veinte

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Dimenticare Pedri non era per niente una cosa facile. Era più semplice svolgere un esercizio di matematica e progettare un razzo spaziale. Era letteralmente ovunque: i programmi sportivi in televisione parlavano solamente di lui e in ogni angolo di Barcellona c'era un cartellone pubblicitario con il suo volto sopra. Per una Xenia dal cuore rotto, tutto ciò era una vera e propria tortura. Fortunatamente aveva Pablo.
Non avrebbe mai immaginato che potessero stringere un rapporto così stretto. Gavi l'aveva letteralmente obbligata ad uscire di casa quando si sentiva giù di morale e i momenti con Pedri tornavano a farle visita. Xenia aveva diciotto anni e non poteva barricarsi nella sua camera per colpa di un ragazzo. Caratterialmente lei e Pablo erano molto simili e avevano tantissime cose in comune.

«La smetti di schizzare!» Esclamò la ragazza, distogliendo lo sguardo dal libro che aveva tra le mani. Gavi alzò gli occhi al cielo: «Ho chiesto a Xavi di poter saltare l'allenamento per stare con te ma è palese che non ti faccia piacere la mia compagnia, visto che preferisci un libro polveroso piuttosto che il sottoscritto» disse, facendo il finto offeso. Quella era l'unica cosa che lei e Pablo non condividevano: l'amore per la lettura. Xenia appoggiò il libro sull'asciugamano e gli corse in contro. «Sei un bugiardo!» Disse ridendo: «Sai benissimo che mi piace stare con te» «Sarà...» sospirò inarcando un sopracciglio. Si voltò in direzione del mare e successivamente, mentre sembrava che volesse tuffarsi, si ritrovò ad afferrare la ragazza per le gambe e alzarla come se fosse un trofeo. Xenia gli diede dei colpetti dietro alla schiena e ciò lo fece ridere.

«La smetti di fare il bambino?» Disse cercando di risultare arrabbiata ma la sua risata la tradì. «Quindi pensi che sia un bambino?» Le chiese Gavi con ancora il sorriso sul volto. Xenia non fece in tempo a controbattere che il respiro le venne meno e gli occhi le iniziarono a bruciare. Pablo l'aveva gettata in acqua. Quando ritornò in superficie, le risate del suo amico le arrivarono chiaramente alle orecchie. Si spostò i capelli dalla faccia e si strofinò gli occhi. Sbatté le palpebre un po' di volte prima di mettere a fuoco la figura di Pablo. «Ma sei impazzito!» La verità era che non riusciva ad essere arrabbiata con lui. Era impossibile. Poteva farle anche il peggiore dei torti ma a Xenia bastava guardarlo negli occhi per perdonarlo. «Scusami» le disse, avvolgendo le braccia attorno alla sua vita. La ragazza cercò di divincolarsi dopo aver messo il muso. «No, non ti perdono» gli disse con il tono di una mamma che stava rimproverando suo figlio dopo una delle sue tante marachelle.

«Sto iniziando ad aver freddo» disse guardandola negli occhi, ignorando completamente ciò che gli aveva detto poco prima. «Si, anche io» Una volta sotto l'ombrellone, Xenia tirò fuori due asciugamani dal suo zainetto. Uno lo porse a Gavi, che lo afferrò immediatamente. «Dovevi darmi proprio quello con le principesse?» La ragazza rise mentre Pablo la guardava con un sopracciglio alzato. «Preferivi questo con i delfini?» Gli chiese, indicando l'asciugamano che aveva addosso. «Me lo chiedi anche?» Detto ciò, appese il suo asciugamano sull'ombrellone per fare in modo che si asciugasse. Si strofinò i capelli ancora bagnati e Xenia non poté fare a meno di guardarlo.

Esteticamente Pablo era un bellissimo ragazzo. Probabilmente era il prototipo di ragazzo ideale di tutte le ragazze. L'abbronzatura metteva ancora di più in risalto il marrone dei suoi occhi. «Finirai con il consumarmi se continui a guardarmi» Xenia scosse la testa, riprendendosi dai suoi pensieri. Le sue guance arrossirono e fortunatamente Gavi non se ne accorse in quanto l'imbarazzo si confondeva con l'abbronzatura.

«Stasera Ferrán ha organizzato una cena di squadra a casa sua...» disse, cambiando argomento. «Ci andrai?» Gli chiese Xenia. Lui annuì. «Ci sarà anche lui» aggiunse, accennando a Pedri. Da quando il numero 8 aveva lasciato Xenia, Gavi non l'aveva mai nominato per nome. In realtà non lo aveva mai neanche accennato. Temeva la reazione che avrebbe potuto avere la sua amica. Quest'ultima si morse il labbro inferiore mentre il suo viso si rabbuiò. «Sapevo che non dovevo dirtelo! Adesso ti ho rovinato il pomeriggio» «Tranquillo. Prima o poi dovrò tornare a nominarlo. Non può rappresentare un tabù per sempre» Il ragazzo annuì non del tutto convinto della sua risposta. «Sai che non vale la pena stare male per lui, vero?» Chiese distogliendo lo sguardo da lei.

La sentiva. La sentiva quella sensazione che aveva iniziato a provare da qualche giorno. Era arrabbiato con Xenia ma soprattutto con sé stesso. Era sbagliato il fatto di volere nuovamente le labbra della ragazza sulle sue. Era sbagliato il fatto di volere che ciò che provasse lui fosse ricambiato. Era sbagliato voler prendere il posto di Pedri. Era uno dei suoi migliori amici. Anzi, era suo fratello. Gli voleva bene e non valeva la pena gettare via un'amicizia per una ragazza. Il problema era che lei non era una semplice ragazza. Xenia lo faceva sentire non all'altezza. Sbagliato. Era testarda, e anche tanto, ma allo stesso tempo anche dolce e gentile. La detestava. Chi le aveva dato il permesso di prendersi ciò che non era suo? Tra tanti cuori, proprio il suo?

«Lo so, Pablo. Ma il mio amore per lui non può cambiare da un momento all'altro. Ho bisogno di tempo. Tanto tempo»

«Sappi che ti sarò sempre vicino»

Lo abbracciò. Lo strinse forte a sé e lui ricambiò. Sperava che non sentisse quanto il suo cuore stesse battendo in quel preciso istante. Avrebbe rovinato tutto. Cosa le avrebbe detto? Come avrebbe mascherato la vergogna di essersi innamorato dell'ex fidanzata di Pedri? Le accarezzò la schiena delicatamente mentre Xenia guardava l'orizzonte. Era tutto così perfetto. Il mare, il cielo e il sole erano uniti in un quadro così colorato e privo di ogni imperfezione. Ogni dettaglio era ben curato. Gavi le baciò i capelli che sapevano ancora di salsedine.

«Sei un vero amico, sappilo»

Un amico.

Pablo sorrise amaramente mentre quella parola riecheggiava nella sua mente come se fosse un disco rotto. Avrebbe voluto piangere dal nervosismo. Se gli avesse dato l'occasione, si sarebbe preso cura di quel cuore ancora così debole per poter tornare ad amare. L'avrebbe aspettata. Era disposto a farlo.

«Lo faccio perché ti voglio bene. Non si può spiegare quanto»

Xenia sciolse l'abbraccio e gli diede un bacio sulla guancia. «Anche io ti voglio bene»

Mi fece un sorriso enorme. Mi aveva aiutata tantissimo in quei giorni. Era riuscito a tirarmi su il morale. Era riuscito a farmi ridere. Era riuscito a farmi capire che non dovevo rimanere intrappolata in quella gabbia costituta da delusione e amarezza. Lì fuori c'era un mondo da scoprire e lui mi stava tendendo la mano. Non aveva intenzione di lasciarmi da sola. Non gli era mai nemmeno passato per la testa. Non potevo innamorarmi di lui? Me lo sono chiesta tantissime volte. Se mi fossi innamorata di lui probabilmente non avrei sofferto. Se mi fossi innamorata di lui sarebbe stato tutto diverso.
Se mi fossi innamorata di lui non mi sarei mai innamorata del mio primo amore. E questo sarebbe stato un problema. Non sono mai riuscita ad immaginare una vita dove lui non mi abbia mai amata e viceversa. Quindi alla domanda: "Non potevo innamorarmi del suo migliore amico?" rispondo con un "no" secco. Era disposto a regalarmi il sole. Bello e solare come lui. Ma cosa potevo farci con il sole se già avevo la luna?

Spazio Autore
Buonasera a tutti! Come va?
Si, lo so, questo capitolo doveva uscire tra mercoledì e venerdì ma, siccome lo stavate aspettando, ho pensato: "perché non pubblicarlo adesso?" Ne approfitto per ringraziarvi per le 9.000 letture e le quasi 600 stelline!
Fatemi sapere cosa ne pensate di questa situazione tra Pablo e Xenia con un commento.
Alla prossima!
- pcvard <3

Where Do Broken Hearts Go? ; Pedri Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora