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Anna
3 ore prima dell'arresto

Era da tutto il pomeriggio che mi stavo preparando, il mio ragazzo Mirko sarebbe venuto a prendermi per stare insieme, e poi saremmo andati a mare con dei nostri amici. Finì di mettere il mascara sulle ciglia, e subito mi affrettai a prendere la borsa e le chiavi di casa, avvicinandomi al portone di casa

-Mena, ij m' n vac- avvertì mia sorella prima di chiudermi il portone alle spalle

Percorsi le scale del palazzo in fretta, arrivando nel giardino dove Mirko mi stava aspettando con in mano un casco, che mi agganciai, per poi salutarlo con un bacio rapido

-aggia fa nu servizi, e po jamm o' mar- mi avvisò il mio ragazzo, per poi mettere in moto il suo motorino allontanandosi dai palazzi del mio quartiere.

Mirko si fermò poco distante da uno dei bar che frequentava quasi assiduamente, la maggior parte della sua vita la passava lì, sapevo ben poco di ciò che accadeva nel retro del bar, ma sicuramente la cocaina era il motivo per la quale era sempre lì. Non amava particolarmente parlarne con me, ma le voci non erano mai tardate ad arrivarme. Avevo provato più volte a fargli cambiare idea, avevo avuto un brutto passato con quella merda, e non volevo gli accadesse lo stesso.

Ma chi ero io, per impedire ad uno scugnizzo cresciuto a pane e camorra, di non fare uso di stupefacenti? L'unica cosa che mi ero assicurata ogni volta che avevo provato a parlagliene, erano reazioni poco carine da parte sua.

Lo vidi infilarsi nella felpa una bustina, e subito dopo mi guardò per ammutolirmi, entrò rapidamente nel bar uscendone poco dopo.

-quant n' tien ancor ndo baulett?- lo fissai con rimprovero, e subito sbuffò

-Annè, nun so cazz re tuoij quann n teng, tu a fa fint e nun verè niente. E capit?- la sua mano mi avvolse completamente il collo stringendola

-Anna me capit?- alzò il tono di voce facendomi rabbrividire, e mi vidi costretta ad annuire

-brav, accussì m piac- la mano si spostò sulla guancia, e me l'accarezzò

Dieci minuti dopo eravamo riuniti sulla spiaggia con i nostri amici. Sembrava procedere tutto tranquillamente, i pensieri di prima erano improvvisamente spariti, lasciando posto alla spensieratezza

-ja Mì, o vuò fa stu spiniell?- Tony, uno dei migliori amici di Mirko diede una pacca sulla spalla al mio ragazzo

-semp' pronti frà- Mirko tirò fuori dalla tasca dei jeans tre canne già rollate, ne porse una a Tony, una a Kekko che l'avrebbe divisa con Marta, ed infine l'ultimo lo accese per se stesso.

Mi voltai chiedendogli un tiro, e subito vidi il suo sguardo incupirsi

-chest nun è rob p' te piccrè- fece un lungo tiro dalla canna, svapandomi in faccia

-a fa' semp o strunz, ovè?- mi alzai da terra, e mi allontanai rapidamente dal mio gruppo

-anna ma c cazz fai?- Mirko mi seguì strattonando il mio braccio

-voglio andare a casa- dissi semplicemente ispirando forte

-ja muovt, fernescl e fa scenat- tentò invano di afferrare il mio braccio per riportarmi in spiaggia, ma mi opposi

-mirko puortm a casa- mi liberai dalla sua presa, ma le mie parole scatenarono una sua violenta reazione.

La sua mano si strinse in un pugno e colpì a pieno il mio occhio facendolo lacrimare.

-nun capisc mai quann ta sta zitt- strinse i miei capelli in una presa forte, e mi immobilizzai all'istante

Lo guardai con disprezzo un ultima volta prima di colpirlo così forte in mezzo alle gambe, da lasciarmi i capelli, e piegarsi per il dolore

Annarè | Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora