diecisiete

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Inez era intenta a guardare la propria immagine riflessa nello specchio, mentre Xenia la guardava con un sorriso sul volto. Era la sera dell'appuntamento con Balde e la ragazza era particolarmente ansiosa. Aveva cambiato circa cinque abiti, nonostante le proteste di sua sorella. La verità era che non le era per niente d'aiuto. Ogni volta che indossava un abito le diceva sempre che era quello giusto per lei.
«Ho bisogno che tu sia sincera, Xenia. Come ti sembro?» Il suo corpo era fasciato da un abito blu notte che le arrivava poco dopo le ginocchia.
Sua sorella minore la osservò attentamente ed esaminò ogni minimo dettaglio del vestito.

«Secondo me ti sta benissimo» disse dopo interminabili minuti di silenzio. «Come ti stava benissimo quello verde, quello color porpora, quello azzurro, quello arancione e quello turchese» Inez si diede il palmo della mano in fronte. «Hey» E le mise una mano sulla spalla.
«Non essere così agitata. Ad Alejandro piacerai lo stesso, indipendentemente da ciò che indosserai»
Inez sbuffò non distogliendo lo sguardo dallo specchio. «Sai cosa c'è? È che non sono più sicura di uscire con lui» Xenia la guardò a bocca aperta.
«Cosa? E perché?» «Perché non so se possa piacermi o meno» La minore tra le due le prese entrambe le mani e la obbligò a guardarla negli occhi. «Usa questo appuntamento come un modo per capirlo. Vedi come si comporta e poi valuta se è il caso di continuare ad uscire con lui»

Inez annuì, trovandosi d'accordo con il ragionamento di sua sorella. «Credo che indosserò quello turchese» disse, cambiando argomento. «Ottimo!» Esclamò Xenia, facendo un piccolo saltello per la gioia. «Dovrei avere una collana che ti starebbe benissimo, spero solo che non l'abbia lasciata a casa» aggiunse, uscendo dalla stanza. Inez si spostò i capelli da un lato, indecisa se raccoglierli in uno chignon o lasciarli sciolti. Sentì la porta aprirsi e pensò che sua sorella fosse tornata ma, quando si voltò, si rese conto che si trattava di Pedri.

«Oh, scusami. Credevo di trovare Xenia» disse, richiudendo immediatamente la porta. La ragazza lo richiamò e lo invitò a restare. Pedri si sedette sul letto mentre squadrava la figura della sua ex fidanzata. «Voglio scusarmi con te, per tutto» Il ragazzo scosse la testa. «Non sono mai stato arrabbiato con te, non devi scusarti di niente» «Trattamela bene, mi raccomando» gli disse, rivolgendosi a sua sorella. Pedri le sorrise. «Voglio portarla in un posto, stasera» «Davvero? E dove?» Gli chiese con curiosità. «Non posso dirtelo, altrimenti lo dici a Xenia» Inez lo guardò facendo la finta offesa. Pedri ridacchiò. «È bello vedervi affiatati, si vede che vi amate tanto» disse Inez, ritornando seria. «Si, la amo...» iniziò il centrocampista del Barcellona «Come ho amato te. E, fidati, è tanto» A quelle parole, rabbrividì.
«Perciò sì, prometto che la tratterò bene»

Inez stava per dire qualcos'altro ma fu interrotta da sua sorella minore. «Pedri» sussultò appena si rese conto della presenza del suo fidanzato. «Ti stavo cercando» disse lui. «Hai impegni per questa sera?» Xenia scosse la testa con sguardo interrogativo. «Ottimo, allora fatti bella per le otto. Ti porto in un posto che sicuramente ti piacerà» Detto ciò, uscì dalla stanza. «Tu sai qualcosa?» Chiese Xenia a sua sorella maggiore. Quest'ultima fece un cenno negativo, cercando di nascondere un sorriso «Bugiarda» «Hai trovato la collana?» Chiese a sua volta, cambiando completamente argomento. Xenia annuì e le porse una piccola scatola bianca.

***

Xenia passò per l'ennesima volta la salvietta struccante sull'occhio sinistro. Era negata a disegnare l'eye-liner, e ne era consapevole, ma si era ripromessa che ci sarebbe riuscita. Inez era da poco uscita per l'appuntamento con Balde, lasciandola in uno stato di ansia. Non era la prima volta che usciva con Pedri, ma voleva essere particolarmente bella quella sera. Fece un sorriso a trentadue denti quando finalmente ottenne una linea perfetta. Dopo aver fatto la stessa cosa anche con l'occhio destro, aprì le ante dell'armadio e tirò fuori un vestito color glicine.
Sciolse i capelli che fino a quel momento erano raccolti in una coda e fece una smorfia davanti allo specchio.

Si pettinò e decise che avrebbe lasciato i suoi capelli sciolti. Col tempo erano cresciuti e Xenia non se n'era accorta minimamente. In quei giorni decise che sarebbe corsa dal primo parrucchiere e li avrebbe tagliati. Sistemò il vestito e guardò nuovamente la sua immagine riflessa. Improvvisamente non si piaceva più. E se non si piaceva lei stessa, come avrebbe potuto farlo Pedri? Proprio quest'ultimo bussò alla porta.
«Xenita, allora sei pronta?» Indossava una camicia bianca e dei pantaloni neri. Agli occhi di Xenia era ancora più bello del solito. Certe volte aveva paura che le persone non capissero quanto effettivamente lo amasse. Non era solo una stupida cotta adolescenziale che sarebbe passata dopo la fine dell'estate. A Pedri le parole vennero meno quando si ritrovò lei davanti. Iniziò a pensare che forse avrebbe potuto vestirsi meglio perché, accanto a Xenia, avrebbe sfigurato sicuramente.

«Andiamo?» Gli chiese, risvegliandolo dai suoi pensieri. Pedri scosse la testa per riprendersi e arrossì leggermente. Il modo in cui le sue guance assumevano quel colorito rossastro quando si sentiva in imbarazzo facevano traboccare di tenerezza il cuore di Xenia. Non aveva la minima idea di dove Pedri aveva intenzione di portarla ma avrebbe potuto essere ovunque, l'importante era che fosse in sua compagnia.

Il sole stava per sparire completamente quando arrivarono sulla spiaggia. Xenia guardò immediatamente il ragazzo e gli regalò uno dei sorrisi più veri che avesse mai fatto. La spiaggia era vuota, cosa che per Xenia pareva impossibile, ed era stato allestito un piccolo tavolo con due sedie. «C'è lo zampino di Ferrán e Pablo dietro tutto questo?» Gli chiese la ragazza non smettendo di sorridere. «Forse» le rispose vagamente. «Ma sappi che l'idea è stata mia»

Ai piedi di una delle sedie c'era un cestino contenente diversi tipi di cibo. Ferrán e Gavi avevano fatto proprio un lavoro eccezionale. Terminarono il contenuto del cestino in poco tempo; poi decisero di sedersi in riva al mare.
Non gli importava il fatto che la sabbia e il mare avrebbero potuto sporcare i loro vestiti eleganti. Ormai la luna campeggiava in cielo più bella che mai, circondata da miliardi di stelle.
La mano di Pedri stringeva il fianco di Xenia mentre le sue labbra soffici erano intente a baciarle ripetutamente la guancia. La ragazza si beò quel tocco ad occhi chiusi. Ciò che provava un po' le faceva paura. Non era possibile che Pedri fosse diventato così tanto in così poco tempo. Ce lo vedeva così bene nel suo futuro: lui accanto a lei in uno dei suoi tanti firmacopie, lei che lo accompagnava ad ogni partita...

«Non te l'ho detto, ma sei bellissima» disse, guardandola negli occhi. Quegli occhi a mandorla gli facevano battere il cuore ogni volta che li incontrava. Forse Pedri si era sbagliato: nemmeno Inez aveva amato così tanto. Non sapeva cosa avrebbe fatto senza Xenia e non voleva saperlo. Sembrava così piccola tra le sue braccia, così indifesa. Così fragile. Il suo sguardo si posò sul bracciale che le aveva regalato da poco. Lo stesso che avrebbe visto su quel comodino a casa di Gavi. Lo stesso che avrebbe stretto tra le sue dita mentre ripeteva a sé stesso di averla persa per sempre.

«Anche tu lo sei» disse Xenia con un po' di imbarazzo nella voce. «Stavo pensando ad una cosa...» disse Pedri mentre il cuore della ragazza batteva all'impazzata. «A cosa? Sono curiosa» «Tra qualche giorno giochiamo contro il Villarreal. Visto che non ci sei stata contro l'Osasuna, stavo pensando che magari ti sarebbe piaciuto venire allo stadio» Xenia strinse il labbro inferiore tra i denti per contenere il proprio entusiasmo. «È ovvio che ci sarò! Non vedo l'ora» E lo strinse a sé.

Troppo innamorati.
Troppo presi dal momento per pensare agli altri ostacoli che avrebbero dovuto superare.
Credevano di essere felici, e lo erano. Davvero.
Ma tra le pagine di un quaderno si poteva leggere anche di sofferenza, di perdita della fiducia, di voglia di ritornare indietro per continuare ad essere felici e spensierati.
Perché amare è facile, il problema è perdonare.

Mi portò sulla spiaggia. Il nostro posto preferito. La sabbia mi solleticava i piedi che si erano appena liberati da quei fastidiosissimi tacchi. Eravamo solo noi. Io, lui e il mare. Un quadro perfetto. Dinanzi a quell'immensa distesa d'acqua mi sentivo persa. Lui mi ha aiutato a ritrovare la strada di casa, la stessa strada che, disperata, credevo di non ritrovare più. Ora che non ho più lui, mi sa che a casa non ci tornerò più. Perché non ho più nessun posto degno di chiamarsi casa.

Spazio Autore
Ho iniziato a scrivere questo capitolo tre giorni fa ma sono riuscita a portarlo a termine solo oggi a causa dei molteplici impegni. Spero che il prossimo riesca a scriverlo in meno tempo!
Abbiamo quasi raggiunto le 8.000 letture e ormai non so più come ringraziarvi senza risultare banale HAHAHA
Vi aspetto al prossimo capitolo!
- pcvard <3

Where Do Broken Hearts Go? ; Pedri Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora