chapter 18 - dear dad

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<<non scegli tu cosa è giusto per me o meno!>> alzai la voce come se servisse a qualcosa.
<<questo lo è, per cui non fare la bambina è comportati da adulta, affronta la cosa>> sentii una parte di me spezzarsi <<quando non c'è un vestito della tua taglia ci rimani male ma poi ti passa, bene, fai la stessa cosa con me>> se ne andò lasciandomi sola con un misto di frustrazione e tristezza.

                                            .....

Lo odiavo, con tutta me stessa.     
Mi aveva trattata come se non valessi niente, come poteva riempirmi di complimenti e un attimo dopo dirmi di dimenticarlo? E come poteva paragonarsi ad un vestito?!
Ormai mi aveva segnato dentro al cuore e alla mente, niente me lo avrebbe fatto dimenticare.
Mi asciugai gli occhi lucidi e tirai su col naso, non potevo piangere. Voleva che lo dimenticassi? Ok, l'avrei fatto.
Non sarei stata una stupida ragazzina che si faceva trattare come tutte le altre da Mattheo Riddle.
Mi sarei concentrata d'ora in poi su altro, ad esempio la mia famiglia.
Non avevo ancora parlato con Piton, e la situazione era più che tesa tra noi, nonostante lo odiassi era giusto che risolvessimo questa faccenda, così decisi di andare da lui.

Si ok era sera ormai, circa le dieci, ma magari era ancora sveglio. Non potevo aspettare.
Bussai alla sua porta ma nessuno mi rispose, così ribussai una seconda volta e ad un certo punto la porta si aprì.
Nessuno parlava, ci guardavamo negli occhi senza dire una parola.

Forza y/n.

<<Dobbiamo parlare>> esclamai
Lui deglutì guardandomi e si fece da parte per farmi entrare.
Avanzai e mi sedetti su una poltroncina di fianco al camino.
<<Vuoi qualcosa?>>
<<Voglio risposte>> mi girai a guardarlo e lui rimase in silenzio <<ma anche una tazza di tè per favore>>
Andò in cucina e tornò poco dopo con due tazze di tè, si sedette di fronte a me e il silenzio dominò nuovamente la situazione.
<<Mi dispiace y/n>> esordí ad un tratto
<<Mi dispiace di non essere stato presente ma i-io pensavo...>> sentii la fatica nella sua voce <<io pensavo fossi morta>>

Che cosa?!

<<Scusa?>> l'uso del tu mi uscì naturale
<<Cosa vuol dire questo?>>
<<Silente non ti ha raccontato la storia intera>>
appoggiò la tazzina del te sul tavolino di fianco al giornale <<Le prime settimane di vita, dopo la morte di Lily io ti ho tenuto con me ma, penso che tu lo sappia già, essendo un mangiamorte avevo dei doveri e spesso è capitato che ti portassi con me>>
rabbrividii al pensiero di aver conosciuto voldemort
<<un giorno mentre facevo una riunione tu stavi dormendo ma ad un certo punto ti sei svegliata ed hai iniziato a piangere...>>

FLASHBACK
PUNTO DI VISTA DI PITON
QUEL GIORNO

<<Di chi è il pianto? C'è un bambino qui?>>
Cristo santo.
<<Qualcuno mi degna di una risposta?!>> Voldemort alzò la voce ma non ottenne risposta
<<Mattheo caro>> richiamò il piccolo figlio alla sua destra, aveva solo quattro anni ma era più sviluppato del previsto, sia mentalmente che fisicamente <<Vai di sopra e portami colui che sta piangendo, subito.>>
Il piccolo salí e poco dopo tornó con la mia bambina fra le braccia, la porse a suo padre e lui la prese.

<<A chi appartiene questo mostriciattolo qui?>> ci guardò uno ad uno ma nessuno rispose, non potevo dire che era mia figlia, l'avrebbe in futuro fatta diventare mangiamorte e non volevo questa fine per lei <<Non voglio interruzioni inopportune alle mie riunioni>> la toccò con la sua lunga unghia e mi trattenni per non sferrargli un pugno in faccia.

Arrivato al collo vide una collana e la tirò fuori, era un ciondolo lungo, arrivava quasi ai piedi della bimba. Era composto da una semplice pietra verde rubino che risaltava gli occhi della piccola.
Era il ciondolo che le aveva lasciato la madre, Lily, prima di morire, non glielo avevo mai tolto e speravo che lei non lo avrebbe mai fatto in quanto fosse un ricordo della madre; ma a quanto pare non era solo questo.

Alla vista della pietra Voldemort sembró pietrificarsi, era quasi anche spaventato.

<<Mattheo>> richiamò nuovamente il figlio <<portala con te di là, tienila al sicuro e non farle accadere nulla che potrebbe danneggiarla, ma soprattutto non farla scappare, mi serve>>
Ero un legilimens e poco mi bastò per capire da cosa fosse in quel momento attratto Voldemort, quando lo scoprii sbiancai.
La pietra che conteneva il ciondolo non era una semplice pietra, era un horcrux, ciò vuol dire che era parte dell'anima di voldemort ancora per niente completata. Come faceva ad essere arrivata al collo di mia figlia?

Mattheo se ne andò con mia figlia fra le braccia e feci finta di nulla.
Terminata la riunione, prima che Voldemort si ritirasse, cercai y/n, mia figlia, e appena la trovai la presi e scappai.
Non era sicuro per lei stare lì, e nemmeno stare con me. Avrei dovuto darla a qualcuno in grado di poterla proteggere come si deve, per farla stare lontana da questo mondo crudele e malvagio.
Avevo già preso l'amore della mia vita a causa di questa oscurità, non avevo alcuna intenzione di perdere anche mia figlia.

FINE FLASHBACK

<<Fu così che ti diedi alla famiglia babbana con la quale vivi ora, solo in seguito raccontando tutto a Silente mi convinse ad invitarti ad Hogwarts>>

Non era possibile. Non ci credevo.
Avevo la bocca leggermente spalancata per lo shock e gli occhi lucidi.
Presi il ciondolo tra le mie mani e lo guardai vedendomi nel riflesso, io possedevo parte dell'anima di Voldemort?

<<Un giorno Voldemort ti trovò e ti prese rinchiudendoti non so dove, aveva in progetto di ucciderti ma quando arrivai tu eri sana e salva.
Solo qualche giorno dopo scoprii che a salvarti fu Mattheo>> ero ancora più scioccata di prima ora
<<Ti tenne al sicuro giocando al doppio gioco con suo padre e mantenne il ciondolo per far sì che suo padre non lo trovasse, poi mise in atto un piano e ti portó da me lasciandoti il ciondolo in mano; ti portò da me circa un mese dopo e io avevo perso le speranze.
Mattheo aveva sei anni mentre tu due>>

questo vuol dire che se io ho sedici anni, mattheo ha venti anni?!

<<Perché Mattheo è ad hogwarts se ha vent'anni?>> Si era la mia prima domanda.
<<Voldemort ha programmato la sua vita da quando venne a scoprire la sua esistenza nella pancia, ha un piano e gli serve Mattheo>> una scossa di brividi mi passò per la schiena.

<<Mi dispiace di non aver cercato prima un confronto>> dissi a bassavoce guardandolo, era mio padre.
<<Dispiace a me di non essere stato presente, volevo solo proteggerti>> sentii la sua voce farsi debole, anche se era il famoso Severus Piton era comunque umano anche lui.
Mi alzai e mi sedetti di fianco a lui sul divanetto abbracciandolo <<papà...>> sussurrai con le lacrime ormai che scendevano sul viso.
<<figlia mia>> mi strinse le braccia attorno alla schiena e rimanemmo così stretti e uniti, per un tempo indeterminato, come non avevamo mai fatto perché non ci era stato permesso.

In quel momento riuscii a dimenticare Mattheo e il dolore che provavo per le parole che aveva detto si trasformarono in felicità: avevo scoperto che lui mi aveva salvata a costo della sua vita e finalmente avevo ritrovato mio padre.

Quei dannati occhi verdi | Mattheo Riddle Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora