𝐶𝑎𝑝𝑖𝑡𝑜𝑙𝑜 𝑋𝐼𝐼𝐼

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Bisogna avere in sé il caos
per partorire una stella che danzi.
Friedrich W. Nietzsche

19:45 - Campo da Football

<<FORZA EAGLE>> urlavano le ragazze pon pon da fondo campo, mentre la mascotte correva vestito da grande aquila avanti e indietro, incitando la gente per l'inizio del torneo.

Pochi minuti e sarebbe cominciata la prima partita della stagione; gli spalti erano gremiti di gente, quasi tutta la città era presente.

Era po' come un piccolo super bowl; non c'era granché da organizzare durante l'anno, quindi qualcosa di interessante qualche volta saltava fuori.

<<Ma non avrà caldo con tutto quel sintetico addosso?>> chiese Norah mentre camminavamo per trovare posto sugli spalti <<Cosa non si fa per avere crediti prima degli esami>> commentò.

<<Mh mh>> risposi distratta.

<<Insomma, anche io li voglio, ma mantengo pur sempre un minimo di dignità. Non vado di certo in giro con un cosplay da pollo volante per ingraziarmi il coach>>

<<Mh mh>> continuai a rispondere, focalizzandomi su qualcos'altro che in quel momento stava seduto sulle panche a bordo campo.

<<Mi stai almeno ascoltando?!>> esclamò fermandosi sui gradoni.

Ignorando palesemente la sua domanda, le chiesi

<<Ma quanto puttana devi essere, per strusciarti così senza ritegno su una persona?>>

<<Parli di Keira?>>

<>Insomma, guardala! Ci manca solo che si spogli>>

<<Significa solo una cosa, tesoro>> disse con tono ovvio <<al tuo uomo non interessa una beata minchia di lei>>

<<Si, ma comunque...>>

<<"Ma comunque" niente cara la mia Diana. Smettila di essere così paranoica e goditi quello spettacolo di manzo quale è il tuo ragazzo, perché lo vorrei io un uomo così. Punto.>> concluse sbuffando.

... il male che gli uomini compiono...

<<Diana!>> sentii esclamare poco distante da noi. Girai la testa, per poi pentirmene subito, notando mr. tutto muscoli e niente cervello.

<<Oh no, ti prego, andiamo via>>
<<Ma dai, non è così male dopo tutto>> disse Norah trascinandomi per un braccio.
<<Un criceto avrebbe più cervello>>
<<Buonasera bellezze>> arrivò Jason passandomi un braccio attorno alle spalle.
<<Ciao...>> dissi con tono scocciato, incrociando le braccia.
<<Allora, carico per questa nuova stagione?>> disse Norah cercando di salvare la situazione.
<<Ovvio. Sono certo che quest'anno arriveremo anche in finale>>
<<Wow. Davvero?>>
<<Certamente.>>
<<Sembri particolarmente sicuro di te>>
<<Si, l'unica pecca è Anderson>>
<<Oh mio dio>> palesai il mio estremo disinteresse.
<<Esatto! Ma dai, guardalo! Il coach non poteva scegliere capitano peggiore>>
<<Ah, perché tu saresti stato quello giusto?>> chiesi innervosita, alzando un sopracciglio.
<<Senza dubbio sono quello più qualificato>> rispose con quel fare ovvio e borioso che mi fece perdere le staffe.
<<Secondo me sei solo un pallone gonfiato>>
<<Diana, ma che...>> chiese interdetto
<<No anzi, sai cosa?>> sbottai togliendo in modo brusco il suo braccio dalle mie spalle <<Mi sono stufata di te e dei tuoi inutili commenti. Muovi il culo, torna in campo e dimostra di poter valere il ruolo che tanto desideri, perché è questo che Anderson ha fatto fino ad adesso mentre tu stavi qui a fare lo scaricabarile. E poi torna, se proprio devi, con un minimo di gloria sulle spalle>>conclusi andandomi a sedere sugli spalti.

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