{The Witch and The Princess}

Capitolo 6 - Vite e Fatiche

"Ho avvistato la Signora della notte; è tornata," disse uno strano individuo non troppo distante dal tavolo di Astrid e Widar, riunito con altri uomini. Ma quelle parole catturarono immediatamente l'attenzione del ragazzo, generando in lui un senso di inquietudine, come se qualcuno stesse cercando di intimidirlo.

"...vogliono ignorare la realtà, pensano che siamo degli sciocchi?" Un altro uomo alzò leggermente il tono di voce, ma un terzo lo interruppe con un cenno silenzioso portando l'indice alle labbra. Poi prese la parola, e Widar si sforzò di ascoltare con ancor più impegno.

"La leggenda racconta che... e quindi... sono certo che succederà, ma..."

Nella tumultuosa locanda, il ragazzo faceva fatica a cogliere ogni singola parola pronunciata. Quelle voci erano sommerse dalla confusione circostante che rendeva difficile la comprensione della conversazione, e quegli uomini sospetti sembravano essere ben consapevoli di non poter essere ascoltati. Tuttavia, aveva intuito che stavano discutendo della leggenda che circondava la Strega della Notte, un noto racconto che gli era familiare ma che non conosceva a fondo.

Le presunte apparizioni di questa misteriosa figura erano sempre state notturne, almeno secondo le strofe cantate dai bardi e le segnalazioni riportate da coloro che tornavano a casa a tarda sera. In quei momenti, quando le strade si tingevano di bruno e le ombre si facevano ingannevoli, diventava facile scambiare una figura lontana per qualcosa di sinistro. Le testimonianze della gente differivano e talvolta erano anche contraddittorie, riguardo all'incontro con la famigerata strega. Alcuni provavano solo inquietudine, diventando più vigili nel sorvegliare il bestiame nelle fattorie, proteggendo i campi o ciò che più si possiede di prezioso, e dimostrando una particolare attenzione verso la propria famiglia. Altri, invece, rimanevano ammaliati dalla bellezza che circondava la donna, anche se nessuno poteva affermare di aver davvero visto il suo volto, sempre celato da un velo nero. La descrizione più comune la dipingeva come una figura cadaverica, con lunghi capelli neri e fluenti, ma queste erano le sole caratteristiche riportate.

Era un quadro confuso e incompleto, troppo esiguo per stabilire con certezza l'esistenza della strega e troppo comune per escludere che si trattasse semplicemente di una viandante di passaggio.

"Va bene... nessuno deve venire a conoscenza di... Capito?"

Il ragazzo si interrogava su quali fossero le intenzioni di quegli uomini. Facevano parte di coloro che temevano la presenza della donna e volevano allontanarla, o forse erano attratti dal suo misterioso fascino e volevano andare alla sua scoperta? Mentre cercava di riflettere e ascoltare, la voce vivace e irruente di Astrid, distoglieva costantemente la sua concentrazione. Il ragazzo cercò disperatamente di ignorare il clamore e di riportare la sua attenzione alla discussione, ma sembrava che l'irrefrenabile vitalità della principessa avesse il potere di sovrastare ogni altra cosa. 

Quando finalmente trovò un breve momento di calma, il ragazzo si sporse leggermente dalla sedia, tendendo l'orecchio per cercare di catturare qualche altro frammento della conversazione. Ma era già troppo tardi per continuare il suo tentativo di spionaggio.

Gli uomini si alzarono di scatto e in modo coordinato dal loro tavolo, cogliendo Widar completamente alla sprovvista. Cadde distrattamente dalla sedia finendo a terra e provocando un tonfo imbarazzante. Il gruppo di uomini prese a camminare gradualmente, uno dietro l'altro. Non appena passarono di fronte al ragazzo, i loro sguardi si incrociarono, rivelando espressioni torve. Widar rimase paralizzato, seduto sul pavimento di legno, con il cuore che gli martellava nel petto. Quel momento si rivelò così pressante che per istinto trattenne il respiro, come se cercasse di nascondersi da un animale selvaggio. Sperava con tutto sé stesso che nessuno di loro avesse notato il fatto che stava origliando la loro conversazione fino a pochi istanti prima.