L'angelo brillo

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These burning flames, these crashing waves
Wash over me like a hurricane
I captivate, you're hypnotized
Feel powerful but it's me again

-Middle of the night, Ellen Duhè

Il tempo scorreva e lui era rimasto fermo, immobile, la fame iniziava a mozzargli il fiato, le labbra così secche che si stavano pian piano spaccando. Il dolore era l'unica cosa che Azrael riusciva a sentire da ormai due giorni, ma la sua forza di volontà non era vacillata per un attimo. Bastava pregare, chiedere a suo padre un momento di pace. Nonostante Dio era andato via secoli prima non aveva mai smesso di pregarlo, di parlare con lui. Il rapporto padre figlio era di certo qualcosa che gli angeli non si aspettavano di ricevere, o almeno gli altri, Azrael era da sempre diverso. Quando Dio andò via senza una parola si sentì ferito, tradito e nonostante gli parlasse ancora si poteva leggere tra le righe il tono di disprezzo.

Qualcuno bussava alla porta, l'angelo alzò lo sguardo e notò l'orario, le undici di sera vista la luce fioca della luna che illuminava la stanza. Non si mosse, non ne aveva neanche le forze, sentiva parlare qualcuno ma era così stanco da richiudere gli occhi non volerli aprire mai più. Una folata di vento lo investì e Satana gli era davanti, possente e arrabbiato.

«Sei proprio una testa di cazzo», urlò e se lo caricò sulle spalle per farlo sdraiare sul divano. Ordinò ai suoi uomini di andare a comprare qualcosa da mangiare e di sbrigarsi, il tono della sua voce era così alta che l'angelo iniziò ad avere mal di testa. «Bevi, Azrael non puoi morire così, non te lo permetto, fratello». Gli passò il bicchiere e il fratello seppur riluttante lo bevve tutto, fresco e rinvigorente, si passò la lingua sulle labbra screpolate e guardò il fratello torvo.

«Dovevi lasciarmi qui a morire, era l'unico desiderio che avevo», disse piegandosi in due dal dolore allo stomaco. «Sono stanco di tutto, ho solo bisogno di un po' di pace», aveva continuato cercando di alzarsi. Satana lo prese per la spalla per poi spingerlo con forza di nuovo sul divano.

«Se proprio vuoi la pace contatta Chamuel, qui sei sulla Terra, devi reagire, quella ragazza, morirà in ogni caso, perché scegliere la via più dolorosa per entrambi? Sei masochista o cosa?», Chamuel nonostante fosse l'angelo della pace, aveva un retaggio non proprio pacifico alle spalle, in quel caso sapeva che loro avevano un rapporto che si avvicinava molto al sentimento fraterno. Satana scosse il capo, aspettando la risposta dell'angelo accanto a lui.

«Non so cosa voglia dire quella parola fratello, ma quello che ho fatto a quella ragazza era fuori dalla mia volontà, sono stato spinto, ho sentito qualcosa e ho agito, non la rivedrò più, è un'umana come altri milioni, sarò egoista ma volevo solo dimenticare tutti i secoli, le anime, il dolore, la morte».

Satana poteva comprendere il discorso del fratello, ma non accettarlo.

«Stai facendo il loro gioco, che vuoi fare tagliarti anche le ali?», gli chiese scettico e si allungò per controllare che non lo avesse fatto, pensava che il fratello fosse così idiota.

«Era il prossimo passo se non fosse che le piume iniziano a cadere da sole», tossì.

«Testa di cazzo!- disse tra i denti- Stai facendo il loro cazzo di gioco.»

L'angelo lo guardò confuso, non capiva gli intercalari umani e per giunta era così affamato da non capire le sue parole.

«Da quanto non metti piede nel tuo settore, fratello?»

Azrael non lo ricordava con esattezza. «Forse qualche decennio», bevve ancora avidamente. Il Diavolo stava per parlare quando rientrarono i demoni con due buste piene di cibo che diedero all'angelo.

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