quince

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Quando si è innamorati si tende ad eliminare completamente i difetti della persona per la quale si provano forti sentimenti. Xenia lo aveva letto in uno dei suoi libri e quella mattina aveva potuto constatare che corrispondeva alla realtà. Pedri stava preparando la colazione con indosso una canottiera e dei pantaloncini blu. I capelli spettinati lo rendevano adorabile. La ragazza gli si avvicinò lentamente senza fare rumore e lo abbracciò da dietro. Il calciatore le accarezzò il dorso della mano con un sorrisetto sulle labbra.

«Cosa stai preparando?» Gli chiese.
«Pancakes. Ti piacciono giusto?» Disse Pedri. Xenia annuì anche se lui non poteva vederla. Il numero 8 del Barcellona si voltò per guardarla. Le labbra erano rosse e le guance anche. I suoi occhi brillavano e Xenia sentiva il suo cuore battere forte. Pedri si avvicinò al suo viso e la baciò. «Siamo soli questa mattina?» «Si. Mamma, papà e Fer sono andati non so dove. Ti dispiace?» Xenia gli lasciò un altro bacio sulle labbra. «A te dispiace?» «Lo sai che non si risponde ad una domanda con un'altra domanda?»

La loro conversazione fu interrotta dal cellulare di Pedri. Era una videochiamata da parte di Pablo. «Buongiorno, Pedrito!» Salutarono Gavi e Ferrán all'unisono. A giudicare dal rumore di sottofondo, sembrava che stessero in spiaggia. «Buongiorno anche a voi» «Come sta andando la vacanza?» Chiese Ferrán.
«Benissimo, quando torno a Barcellona vi racconto tutto» «Inez si è fatta sentire dopo quel messaggio?» Chiese Gavi. Pedri guardò istintivamente Xenia che aveva uno sguardo confuso. Pablo e Ferrán si guardarono e capirono di aver fatto un passo falso. «In realtà non-» il ragazzo fu interrotto dai suoi amici. «Facciamo così: ci racconterai tutto un'altra volta, okay?» E terminarono la videochiamata.

Xenia incrociò le braccia, aspettando che Pedri le desse delle spiegazioni. Le aveva davvero nascosto di aver sentito sua sorella?
«Posso spiegarti tutto» iniziò il calciatore, avvicinandosi a lei. «Parla, ti ascolto» la sua voce era ferma e severa. Il ragazzo deglutì. «Mi ha scritto dicendomi che vorrebbe chiarire con te. Dico sul serio! Le manchi, Xenia» Lei scosse la testa mentre un sorriso amaro si dipingeva sul suo volto. «È fuori questione» «Ma è tua sorella! Non puoi ignorarla per il resto della tua vita. Un fratello ti sta accanto, non solo nei momenti di gioia, ma anche in quelli difficili. Avete bisogno l'una dell'altra» Xenia alzò le sopracciglia, sorpresa. «Sei dalla sua parte?»

Pedri sospirò. Non voleva schierarsi con nessuno, le aveva detto semplicemente le cose come stavano. Avevano sbagliato entrambe ma non potevano continuare in quel modo. «Non sto dicendo questo» «Oh, invece si» disse, dirigendosi verso la sua stanza. «E la colazione?»
«Ne farò a meno» Il calciatore sbuffò e ciò che uscì subito dopo dalla sua bocca erano parole tutt'altro che piacevoli. «Smettila di fare l'immatura»

Xenia si fermò e si voltò lentamente. Sperava di aver capito male. Sperava che quelle parole non le avesse detto realmente la persona che più amava al mondo. «Pensi che sono immatura?» Gli chiese con la voce rotta. Presto avrebbe pianto. Pedri guardò il pavimento, non sapendo cosa dirle. «Allora perché stai perdendo tempo con me?» Chiese nuovamente. Ma, anche in questo caso, non ricevette risposta.

Poco dopo, Pedri sentì la porta della sua stanza chiudersi bruscamente. Xenia si lasciò cadere sul pavimento, mentre la sua schiena era appoggiata alla porta. Lacrime silenziose iniziarono a scenderle sulle guance. «Vai via!» Esclamò quando sentì Pedri bussare. «Non me ne vado se prima non chiariamo» «Non c'è niente da chiarire!» «Xenia, ti prego, apri questa porta» la implorò. La ragazza si alzò di scatto e ben presto si ritrovò davanti a un Pedri affranto. Voleva che la vedesse piangere. Voleva ferirlo. Proprio come lui aveva fatto con lei poco prima. Tentò di abbracciarla e lei non si oppose.

«Perché non riusciamo ad essere felici?»
«Lo siamo, Xenia. Solo che devi riuscire a fare pace con la tua famiglia. Loro sono un pezzo della tua felicità»

Chiuse gli occhi, beandosi le mani di Pedri che le accarezzavano la schiena. «Forse ho esagerato» disse dopo interminabili minuti di silenzio. «No» disse Pedri con voce ferma, guardandola negli occhi. «Ho sbagliato io a non dirti del messaggio di Inez» Xenia poggiò la sua fronte a quella del ragazzo che aveva davanti. «Non pensiamoci più, va bene? È meglio andare a fare colazione»

***

Se qualcuno avesse detto alla Inez di qualche anno prima che sarebbe andata a trovare sua figlia da sola, probabilmente si sarebbe ritrovato ad ascoltare la risata della ragazza.
Eppure, quel giorno, Inez sembrò non poterne fare a meno. Si era messa nella sua automobile e aveva guidato fino a casa di Marcéla e Caspar.
Si era presentata con un una bambola tra le mani. Era un regalo per Maya, per sua figlia.

La bambina aveva sorriso quando l'aveva vista.
Aveva stretto Inez in un forte abbraccio e poi aveva iniziato a giocare con quella sua nuova bambola. Marcéla le aveva raccolto i capelli in due ciuffetti che Inez considerò adorabili.

«Pedri non è venuto?» Aveva chiesto la proprietaria di casa e la ragazza scosse la testa.
«È andato a Tegueste dai suoi... con Xenia» Chiuse gli occhi quando fece il nome di sua sorella. Quando aveva telefonato Pedri per dirgli se gli avrebbe fatto piacere andare a trovare Maya, lui le aveva raccontato tutto. Era andato dai suoi genitori con lei. Averlo esternato lo rendeva più reale. «Xenia è tua sorella, giusto? Non ti da fastidio che stiano insieme?»

Inez sospirò. «Questo non è più importante. Anche se mi fa male vederli innamorati, sono contenta per loro. Meritano il mondo. Ho litigato con Xenia proprio per questo motivo. Per il fatto che io prova ancora forti sentimenti per Pedri. E sono stata egoista. Vorrei riparare le cose con lei, mi manca»

Marcéla le mise una mano sulla spalla, come per rassicurarla. Maya ridacchiava mentre camminava per il giardino con la bambola. Inez quanto avrebbe voluto darle tutto l'amore che meritava. Quanto avrebbe voluto crescerla e insegnarle tutto ciò che conosceva. Certe volte immaginava lei e Pedri al posto di Marcéla e Caspar.

«Perché non le mandi un messaggio?»
«Ho paura di come potrebbe prenderla»
«La paura non porta da nessuna parte, lo sai»

Quella frase l'aveva sentita un'infinità di volte. Ormai era diventata una cantilena. Ma la paura aveva sempre influito sulla sua vita. Ogni scelta fatta, era stata dettata dalla paura.

Quando le era stato imposto di scegliere tra il crescere da sola Maya o darla in adozione, lei aveva subito optato per la seconda possibilità. Aveva paura che una ragazza madre come lei non sarebbe stata in grado di crescere una bambina da sola. Quello era il suo più grande rimpianto: aver privato sua figlia di tutto il suo amore. Fortunatamente Marcéla e Caspar era due persone meravigliose che non le facevano mancare nulla.

Ma, se avesse potuto tornare indietro, avrebbe messo da parte tutti i suoi timori e sarebbe uscita da quell'ospedale con Maya tra le braccia.

«Hai ragione» disse mentre rigirava tra le mani il suo cellulare. E alla fine lo fece. Lo fece per lei, per Maya, per Pedri. Ma soprattutto, lo fece per Xenia. Perché lei non meritava tutto ciò. Decise di inviare un messaggio al calciatore, con la speranza che l'avrebbe aiutata a riappacificarsi con sua sorella.

La paura c'era ancora, ma Inez si era ripromessa che non avrebbe più vinto sui suoi sentimenti.

Spazio Autore
Buon pomeriggio a tutti!
Avevo intenzione di pubblicare questo capitolo tra domani e giovedì, ma ho deciso di anticiparne la pubblicazione.
Tengo particolarmente a ringraziarvi per tutti i bellissimi messaggi che mi inviate. Siete gentilissimi, davvero.
Cosa pensate che succederà? Vi piace la nuova copertina?
Alla prossima!
- pcvard <3

Where Do Broken Hearts Go? ; Pedri Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora