Alarms will ring for eternity
The waves will break every chain on me
My bones will bleach
My flesh will flee
So help my lifeless frame to breathe-My blood, Ellie Goulding
Ancora ansante Azrael giaceva davanti alla ragazza. Con il dorso del polsino si asciugò il sangue che si era seccato sulle guance, ma il gesto macchiò il suo viso con il sangue ancora caldo della ragazza. Un respiro profondo e due colpi di tosse fecero alzare la testa dell'angelo. Il suo sguardo si perse negli occhi più vivi e brillanti che mai della giovane. Lei lo guardò con aria interrogativa, tornare dalla morte non era un'esperienza che tutti potevano ritenersi di aver vissuto, anche Azrael non sapeva cosa sarebbe successo da lì a poco. Cercò di non pensarci per mantenere un atteggiamento freddo e composto.
«Grazie», la voce della ragazza bassa e concitata fece stupire l'angelo che si alzò di scatto e si allontanò da lei. «Sei tu il mio angelo custode?», chiese mentre si rimetteva dritta. A lui mancarono le parole, aveva già stravolto l'ordine naturale delle cose. Se solo lei avesse saputo cosa fosse in realtà avrebbe creato una serie di reazioni a catena che avrebbero portato alla fine del loro mondo. Scosse il capo, cercando di non proferire parola. «Puoi dirmi il tuo nome? Mi hai salvato. Io sono Kaye».
L'angelo se lo ripeté in mente, desiderava pronunciare il suo nome ma come se fosse stato colpito in pieno da un macigno si tirò indietro e si piegò in due. La sua bocca si aprì in modo innaturale, ma non uscì alcun grido di dolore, si manteneva la testa ma voleva tenere insieme tutto il suo corpo che gli sembrava prendesse fuoco, il giudizio era alle porte e si concesse l'ultima lacrima che cadde lenta sul suo viso.
L'angelo si ritrovò legato a una sedia nel tribunale del cielo più alto. Di fronte a lui una schiera di angeli capeggiati da Gabriele lo fissavano con disappunto.
«Azrael!», tuonò l'arcangelo. La sua voce così possente e vibrante riecheggiò per tutta la stanza. «Hai violato le nostre regole, hai interferito con la morte di una giovane donna umana, tu!», continuò, indicandolo. «Tu, angelo della morte, hai deciso di non mietere la sua anima e farla giudicare dal nostro consiglio».
Abbassò il capo, era l'unica cosa che potesse fare, qualsiasi cosa gli fosse uscita dalle labbra sarebbe stato da aggravante al suo crimine. Chiuse gli occhi aspettando la sua morte, che però non arrivò.
Gabriele gli si avvicinò e gli alzò il viso con la mano, non poteva accettare di non essere guardato negli occhi in quel momento. «Fratello mio, non voglio ucciderti, non ancora», il sorriso che gli si dipinse in volto era agghiacciante. «Sarai esiliato sulla Terra, condannato a perdere la tua immortalità giorno dopo giorno, finché non ci porterai la sua anima. Raccogli l'anima della giovane, e io salverò la tua inutile vita», sputò con disappunto.
Azrael non seppe se ritenersi fortunato per quella occasione o se maledire suo fratello per non averlo ucciso immediatamente. In un momento di lucidità gli angoli della bocca si alzarono leggermente, non aveva parlato di tagliargli le ali, perlomeno, poteva pensare che suo fratello lo avrebbe accettato in Paradiso dopo che Kaye fosse morta. Il solo pensiero gli attorcigliava lo stomaco, ma non seppe il perché di quelle sensazioni. Dovette trattenersi dal non piegarsi in due e vomitare quello che aveva in corpo.
«Una vita per una vita, fratello. Hai solo un anno di tempo, dopodiché tu morirai o sarò costretto io stesso ad uccidere la ragazza per riportare l'ordine nel nostro mondo», dopo aver terminato con la sua minaccia, Gabriele gli voltò le spalle e se ne andò senza proferire parola. Gli altri angeli lo seguirono in fila a testa bassa. Uriel gli si avvicinò, tolse le corde che lo stringevano e dopo un piccolo cenno di dispiacere gli disse: «Fratello, posso fare ben poco ora, prendi, - gli porse un biglietto scritto in Enochiano- lui saprà cosa fare».
Azrael annuì e prese il foglietto tra le mani tremanti e cercò di infilarlo in tasca. Seguì Uriel in silenzio mentre una fila di angeli si ammassava alle pareti del corridoio, curiosi dell'accaduto. Due angeli cacciati nel giro di qualche settimana era di certo una situazione che faceva spaventare e divertire tutti, come sempre, anche allora nessuno proferì parola. Azrael li comprese, avrebbe fatto la stessa cosa per salvarsi le penne. Raggiunta la fine del cielo, Azrael senza voltarsi spiegò le sue ali e si tuffò nelle nuvole, scendendo in picchiata verso la Terra. Tra le nuvole e il vento che gli accarezzava le piume ringraziò Uriel e gli augurò una vita piena di beatitudine.
Spazio autrice:
Salve a tutti, spero vi stia iniziando a piacere questa storia, come sempre aspetto i vostri commenti, un saluto!
-Alex
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Welcome home
FantasyLei era un'anima selvaggia, forte che crollava solo davanti a sé stessa. Lui desiderava solo la pace. Il Paradiso affascina tutti, tranne chi ci vive da secoli. Azrael era sempre stato il più pacato dei suoi fratelli, non gli interessava il potere...