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Ormai era passata una settimana da quando entrai all'ipm e la routine era sempre la stessa...
Mi alzai tranquillamente dal letto, le celle erano aperte, così sbirciai nella cella di fronte alla mia, ovvero quella di Viola.
Non c'era nessuno, ne lei ne la sua compagna di stanza Serena, una ragazza che prendeva sempre di mira, il che era strano se non fossero insieme.
Con i miei vestiti e l'asciugamano mi diressi verso i bagni, avevo proprio bisogno di una doccia, tra una cosa e l'altra non ci avevo pensato.
La mia vista divenne offuscata quando trovai tanta, tantissima nebbia nel bagno comune, data probabilmente dall'umidità.
Mi addentrai, e vidi Viola con Serena, la rossa non sembrava per niente tranquilla, dato che stava tenendo per il polso la bionda mentre la prendeva a parole.
Appena mi vide si staccò correndo da me«Che cazzo vuoi tu»mi disse guardandomi in cagnesco.
«Sono venuta semplicemente a lavarmi, ma a quanto vedo tu non sei venuta per questo»risposi cercando di mantenere autocontrollo, dietro Viola vedevo la ricciolina che mimava un "statti zitta ti prego basta" ma io lasciai perdere.Aveva paura di lei, e questo l'avevo capito bene.
La presi per il collo sbattendola al muro«Tu nun adda tucca a sta guaglion e capit?»le domandai furiosa.Da dove avevo uscito tutta quella forza?non lo so.
Manco il tempo di rispondere che subito Liz si precipitò in bagno seguita da alcune ragazze tra cui le zingare.
Queste due nascondono qualcosa...
«Sei al settimo giorno e già combini guai?ja vien»mi prese dal polso portandomi fuori dal bagno, mentre Serena e Viola ridevano.
Cosa?
Mi trovai nell'ufficio della direttrice che con un tono gelido mi disse«Racconta cosa è successo»
«Sono entrata in bagno e sembrava che Viola minacciasse a Serena, così mi sono avvicinata e Viola subito mi ha attaccata, mi è partito un attacco di rabbia ed è successo quello...»mi giustificai ma dicendo comunque la verità.
«Non sei giustificata a prendere una ragazza per il collo, piuttosto avresti dovuto chiamare qualcuno»disse«Per oggi niente pranzo, Liz portala in cella»esclamò la bionda senza un minimo di pudore, Liz annuì portandomi in cella.
Mi sbattee letteralmente dentro facendomi male.
Ma perchè qua dentro vengo sempre trattata male...
Il mio viso si bagnò completamente a causa delle lacrime che inevitabilmente uscirono dai miei occhi.
Mi avvicinai alla finestra, notando il bel mare che c'era quel giorno; se non avessi commesso nessun reato, a quest'ora sarei distesa sulla sabbia a prendermi il sole probabilmente.
A distogliermi dai miei pensieri è un filo nero con un bigliettino attorcigliato che viene calato dall'alto.

"Principè, c tien?"citava il bigliettino, e sapevo benissimo chi me l'aveva mandato, questo soprannome lo usa solo una persona.

A mia volta scrivo anche io qualcosa sul bigliettino

"Per colpa di Viola non posso pranzare, un casino"

Posizionai il bigliettino nella corda e Edo se lo calò su.Aspettai cinque, dieci minuti, ma nessuna risposta...
Perchè mi illudevo?
«Ginevra?»una voce maschile chiamò il mio nome, istintivamente mi girai e vidi Lino, la guardia dell'ala maschile, con un vassoio in mano.
«Chest è p te»mi porse il vassoio e io lo guardai confusa.
Me l'aveva mandato Edoardo?
Ma non gli domandai niente dato che se ne andò subito dopo.
Così, cominciai a mangiare...

Skip Time

Scesi insieme alle altre ragazze al campetto, appoggiato alla rete trovai Edoardo, che fumava, così subito lo andai a ringraziare per il pranzo.
«Grazie per il pranzo Edoà»gli dissi sinceramente.
«Cre t si drogat?che pranzo?»mi chiese ridendo.
«Pensavo di aver parlato con te, il bigliettino era calato dalla tua cella...»risposi confusa.
«Nun song stat ij, fors Ciro»si irriggidì per la sua stessa frase, io non risposi, non capivo...
«Allora ringrazierò lui»risposi ridendo mentre Edoardo mi guardava male.

Si era forse ingelosito?

𝐍𝐚𝐤𝐞𝐝||𝐄𝐝𝐨𝐚𝐫𝐝𝐨 𝐂𝐨𝐧𝐭𝐞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora