare colazione aspettandomi di trovarlo al bancone col suo caffè ma di lui non c'era traccia. Preparai il caffè e le cose che mi sarebbero servite in vista della giornata in trasferta. Damiano aveva una partita da giocare quella stasera, alle undici saremmo dovuti essere in palestra per partire insieme alla squadra e recarci sul posto.
Andai in camera sua per vedere se era sveglio ma a mia sorpresa lo trovai ancora addormentato nel letto. Mi avvicinai silenziosamente eppure tutte le collane che avevo fecero rumore e lui aprì gli occhi.
<<buongiorno>> dissi sedendomi accanto a lui.
<<mmhh >>
Si stiracchiò e per sbaglio mi colpì la schiena con un ginocchio. Sussultai un po' per il dolore ma fu una cosa da niente. Lui invece si scusò ripetutamente.
<<non fa nulla davvero>> lo rassicurai. Non sembrava in imbarazzo o cose simili nonostante mi avesse aperto il suo cuore. Lo apprezzai molto perché non c'era motivo di vergognarsene.
<<ti ho preparato il caffè, vieni giù?>>
<<che ore sono?>>
<<quasi le dieci>>
<<come mai sei già sveglia?>>
<<non riuscivo a dormire>>
Annuii e si alzò in piedi sorpassandomi. Solitamente ogni mattina mi svegliava con un bacio ma ovviamente non accadde.
Fummo sul posto in orario, i suoi compagni erano quasi tutti presenti, mancava solo qualche ritardatario. Appena Jakson mi vide venne a salutarmi e mi abbracciò. Fu un po' strano dato che non credevo avessimo questo tipo di confidenza, avevamo parlato solo una volta in fin dei conti.
<<ehi bello, attento a dove metti le mani>> intervenne Damiano portando la sua mano, che prima era posata vicino al mio fondoschiena, più in alto.
Jakson non parve infastidito, al contrario, rise per la sua gelosia. La trovai inaspettata ma molto piacevole.
<<allora che mi racconti Victoria?>> chiese il giocatore prendendomi a braccetto per poi incamminarsi verso le macchinette della palestra.
<<chiamami pure vic... comunque non ho nessuna news interessante>>
<<a - a - a baby, non dirmi cavolate, ho visto i fulmini uscire dagli occhi di quel bel tatuato là infondo appena ti ho toccata, su forza spara>>
Jack era un bel ragazzo, alto, sexy e con un ciuffo biondo da paura. Era anche lui pieno di tatuaggi ma il mio cuore in quel momento aveva solo un nome stampatovi sopra. Inoltre era molto simpatico e divertente, dovetti ammettere che ci sapeva fare. Non credetti comunque che avesse intenzioni opposte all'amicizia con me. Restai a fissarlo e quando il suo sguardo non azzardò a mollarmi decisi parlare.
<<non c'è niente da sparare jack, io e Damiano siamo solo amici, non vuole una relazione con me>>
Rimase a bocca aperta.
<<vuoi dire che ti piace quindi!!>>
<<Jackson! no!>> mi affrettai a dissuaderlo da quella credenza poiché mi dava l'aria di essere un pettegolo coi fiocchi e di sicuro in meno di un ora tutta la squadra l'avrebbe saputo.
<<come no!? hai detto che non vuole stare con te>>
<<si be ma... non... non gliel'ho chiesto>>
<<che significa? hai tratto da sola le conclusioni?>>
<<si esatto, l'ho capito dai segnali... possiamo dire così>>
Raggiugnemmo gli altri dopo che mi offrì un caffè.
Scoprì che eravamo divisi in van perché il bus era in riparazione, perciò avrei dovuto scegliere con chi stare.
<<vic andiamo>> disse Damiano
<<e dove?>>
<<tu vieni con me, gli altri decideranno entro l'ora di partenza>>
Lo seguii senza troppe storie, mi piaceva stare con lui e non avevo motivo di oppormi.
Ci accomodammo sui sedili posteriori ed attendemmo che anche gli altri arrivassero.
Il viaggio fu piuttosto corto, sostammo solo una volta ad un autogrill in cui Damiano mi prese dei kinder e poi continuammo la tratta imperterriti. Ci fu solo un piccolo dettaglio che fece la differenza da un normale viaggio di gruppo.
Jakson seduto davanti a noi dormiva, Mattew guardava un film con le cuffie perciò non ci sentiva. Decisi allora di sdraiarmi ed appoggiare la testa sulle gambe di Dam.
Sorprendentemente non fece storie, credetti che mi dicesse che non era il caso anche se in realtà fece tutto il contrario. Infilò cautamente una mano sotto la mia giacca ed ancora sotto la mia maglietta fino ad essere a contatto con la mia pelle. Mi accarezzò la pancia con movimenti circolari ed incessanti. Non si era fermato nemmeno per un secondo, lo lasciai fare finché volli avere un qualcosa di più intimo ed allora mi misi seduta fra le sue gambe con la schiena al finestrino e i piedi sui sedili vuoti. Ancora una volta non gli dispiacque, con la mano sempre sotto i miei indumenti mi attirò più vicina a se. Il sui naso sfiorava il mio. Il suo collo era a portata della mie labbra che dovettero fare un vero sforzo per non assaporane la fragranza per sua scelta. Scelte che lui non sembrava intenzionato a rispettare.
Con la mano libera mi spinse per la nuca contro di lui. Le nostre labbra entrarono in collisione. Mi toccò il sedere, il seno, le coscie. Aumentava il ritmo quando stavo per allontanarmi da lui. Mi misi a cavalcioni su Damiano e mi mossi sfregando le nostre intimità per darci un po' di piacere, per quanto fosse possibile in quella situazione. Ebbene lui voleva andare fino in fondo, lo capii quanto si introdusse con le dita nelle mie mutande. Come sempre stuzzicò in modo piacevole bensì c'era più dolcezza nei suoi gesti, aveva cura di me, per la prima volta ebbi l'impressione che mi stesse adorando anziché usando per poi gettarmi via. Quando venni e trovai la forza di parlare di nuovo gli chiesi perché avesse fatto tutto quello dopo ciò che mi aveva detto.
<<sono un ragazzo impulsivo>>

ᴛʜᴇ ʟᴏɴᴇʟɪᴇsᴛ |damoria|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora