<< Jason Storm! >>
Una roca risata accompagnò questa esclamazione.
Brian Clark, dopo un anno, si trovava di fronte a me. I suoi soliti capelli castani gli ricadevano sulla fronte spaventosamente alta in modo disordinato. Ci eravamo dati come punto d'incontro
Central Park, eravamo io, Brian e Liam. A breve sarebbe arrivata Charlotte accompagnata da Summer.
Mi era mancato, il mio amico, e non poco. Era tornato in Canada, suo paese natale, due anni prima, con la sua famiglia perché dei familiari avevano avuto bisogno di aiuto economico. Non ricordo precisamente come, ma persero tutta la loro eredità ed ebbero bisogno di un sostegno concreto. Ad ogni modo... Brian e sua sorella Summer erano tornati a New York. I genitori sarebbero arrivati qualche settimana più tardi.
Non era cambiato particolarmente, era sempre lo stesso ragazzino di 16 anni che avevo conosciuto. Il mio grande amico, eravamo legati come fratelli. Ci eravamo sempre stati l'uno per l'altro, ricordo che quando morì mia sorella, l'anno prima, Brian e Summer tornarono per il funerale e stettero circa una settimana. Mi rimasero vicini in quella settimana e non solo, Summer mi chiamava all'ora di pranzo e di cena e mi convinceva a mangiare.
Mi minacciava che sarebbe venuta fino a New York a picchiarmi se non avessi mangiato. Io mi alzavo e mangiavo, le mandavo un video perché fosse sicura. Sapevo che il volo l'avrebbe preso sul serio perciò l'accontentavo, Summer Clark era capace di qualsiasi cosa. Con i suoi capelli neri come la pece e gli occhi verdi, diversissima dal fratello nonostante fossero gemelli.
Non potevo non volergli bene.<< Dobbiamo raccontarvi un sacco di cose! >> esclamò Liam mettendo un braccio intorno alle spalle del nostro amico.
Una risata emozionata uscì dalle labbra del mio coinquilino, Brian ed io sorridemmo di rimando. Eravamo molto più composti del nostro amico che invece si era lasciato travolgere dall'euforia del momento. << Ed io non vedo l'ora di ascoltarle queste meravigliose cose. >> disse e scompigliò i capelli platino di Liam.Quel giorno c'era un sole molto forte, quasi accecante nonostante non fossimo nemmeno a fine marzo. Tuttavia, il caldo non era insopportabile grazie ad un venticello leggero che talvolta si scagliava delicato sui nostri visi, rinfrescandoli e lavando via il caldo. C'era un profumo molto forte di polline, la primavera era alle porte e, tutt'intorno a noi, la natura sembrava prepararsi al suo momento più glorioso: la fioritura.
Ci sedemmo a parlare di qualche aneddoto simpatico accaduto negli ultimi anni, è vero ci sentivamo quasi tutti i giorni, ma il tempo non bastava mai per raccontarsi tutto. Nell'ultimo mese non ci eravamo sentiti quasi mai. Eravamo stati tutti molto impegnati tra le diverse attività. Brian si era iscritto all'università, quella dei suoi sogni. Aveva aspettato di poter tornare a New York per iscriversi all'università proprio perché il suo sogno era di vivere i suoi anni dell'università " in pieno stile statunitense ".
Era davvero felice d'iniziare questa nuova avventura, io e Liam lo incoraggiammo dicendogli che sarebbe stato il più bravo come lo era alle superiori. Brian aveva una mente che brillava d'intelligenza, era sempre stato molto bravo nelle materie matematiche infatti voleva diventare un ingegnere. Io e Liam non avevamo alcun dubbio che ci sarebbe riuscito. Lui ci chiese come ce la passassimo noi. Liam gli disse del negozio di sua madre, dove ormai lavorava da un bel po'. Era un negozio di abbigliamento, lui si occupava perlopiù delle consegne. Scorrazzava per tutta New York e dintorni con la sua moto nera dai riflessi ciclamino. Tutto il santo giorno, consegnava pacchi e, a detta sua, faceva invaghire tutte le ragazze che aprivano alla porta, di lui con il suo immancabile fascino. Qualche volta stava anche alla cassa, di sicuro non si occupava di aiutare le clienti, dato che di moda non ci capiva assolutamente niente.
Brian chiese a me come andasse al ristorante di cui gli avevo parlato, gli narrai le mie disavventure con Katy, gli parlai di quella serpe del caposala, degli orribili colleghi e dei clienti antipatici.
Liam allora mi diede una gomitata, lo guardai e lui mi fece l'occhiolino. Brian ci guardò indagatorio ed io capii cosa Liam voleva che dissi. Realizzai che, nonostante fossi convinto di averlo fatto, non avevo parlato di Selena a nessuno dei due gemelli.
<< Quindi? >> chiese Brian curioso ed impaziente.
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LA STELLA PIÙ LUMINOSA DEL CIELO
Literatura Feminina> è la domanda che Jason pone a sua nipote Leah quando le dice di volerle raccontare una storia. Una storia molto importante per lui, una parte della sua vita che non potrà mai e poi mai dimenticare.