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Di colpo non si può dimenticare
niente di così profondo e intenso,
o almeno penso.

Pov's Ginevra

Dal litigio con Edoardo mi passò la febbre ma in compenso mangiavo pochissimo.
Ero sempre così, alla minima delusione da parte di chiunque escludevo i pasti dalla mia routine, per questo tutti hanno sempre cercato di non deludermi per farmi mangiare, ma ovviamente lui non lo poteva sapere.
Non sapevamo chissà che l'una dell'altra.
«Non puoi stare così Ginuccia»ginuccia era il soprannome che mi aveva dato Carmine.
Io annuii, eravamo seduti nelle panchine di fronte al campetto dei ragazzi e speravo con tutto il cuore di non incontrare gli occhi del ragazzo.
Infatti eccolo a pochi metri di distanza da me mentre mi fissava...
«Tu che mi consigli di fare Ca'?»chiesi al mio amico.
«Secondo me dovresti-»non fece in tempo a parlare, che Pino, Ciro, Pirucchio e qualche altro si misero davanti a noi.
Io li squadrai.«Che volete?»dissi scocciata.
«Pcchè stai parlann co piecr?»chiese Ciro rivolgendosi a me.
«Perche è mio amico Ci'»risposi al ragazzo che nel mentre fumava davanti a me...
Che odio.
«Tu nun adda chiedr cunsigl a iss, è n'nfam»rispose Edoardo, spuntando proprio dietro al suo amico fidato.
«Se p vui è n'nfam, chest nun vol
dir c'adda essr n'nfam pur p me»risposi alzandomi.«Stavo solo chiedendo consigli al mio amico»sottolineai l'ultima parola prima di andarmene.

Sentii dei passi dietro di me farsi sempre più vicini, e la mia pelle venne a contatto con la sua.
«Edoardo, lasciami in pace grazie»risposi appena mi girò verso di lui.
«Ma che ti è preso»mi chiese, effettivamente stavo avendo un comportamento strano verso di lui...ed era più che plausibile.
«Edoà tu fuori sei padre, qua dentro ti piace una ragazza, vuoi pure me nella lista?»risposi.
«Come ti ho spiegato, cont sul tu p me»confessò.«Perchè non mi credi, principè?»continuò prendendomi per mano.
«Se vuoi solo me devi dimostrarmelo»affermai lasciando la sua mano.
«E comm?»chiese.
«Lasciando tutte per me, Edoardo»ghignai, volevo proprio vedere se ci riuscisse.
«Nun è facil e o saij»mi puntò un dito contro.
«Se dici che conto solo io fai come ti ho detto, altrimenti ti puoi scordare di me»dissi decisa, lasciandolo poi solo immobile
come un pesce lesso.

Anche per me era arrivato un nuovo colloquio, e speravo di non trovare mio padre.
«Gigina mia»sentii un soprannome piuttosto familiare non appena varcai la porta della sala colloqui.
Aurora, la mia migliore amica.
Corsi da lei immediatamente abbracciandola, poi ci sedemmo.
«Allora criminale mia, sei una peste»mi disse ridendo.
Era più grande di me di 3 anni, l'ho sempre considerata una sorella maggiore.
«Lo so e me ne sono pentita, ma sono cose che capitano no?»domandai cercando di smorzare la tensione, non volevo più ripensare a ciò che avevo fatto.
«Vabbè dai parlami un po', come ti trovi?»chiese curiosa.
«Tutto sommato bene»dissi.
«E con i ragazzi?»ammiccò rivolgendomi un sorriso e io mi misi le mani in faccia.
«Semp o piesc pienz oh!»dissi ridendo.
E grazie a lei, la mia tensione di quei giorni si alleviò, nonostante stessi parlando di Edoardo...

𝐍𝐚𝐤𝐞𝐝||𝐄𝐝𝐨𝐚𝐫𝐝𝐨 𝐂𝐨𝐧𝐭𝐞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora