𝐶𝑎𝑝𝑖𝑡𝑜𝑙𝑜 𝐼𝑋

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Ho voglia di sentirti,
inventa tu la scusa

Scuola ~ 15:00

Finalmente quella giornata era finita, non ce la facevo più. Io e Norah quasi correvamo per il corridoio, pur di arrivare alla macchina.

<<Buon giorno piccola>> esclamò Jason, il migliore amico idiota di Norah, circondandomi le spalle con il braccio.

<<Ciao Jason>> sbuffai infastidita.

<<Domani ci sono gli allenamenti con la squadra, conto sul fatto che sarai lì a fare il tifo solo per me>>

"Oh caro Jason, ci sarò, ma i miei occhi saranno fissi tutt'altro che su di te" pensai.

Ogni volta che ne aveva l'occasione, l'emerito troglodita lì presente, pensava di provarci con me, come se le altre mille volte prima non gli avessi tirato un palo. Oltretutto pareva non accorgersi del fatto che se avesse continuato, se ne sarebbe ritrovato veramente uno in testa. Sempre che Ethan non mi avesse battuta sul tempo.

<<Hey!>> esclamò il biondo cercando di non perdere l'equilibrio. Oddio, parli del diavolo...<<Anderson! Ma che problemi hai?!>>

Dopo avergli dato una spallata degna di nome, Ethan continuò a dargli le spalle, rispondendo con la sua solita aria di sfida.

<<Dovessi elencare tutti i problemi che mi crei, Hernandez, non basterebbe una vita>>
Per questi due, ogni scusa era buona per darsele di santa ragione.

Jason, scazzato, tentò di afferrarlo per il braccio <<Non ti perm...>> ma Ethan fu più veloce. Si girò e lo sbatté contro un armadietto prendendolo per il colletto della giacca.

<<Non ti azzardare mai più a toccarmi, capito Hernandez>>

"dovrei fare qualcosa, ma se lo facessi di mia spontanea volontà sembrerebbe strano, e poi oggi non è giornata, non ho voglia di fare da mamma ai due bambini" pensai

<<Sai cosa?>> ricominciò il moro <<Spero tu non scopra mai quale sia il mio più grande problema con te, così...>> non riuscii poi a sentire la fine della minaccia perché una delle ragazzine accanto a me borbottò <<Diana, bisogna fare qualcosa...>> "Dio, ma perché tocca sempre a me risolvere i bisticci infantili di quei due?" mi lamentai mentalmente. Non feci in tempo a girarmi di nuovo, che Jason si beccò un cazzotto dritto allo stomaco.

<<Oh!>> corsi allarmata verso di loro per tentare di staccarli, ma l'unica cosa che riuscii a ottenere fu una mezza scazzottata sullo zigomo, involontariamente, da Jason che cercava di difendersi. Tutto ciò finì per peggiorare ancora di più la sua situazione, appena il mio ragazzo se ne accorse.

Per fortuna finì tutto con l'intervento di alcuni professori che riuscirono a dividerli, ma come al solito, Ethan ne uscì indenne. L'influenza di una famiglia del nostro calibro si faceva sentire anche a scuola. Per cui a Ethan non sarebbe spettata alcuna sanzione comportamentale, cosa di cui non ero molto sicura sarebbe stato lo stesso per Jason.

Decisi che lo avrei dovuto accompagnare in infermeria, e che avrei sfruttato l'occasione per avere un po' di ghiaccio. Appena mi avvicinai al biondo, sentii lo sguardo di Ethan che bruciava su di me, non lo avevo degnato di uno sguardo, e più mi allontanavo, più la mia voglia di tornare indietro da lui e mandare a fanculo tutto, cresceva. Cresceva perché io sapevo che tutto non era successo per caso. Cresceva perché sapevo che l'aveva fatto per me, che aveva ascoltato tutto quello che l'idiota mi aveva detto e cresceva soprattutto perché sapevo che il suo più grande problema con Jason, ero io.

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