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*capitolo bonus*

Anna

Era trascorso diverso tempo dalla morte di Ciro, e da quando Carmine era stato ricoverato. Io avevo fatto finalmente ritorno nella mia cella assieme a Nad e Silvia, e da qualche notte avevo anche ripreso a dormire senza avere incubi.

Quella mattina ero nell'infermeria. Il medico doveva cambiarmi le gocce di melatonina, e inoltre da un paio di giorni non mi sentito un granché, avvertivo delle strane nausee, ed ero costantemente senza forze.

-potrebbero essere dei sintomi post-trauma, o dovuti allo stress- affermò il dottore, ma mi accorsi che non era tutto

-ma, allo stesso tempo la nausea mi fa pensare ad una possibile gravidanza. Quando hai avuto l'ultimo rapporto?- mi immobbilzai alla domanda, e mi fermai a pensare.

-dottò pensandoci bene, me passat tutt cos, è l'ansia- mi infilai velocemente la maglietta e andai verso l'uscita

-come vuoi- il medico alzò le spalle e mi salutò.

Vidi Liz davanti la porta, e la seguì verso i dormitori dove raggiunsi la mia cella. Trovai Silvia e Nad impegnate a chiacchierare sul letto e feci segno ad entrambe di venire in bagno con me.

-amò ma che è successo?- chiese subito Nad preoccupata, ed io chiusi  la porta del bagno

-Silvia, quando ci stanno le prossime consegne?- guardai la spesina seduta sul water

-domani. Ma non capisco, che ti serve?- chiese Silvia, e Nad restò appoggiata al lavabo con gli occhi assottigliati

-mi devi procurare un test di gravidanza- confessai sussurrando, e vidi entrambe sobbalzare

-per te, Anna?- Nad abbassò la voce, ed io mi affacciai nella cella per accertarmi che non ci fosse nessuno nel corridoio.

-e per chi Nadì?- mi agitai, e mi passai una mano tra i lunghi capelli neri

-che hai fatto ti sei divertita in permesso?- scherzò Silvia appoggiandosi anche lei al lavabo

-si, e lo vuoi sapere con chi mi sono divertita?- entrambe si misero sull'attenti, e sentì un nodo alla gola prima di pronunciare il suo nome

-con Ciro- la mia voce divenne improvvisamente flebile, ed incrociai le braccia sotto al seno

-amò ma over stai facenn?- Nad si portò una mano alla bocca, mentre Silvia spalancò gli occhi.

Io tirai su col naso trattando il pianto, e le due mi avvolsero in un lungo abbraccio.

Quel pomeriggio Nunzia ci portò in cortile per la nostra ora d'aria che stavo attendendo dalla mattina. Speravo di riuscire a parlare con Filippo. Avevo bisogno di qualcuno che capisse cosa stessi provando.

Ogni singola notte, ogni singolo momento nel quale provavo ad avere pace rivedevo i suoi occhi che supplicavano i miei di non lasciarlo. Avvertivo un conato di vomito ogni volta che lo vedevo.

La direttrice aveva provato mille modi per distrarmi. Mi aveva accompagnata in ospedale per conoscere la piccola futura, ed un paio di volte a settimana permetteva a a Nina di portarmela a colloquio. Mia madre e mia sorella mi spedivano pacchi tutti i giorni, ed infine il comandante mi aveva portata da Carmine.

Mi aveva semplicemente fatta sedere sulla sedia accanto al suo lettino in cui era intubato, e lasciata piangere per tutta l'ora mentre lui mi accarezzava la testa.

Legai i miei capelli in una coda, e non appena vidi Filippo seduto su una delle panchine corsi nella sua direzione.

-come stai?- domandai dopo un lungo abbraccio.

Annarè | Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora