Capitolo III: " Silenzio "

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Era una fredda ma soleggiata mattina di fine gennaio quando mi svegliai con l'intenzione di non fare un cazzo.

Il ristorante era chiuso per ristrutturazione ed io ne fui quasi triste.
La verità era che senza quel lavoro, io mi alzavo con lo scopo di capire il perché il mio lavoro fosse il mio unico scopo.
Non è che fosse il massimo...

Quella mattina, diversamente dalle altre, non mi concentrai sui perché ed i percome la mia vita avesse perso quel tocco magico che la rendeva sempre attiva e che mi dava sempre qualcosa da fare.
Decisi solo di alzarmi e fare colazione, lavarmi, vestirmi, aiutare i miei con le faccende domestiche, se servisse fare delle cose tipo la spesa e poi buttarmi sul divano o sul letto e godermi la pura arte di non fare assolutamente niente.
Il nulla cosmico.

E così fu: mi alzai, feci colazione, mi lavai e mi vestii, aiutai i miei, feci la spesa, ritirai i piumini dalla lavanderia... Insomma seguii il mio programma.
Dopo aver pranzato, mi diressi verso la mia camera, mi stesi sul letto e chiusi gli occhi con la sola intenzione di rilassarmi.

Per i primi minuti riuscii perfettamente a godermi il meritato riposo, eppure qualche pensiero iniziò piano, piano e con fare fittizio ad insinuarsi nella mia testa.
Mi alzai da quel letto e mi diressi verso l'appartamento di Liam, avevo un'idea ed un importante bisogno di ribellione ed indipendenza da colmare.


***


Avevo lo sguardo perso nel vuoto, quando con quella spazzola grigia pettinavo i lisci capelli dal colore simile a quello del miele.

Erano circa le 5:30 di mattina ed io amavo questo silenzio.
Non parlavo di mattina perché ero troppo occupata a bearmi del silenzio rotto solo dal rumore delle azioni quotidiane.
Amavo svegliarmi presto, perché la mattina era l'unico momento della giornata in cui io potevo godermi il silenzio.
In molti hanno paura del silenzio, alcuni lo temono a morte. Io invece no, io adoro il silenzio. Che poi non esiste un silenzio totale, però quanto mi piaceva stare senza parlare e, soprattutto, senza sentire le persone parlare.
Odiavo sentire sempre tutti ordinarmi cosa dovessi fare, oppure sentirgli leggere cento volte quella stupida lista di cose da fare.
Non c'era giorno senza quella frenesia, ma io sopportavo.

In quel momento di pace mi venne in mente il motivo di una Ninna nanna, quella che mia madre mi cantava la sera prima di farmi addormentare, la stessa che spesso sognavo, la stessa che mi veniva in mente guardando la mia collanina, l'unico ricordo che avevo di lei.
Fu proprio lei ad insegnarmi il valore ed il potere del silenzio, come fu lei ad insegnarmi a sopportare le dure sfide che la vita ci propone.

Ah, quant'era bella quella donna dai capelli neri come la pece e gli occhi castani, con quei suoi tratti delicati ed il naso leggermente storto.
Dire che mi mancava sarebbe stata un'eufemia, perché lei, anzi il suo ricordo, era un tormento perenne.
Come un martello o un rumore incessante che lancina le orecchie.

Mi godetti quelle brevi ore di pace per ricominciare la solita routine.
Stavo guardando l'orologio quando sentii dei tacchi abbastanza alti calpestare il marmo pregiato.
Juliette.


***

<< Amico sei sicuro? >> mi chiese Liam grattandosi la nuca.
<< Sì! È stata un'illuminazione... >> esclamai convinto.
Malgrado Liam fosse d'accordo e gli convenisse la mia proposta, ancora gli sembrava molto strano accettare.
Non avevamo mai pensato a questa possibilità ma effettivamente non avevo tutti i torti.

Sarebbe stato molto piacevole e conveniente per entrambi.

<< Allora? >> chiesi. << Amico per me va bene, parlane con i tuoi però... >> disse. << Ho ventun'anni, posso decidere anche solo, però glielo dirò prima. Ovviamente la decisione l'ho presa, comunque credo che saranno piuttosto contenti. Magari gli mancherò però... Ci faranno l'abitudine. >>

Andai a casa super pimpante ed energico. Vidi i miei genitori parlare in cucina e li raggiunsi pronto a dare la notizia.

<<Indovinate chi si leva dai piedi e lascia la casa tutta per voi dopo ventun'anni in cui vi ha rotto le palle?
Ebbene sì cari genitori, Liam ha bisogno di un coinquilino dato che l'ultimo si è ritirato in un campus per la crescita spirituale o cacate simili, ed io ho bisogno di acquisire un po' di autonomia in più e voi della vostra privacy. Ragion per cui... Mi trasferisco! >>

Silenzio tombale.
I miei mi guardano perplessi.

<< Non ci credo! >> disse tra una risata e l'altra Katy.
<< Alla fine cosa hanno detto? >> mi chiese.
<< Sono stati contenti per me, mi hanno detto che mi farà bene. >>
le risposi.
Io e Katy stavamo stringendo un ottimo legame.
Ciononostante in lei vedevo solo un'amica e, quando me ne resi conto, mi rassegnai al fatto che l'amore non facesse per me.

Tra noi calò il silenzio e ci guardammo per un attimo, poi lei mi baciò.

Cari lettori, questo da adesso in poi diventerà il mio spazio autrice, spero davvero che le mie storie vi piacciano<3
Se questa storia vi piace fatemelo sapere con un commento, anche perché avevo intenzione di lasciare questa storia ma, grazie ad un commento, mi sono resa conto che sarebbe stato un peccato.
Detto ciò se state leggendo questo sappiate che vi voglio un mondo di bene XOXO 💜

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