5. Fiducia

305 20 19
                                    


Il villaggio era piccolo, composto interamente da Beta, incastrato dentro una valle ai piedi delle colline. Il sole stava appena tramontando quando Taehyung e Jimin uscirono dalla bottega del sarto, dove una donna non troppo amichevole li aveva serviti in fretta e furia, mormorando a bassa voce che non voleva Omega dentro il suo negozio.

La stessa cosa accadde quando varcarono la porta dell'unica locanda.

L'oste, un uomo alto e panciuto, li aveva guardati stranito, mentre sua moglie aveva preso dal grembiule un amuleto, mormorando scongiuri quando aveva capito che Jimin era un Omega maschio. Di clienti strani, in vita loro, ne avevano avuti tanti, eppure come quei due ragazzi mai: un Alpha e un Omega insieme come non se ne vedevano da più di dieci anni, il dominante che trattava il sottomesso come se fosse un suo pari, chiedendo per lui un bagno caldo e del cibo. Non riuscirono a capacitarsene...

I clienti della locanda erano dello stesso avviso, tant'è che quando quei due erano entrati, l'oste aveva intuito da alcune occhiate che ben speravano rifiutasse di farli restare. Ma come avrebbe potuto negargli un pasto e un alloggio, soprattutto se pagavano? Per di più, L'Alpha era un Braccatore, lo aveva riconosciuto dai vestiti, e non ci si metteva mai contro i Braccatori, erano gente pericolosa.

L'oste non voleva grane, non ne aveva mai e non sarebbe andato a cercarle. La sua era una locanda tranquilla, come il villaggio. Tutta brava gente Beta.

E pur se l'accoglienza non era stata delle più educate, Taehyung era soddisfatto di aver trovato dei vestiti nuovi per Jimin e un posto per la notte. Non avrebbe permesso al suo compagno di dormire all'aperto.

"Sono abituato al freddo", gli disse Jimin una volta saliti al secondo piano della locanda, dov'erano situate le stanze per gli avventori. "Non dovevate spendere denaro per me".

"Si prospetta una nottata particolarmente gelida e non mi andava di dormire all'addiaccio" si giustificò l'Alpha, imbarazzato da quegli occhi così sinceri e intimoriti. "Su, non discutere. Vai a farti il bagno e cambiati. Poi scendiamo a mangiare".

Jimin chinò il capo in segno d'obbedienza, prese gli abiti puliti e si diresse nella stanzetta adiacente.

Una volta solo, Taehyung si sedette un momento sull'unico letto presente nella camera. Slegò i capelli dalla mezza coda in cui era solito legarli per praticità, passandosi una mano tra i nodi e sbuffando.

No, no, no, non doveva parlare a Jimin come se fosse un suo sottoposto, era il suo mate! Avrebbe dovuto usare un tono più gentile, non imperativo, e forse anche domandare se avesse bisogno di aiuto per lavarsi...

D'accordo, forse aiutarlo a farsi il bagno no: erano compagni, sì, ma questo non gli dava il diritto di invadere gli spazi dell'Omega come nulla fosse. Dopotutto si erano appena conosciuti e Taehyung non voleva essere come gli altri Alpha. Tuttavia, non poteva escludere l'ipotesi che Jimin avrebbe potuto avere male da qualche parte, scivolare nella vasca o...

"Alpha?"

La dolce voce dell'Omega gli arrivò dal bagno. Taehyung schizzò in piedi e, rapidissimo, fu alla porta. La aprì senza aspettare di essere invitato e vide subito il ragazzo corvino coprirsi il petto con l'asciugamano. Si era tolto la tunica grigia del Centro e indossava solo un telo leggero a coprirgli i fianchi. I lunghi capelli scuri gli ornavano le spalle bianche come la luna. Era stupendo, e se non fosse stato per quei graffi e i lividi lasciati dal Licans che lo aveva...

Taehyung emise un ringhio sommesso e Jimin indietreggiò appena, d'istinto. Solo un momento più tardi si guardarono, diventando entrambi rossi sulle guance.

"Hai bisogno di qualcosa?" chiese Taehyung, cercando di non balbettare. Non era da lui.

Jimin tentennò. "Perdonate la domanda stupida, ma... devo fare per forza il bagno qui dentro?"

CRESCENT MOON (Omegaverse)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora