Mille modi di chiamare il tuo nome

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Am I in your head
Half as often as you're on my mind?
If I don't make sense
Please, forgive me, I can't sleep at night
At least not alone, not anymore
Not since I found what I never went looking for
And now you're in my head
I must've lost my mind

-Lost my mind, Alice Kristiansen

Kaye corse fuori dal locale, una volta che l'aria fredda della notte la investì, le ginocchia le cedettero. Doveva essere forte solo fino a casa, dopodiché poteva lasciarsi andare, urlare, lanciare qualsiasi cosa le si trovasse davanti. Quella situazione era così strana, le formicolavano le mani e per un attimo le sembrò non fossero le sue. Si diresse verso la sua moto, una volta salita accese il motore e si diresse a casa. Non riusciva a fermare le lacrime che le appannavano la vista. Cercò di riprendersi passandosi il dorso della mano sugli occhi e sfrecciò tra le strade deserte nella notte a Herolight.

Riuscì a mettere le chiavi nella toppa, a girare la chiave prima di chiuderla dietro di sé e lasciarsi scivolare contro la porta e afflosciarsi al suolo. Cedette al panico totale, i singhiozzi che cercava di trattenere iniziarono a farsi più forti. Le lacrime le bagnarono il collo della felpa, si premette le mani sugli occhi cercando con tutta sè stessa di trattenersi e di raccogliere ogni pezzo della sua anima in frantumi. Aveva perso la lucidità, dentro di lei lottavano così tante emozioni contrastanti da mandarla in confusione. Cercò di respirare, catturare tutta l'aria che la circondava, i singhiozzi le smorzavano il fiato. Passarono diversi minuti prima che lei riuscisse a riprendere il controllo del suo corpo, si asciugò le lacrime, si alzò piano e si spogliò lentamente mentre proseguiva distratta verso la camera da letto. Si gettò sul materasso e si accovacciò, era stanca, affamata, assetata ma la prima cosa che voleva in quel momento era dormire, riposare abbastanza da tornare in forze; aveva delle ricerche da fare. Doveva capire da sola quello che stava succedendo, non poteva più permettersi di fare affidamento su altri, le menzogne erano alla portata di tutti, non sapeva se fidarsi di quello che le aveva detto Satana. Ma ora non poteva curarsene, la stanchezza la raggiunse, finalmente si lasciò andare e si addormentò.

La notte era stata troppo serena, nessun incubo l'aveva costretta a svegliarsi, nessuno che urlava e aprire gli occhi in quella pace fece credere per un attimo a Kaye che fosse morta. Guardare i suoi polsi era meglio che darsi un pizzicotto per constatare se stesse dormendo o peggio. La ragazza sospirò e si alzò dal letto come una brezza leggera, la fame la stava divorando. Si affrettò a mettere sul fornello la macchinetta del caffè e mangiò con voracità alcuni biscotti sentendosi appena percettibile meglio. Si diresse in bagno e guardò prima di concentrazione nello specchio, per un attimo le parve di vedere un volto che non fosse il suo. Si voltò come un fulmine, ma era solo il suo riflesso. Si sciacquò il viso, tastò il vuoto e prese l'asciugamano, se la tamponò sul viso.

«Kaye!», sentì urlare e lei alzò lo sguardo impietrita. Era certa che si trattasse della voce di Azrael, eppure era da sola.

Prese un respiro profondo e tornò in cucina, spense il fornello e versò il caffè nella tazza. Lo sorseggiò con calma, si sedette al tavolo aprendo con la mano libera il pc. Lo accese e aspettò qualche istante soffiando sul caffè fumante. Aprì internet e iniziò a digitale: Angeli. Aprì diversi file, informarsi sulla loro natura, sul loro essere, forse l'avrebbe aiutata a capire qualcosa in più, ma non trovò molto se non una serie di nomi difficili da pronunciare. Si imbatté nell'alfabeto enochiano e cercando di ricordare quello che aveva detto Azrael mentre la salvava, scorreva le lettere con il dito sullo schermo. Strappò un foglietto dall'agenda e iniziò a scrivere ogni lettera, componendo diverse parole senza senso finché non riuscì a trovare la giusta sequenza. In quel momento aveva capito cosa le aveva detto, vivi, bastava così poco a un angelo per impedire la morte di un essere umano? Kaye bevve un sorso di caffè, poi lo posò accanto e digitò: Angelo della morte. Immagini, articoli, fonti, poteva dire di conoscere la natura di Azrael, eppure sembrava così diverso da quello che leggeva. Oh! Angioletto, dimmi qualcosa che abbia senso o penso di impazzire, disse tra i denti. Cercò anche la storia di Satana, ma nulla che non conoscesse già, eppure il diavolo di persona aveva un'aura del tutto diversa da come veniva descritto. Non aveva visto corna o zanne, la pelle era chiara, una leggera barbetta e il sorriso di chi pensa di avere il mondo tra le mani. Non aveva, inoltre, gli occhi rossi come veniva mostrato nelle immagini di ricerca, erano di un azzurro intenso e brillante come quelli di Azrael.

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