Puoi abbracciarmi ancora un po'?

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Tears on my face I can't take it

If lonely is a taste then it's all that I'm tasting

Do you hear my cry?

I cry, oh

Can you hold me?

Can you hold me?

Can you hold me in your arms?

-Can You Hold Me, NF

«Ora so dove abiti angioletto, dovresti stare attento», lo prese in giro mentre scendeva dalla moto.

Quella giornata era finita troppo in fretta, solo un'altra piccola passeggiata dopo quelle confidenze aveva cercato di rimandare l'inevitabile. Lui doveva tornare a casa e lei anche. Arrivati davanti alla moto gli avrebbe voluto proporre qualsiasi cosa per non passare la serata da sola, ma non voleva chiedergli altro. Poteva aver da fare, forse avrebbe voluto continuare la chiacchierata con Satana. Pensò sforzandosi a tal punto da venirle un mal di testa per tutto il viaggio a cosa potesse dirgli, ma non ne ebbe la forza di proferire parola.

«Sei la benvenuta, puoi venire quando vuoi», appena in imbarazzo l'angelo gli passò il telefono. «Non so come posso salvare il tuo numero».

«Che c'è angioletto ti piaccio?»

Azrael divenne rosso in viso, iniziò a sentire caldo, aveva sbagliato di nuovo a interfacciarsi con le persone? Si sentì un vero e proprio idiota.

«Scherzo!- prese tra le mani il cellulare e dopo qualche secondo glielo porse- Ecco a te, chiamami o scrivimi quando vuoi okay?»

L'angelo annuì sicuro e alzò la mano per salutarla. Lei ricambiò sorridendo abbassandosi la visiera sgommò per dirigersi verso casa.

Entrare nel suo appartamento le sembrò strano, soffocante. Prese il cellulare e chiamò Camilla, aveva bisogno di parlarne con qualcuno.

La ragazza le rispose dopo pochi squilli e senza darle la possibilità di spiegare le aveva detto che sarebbe arrivata a casa entro mezz'ora con del cibo spazzatura.

Camilla la conosceva come nessuno, l'aveva capito anche dopo la questione con Leopold e ancora di più durante le sue sedute con la psicologa. Aveva allontanato la maggior parte degli amici che aveva in comune con lui ma Camilla era diversa, le aveva aperto gli occhi, era simpatica e divertente. C'era sempre nei momenti del bisogno, l'aveva vista crollare e aveva bisogno di raccontare tutto a qualcuno di cui si fidasse.

Guardò per alcuni istante il cellulare, sperò che Azrael la contattasse. Così salvo anche io il suo numero, pensò cercando di giustificare la sua reazione.

Quando la bionda arrivò a casa urlando e con due buste strapiene di panini del McDonald's il suo sorriso si allargò notevolmente.

«Milla ai tuoi servigi, principessa Kay», con un mezzo inchino la superò lasciando le buste sul tavolo. «Allora, dimmi cosa sta succedendo, non va bene la terapia?»

«No, in realtà penso vada molto bene. Abbiamo parlato molto l'ultima volta, siamo arrivate alla conclusione che Leopold era uno stronzo».

«Amica, quello lo sapevamo già, dimmi qualcosa che non so», si leccò le labbra prendendo il cibo dalle borse.

«Mi ha detto che il mio stato depressivo è sotto controllo per il momento, quello che avevo pensato di fare era una reazione a tutti gli anni di abusi mentali subiti e a un conto con il passato in sospeso».

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