nueve

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I ragazzi del Barcellona si stavano allenando in vista della partita amichevole contro l'Osasuna. Grazie ad essa Xavi poteva capire cosa bisognava rafforzare nella propria squadra prima dell'inizio del campionato. Improvvisamente al Joan Gamper risuonò il rumore di una portiera che sbatteva.

Pedri si diresse a passo spedito verso uno dei suoi migliori amici. Pablo era intento a chiacchierare con Ansu e Ferrán quando il numero 8 lo chiamò, attirando la sua attenzione.

«Si può sapere cosa ti è passato per la testa?»
Era nervoso. Lo si poteva capire dal tono della sua voce. Pedri pochissime volte aveva perso le staffe e quella era una di queste.

«Non ti seguo» disse Gavi, sinceramente confuso. Non gli sembrava di aver fatto nulla che avesse potuto far arrabbiare il suo amico in quel modo.
«Ieri sera alla festa. Te ne sei dimenticato?»

Nella mente del calciatore riaffiorò il bacio con Xenia e capì che doveva essere senza dubbio quello il motivo per cui Pedri ce l'aveva tanto con lui. «Ascoltami, lo hai visto anche tu. È stata lei a baciarmi...» iniziò ma fu interrotto dal classe 2002. Ansu e Ferrán si guardavano confusi.

«Ah, si? A me però non sembra che ti abbia disgustato» Ferrán intervenne. «Pedri, calmati. Non serve a nulla arrabbiarsi così»

Pablo era infastidito dal comportamento del numero 8. L'aveva completamente ignorata per tutta la serata e pretendeva che lei non si divertisse? «Hai trascorso l'intera serata con Inez. La stessa Inez che ti ha fatto del male. Se non ci fossi stato io, sarebbe rimasta sola!»

Le sue parole non fecero altro che aumentare la rabbia che c'era in Pedri. «Tu non sai cosa è successo tra me e Inez!» «E dimmelo! Oltre al fatto che ti abbia usato per qualche stupida visualizzazione, cos'altro è successo tra voi?»

«Lei non mi ha usato, Pablo! Aspettava un bambino!» Gavi si gelò sul posto mentre Ferrán e Ansu sgranarono gli occhi. «Avete capito bene. Mi ha fatto conoscere nostra figlia, qualche giorno fa»

Il classe 2004 abbassò la testa, mortificato. Non avrebbe mai potuto immaginare una cosa del genere. Ferrán guardò Pedri. Era incerto se dirgli tutta la verità ma alla fine capì che non poteva più insabbiare tutto. «Pedri... c'è una cosa che devi sapere»

***

«Certo che potresti rivolgermi la parola!» Inez si era stancata di quella situazione. Xenia non le aveva degnato di uno sguardo per tutta la mattina. «Si può sapere cosa ti prende?» E le mise una mano sulla spalla. Sua sorella stava guardando un film a cui non era particolarmente interessata.

«Non fare la finta tonta, Inez» disse e finalmente i suoi occhi incontrarono quelli di sua sorella maggiore. «Sai benissimo cosa è successo» continuò con distacco. «In realtà no, Xenita. Ieri sembrava che stesse andando tutto bene e oggi ti svegli come se ti avessi fatto uno dei peggiori torti al mondo» Inez stava iniziando ad alterarsi.
Detestava quando Xenia si comportava da bambina. Aveva diciotto anni, doveva crescere.

«Ti ho visto parlare con Pedri alla festa. Avrei potuto pensare 'Oh che bello, mia sorella ha conosciuto il ragazzo che mi piace' peccato che lui ti guardava come non ha mai guardato me»
Xenia aveva iniziato ad alzare la voce e i loro genitori dovettero intromettersi.

«Si può sapere perché state litigando?» Chiese loro padre ma la sua domanda fu ignorata completamente. «Sei sicura che ti piaccia davvero? Perché non hai esitato a baciare Pablo»

Xenia le puntò il dito contro.
«Non ti devi assolutamente azzardare di mettere in dubbio ciò che provo per Pedri»

«Ragazze, per favore...» quasi le supplicò loro madre. Inez contò mentalmente fino a dieci per non perdere la pazienza. «Sei sicura che lui sia sincero con te?» Le chiese, abbassando la voce.

Xenia la guardò confusa. Certo che era sicura. Si fidava ciecamente di lui. Non le sembrava una persona bugiarda.

«Lo sai cosa fa nella vita? Te lo dico io: il calciatore. Gioca nel Barcellona»

Il mondo le crollò addosso.

«Non ti credo! Pedri non mi avrebbe mai tenuto nascosto una cosa del genere. Tu non lo conosci»

Inez alzò un sopracciglio. Non sapeva cosa le stesse prendendo. Era passata dal voler tutelare sua sorella a volerla distruggere con semplici parole.

«Inez! Xenia! Se non la smettete di urlarvi contro...» Ciò che disse loro padre fu interrotto dalla voce della maggiore.

Lo vedeva negli occhi di Xenia che quelle frasi l'avevano uccisa. Era immobile. Non aveva il coraggio di professare parola.

«Lui è il padre di Maya»

Lo sguardo dei loro genitori si era posato su Xenia, aspettando che dicesse qualcosa.
«È impossibile...» disse in un sussurro.

Nessuno sapeva l'identità del ragazzo che aveva messo incinta Inez. Lei non aveva mai voluto dirlo. Detestava quando le persone si intromettevano nella sua vita privata.

«È la verità?» Chiese loro madre, guardando la sua primogenita. Inez aveva gli occhi lucidi. Annuì. «Io lo amo ancora, mamma»

Xenia saltò dal divano e si avvicinò a lei a passo spedito.

«Perché vuoi sempre dimostrare di essere superiore a me? Perché? Ti diverte così tanto rovinare la mia vita? Io credevo che mi volessi bene. Sono proprio una stupida! Non voglio più vederti. Per me non esisti più. Ti odio!»

Probabilmente si sarebbe pentita di tutto quell'odio gratuito che le aveva riservato ma in quel momento non le importava nulla. La lacrima che scese sulla guancia di Inez non le provocò nessun rimorso.

Xenia si diresse verso la porta. Non poteva più vivere insieme a lei. Non dopo quello che era successo. Digitò velocemente l'unico che poteva aiutarla. Nonostante le avesse nascosto tante cose, aveva bisogno di lui.

Arrivò davanti alla sua porta di ingresso dopo qualche minuto. Fece un respiro profondo prima di bussare. Pedri aprì la porta con ancora la tuta da allenamento. A Xenia mancò l'aria quando vide il logo del Barcellona.

«Xenia...» si avvicinò per abbracciarla ma lei indietreggiò. Il ragazzo era deluso ma cercò di nasconderlo. «Entra»

L'appartamento di Pedri era il triplo di quello di Xenia. Quest'ultima doveva ancora capacitarsi della facilità con cui non aveva fatto trasparire nulla che riguardasse il suo lavoro.

«Scusami per il disordine» Quando aveva letto il messaggio di Xenia in cui diceva di sapere tutto, era andato un attimo nel panico. La ragazza gli piaceva davvero tanto e non voleva rovinare nulla.

«Tranquillo. Fosse il disordine il problema» disse Xenia, riferendosi chiaramente agli avvenimenti di quella giornata. «Come mai sei qui?»

«Sei la persona più ipocrita e bugiarda che abbia mai conosciuto. E, nonostante tu mi abbia ferita, ho bisogno di un posto dove stare. È un problema per te se resto qui?»

Pedri scosse la testa. Sarebbe stata anche la sua opportunità di riconquistare la sua fiducia. Voleva dimostrarle che con i suoi sentimenti non mentiva.

«Scusami. Te lo avrei detto io... prima o poi»
Lei lo interruppe. «Adesso non mi interessano delle tue scuse. Voglio solo dimenticare questa giornata»

Spazio Autore
Ciao a tutti! Come va?
Capitolo non programmato ma eccolo qui!
Ci tengo a ringraziarvi per le 3.000 letture, le stelline e i commenti. Può sembrare una cosa banale, ma sono molto importanti per me. Vuol dire che la storia vi sta piacendo ed io non potrei esserne più felice!
Aspetto impazientemente le vostre stelline e soprattutto i vostri commenti che adoro leggere e rispondere.
Vi aspetto al prossimo capitolo!
- pcvard <3

Where Do Broken Hearts Go? ; Pedri Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora