Capitolo 1 - Vindbakke

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Un tempo, esisteva una distesa di terra così sconfinata che sembrava stabilire l'inizio e la fine dei confini del mondo.
Dalle imponenti montagne dell'est fino alle pacate pianure dell'ovest, passando tra foreste verdeggianti e limpidi fiumi, si ergeva il Castello degli Stardorth, simbolo di potere per eccellenza, che posava strategicamente su una delle famigerate cinque colline, Først. Il castello era il fulcro da cui si sviluppava la vita cittadina, avvolta dalle maestose cinte murarie realizzate rigorosamente in pietra e ben fortificate. La dimora del Re, Erik di Stardorth, aveva una forma particolare, poiché la pianta dell'edificio era ottagonale e a ogni spigolo fu eretta la relativa torretta, ugualmente ottagonale.

Nella prima cerchia di mura, definita il Circulus Potentiarum, nella quale era collocata anche la dimora del sovrano, si svolgeva l'attività sociale e politica della classe nobiliare, la quale trascorreva le giornate tra sfavillanti piazze ed edifici altolocati, ma soprattutto nell'Ardeaglais, dove prendevano forma i giochi e le trame di potere quotidianamente. Tuttavia, la nobiltà non era un gruppo omogeneo e mostrava distinzioni precise. I più importanti erano i grandi nobili, i vassalli del re, seguiti dai piccoli nobili, noti come signori o baroni a seconda delle loro preferenze. Infine, c'erano i nobili di rango inferiore, coloro che stavano percorrendo il cammino verso il titolo di cavaliere. In aggiunta, potevano essere presenti nobili privilegiati, un'eccezione alla regola, chiamati così non perché avessero prerogative particolari, ma piuttosto perché provenivano dalla terza classe sociale e avevano acquisito lo status nobiliare.

Nella seconda cerchia di mura, chiamata il Circulus Populorum, molto più larga rispetto alla prima, furono trasferiti tutti coloro nelle cui vene non scorreva sangue nobile. Vi lavorava umilmente il contadino che gestiva fieramente il proprio ristretto appezzamento di terra; vi fabbricava l'artigiano che pazientemente rifiniva i manufatti pronti per la vendita in bottega; vi popolavano onesti locandieri impegnati a servire i propri clienti, in attesa di forestieri e visitatori; vi era gente comune che tentava di costruire una vita degna di essere vissuta, anche se priva di sfarzo e carente di qualità. Inoltre, il popolo doveva osservare rigorose regole di comportamento se desiderava essere ammesso nel Circulus Potentiarum, altrimenti l'accesso gli sarebbe stato categoricamente negato, poiché non aveva il titolo di cittadino e non soddisfaceva i requisiti richiesti.

Nonostante le differenze di classe, ciò che realmente conferiva valore a una persona era il tipo di lavoro che svolgeva. Infatti, coloro che praticavano mestieri manuali potevano organizzarsi in Corporazioni per ottenere riconoscimento e voce, mentre coloro che esercitavano professioni intellettuali si riunivano in Gilde per difendere i propri diritti. Le gilde erano considerate di maggiore importanza rispetto alle corporazioni, e i loro membri godevano di maggiori privilegi. D'altra parte, le corporazioni affrontavano una strada più tortuosa, specialmente se desideravano comunicare i propri problemi direttamente al sovrano.

Al di là della seconda cerchia di mura si estendeva la bellezza della natura e in particolare si poteva notare che l'erba circostante era tappezzata da centinaia di soffioni, sospinti dal vento.

La principessa Astrid, nonostante avesse l'obbligo di non abbandonare il castello, riusciva sempre a trovare il modo per sgattaiolarvi fuori, seminando la governante Johanna che, tra un affanno e un acciacco, alla fine rinunciava ogni volta all'inseguimento.

La fanciulla, per evitare che qualcuno potesse riconoscerla, principalmente avvolgeva un fazzoletto di stoffa intorno alla testa e lo fissava con una nocca stretta sotto al mento, non prima di aver realizzato uno chignon per nascondere i lunghi capelli ramati che la contraddistinguevano. Per migliorare il camuffamento utilizzava anche un grazioso cappello di paglia e indossava l'abito meno vistoso del suo guardaroba; doveva riuscire a confondersi nella folla.

Nell'attraversare la prima cerchia, Astrid doveva muoversi con accortezza e restare costantemente vigile per evitare l'incontro degli occhi indiscreti di gentiluomini e nobildonne, che avrebbero potuto sabotare la sua fuga avvertendo la regina. A ogni buon conto, la principessa sapeva la posizione precisa di ogni porta per l'accesso alla seconda cerchia e aveva imparato anche quale fosse la più conveniente, la più sicura, per evitare di attraversare il primo corpo di guardia.

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