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Anna

-non vedo l'ora che me lo danno pure a me il permesso premio- quel giorno Naditza aveva abbandonato sia me che Silvia per uscire in permesso, e adesso ci ritrovavamo a modellare pezzetti di argilla nel laboratorio.

Ero seduta su uno degli sgabelli, e nel tavolo di fianco al nostro c'erano Ciro ed Edoardo, che stavano facendo tutto tranne che lavorare. Qualche volta vedevo Ciro voltarsi per guardarmi, e lo capivo dall'occhiolino che Silvia mi faceva.

-e poi arò te ne vai?- scherzai impasticciando le mie mani con l'argilla

-a cercare i bei ragazzi- risi alla sua affermazione, e presi il panno che avevo affianco per pulirmi

-mi vado a fumare una sigaretta, arrivo subito- tirai fuori dalla tasca dei miei pantaloni a vita bassa, il pacchetto di sigarette e chiesi il permesso a Liz che subito mi autorizzò.

Misi la mano davanti per coprire l'accendino dal vento, e una volta accesa aspirai sentendo il fumo invadermi le narici.

-me l'accendi pure a me?- sentì una voce alle mie spalle, e sobbalzai per poi rivelare Ciro. Lo vidi portarsi la sigaretta tra le labbra in attesa che gliela accendessi.

-fattela accendere dai tuoi- gli misi l'accendino tra le mani, e mi appoggiai di nuovo al muro

-prima nun stiv semp ngazzat- osservò e si poggiò anche lui al muro

-i tempi cambiano Ciro, e le persone pure- buttai fuori altro fumo, e lo guardai

-no, tu nun si cagnat, ti vuoi solo far vedere forte, e chest le semp fatt. Non volevi l'aiuto di nessuno, nemmeno il mio- parlò ed uno strato di pelle d'oca si formò sulle mie braccia. Feci per andarmene ma lui mi trattenne per il braccio.

-qualsiasi cosa Viola fa o ti dice, me lo devi venire a dire a me, Anna- mi alzò il mento per incrociare i miei occhi

-nun vogli nisciuna protezion- affermai seria

-e ij invec ta vogli ra'- insistette ancora, e a quel punto mi venne un'idea

-c' sta na condizion- incrociai le braccia al petto

-ric- assottigliò il suo sguardo tagliente ed io rabbrividì ancora

-tu lasci stare a Carmine e a Filippo, non gli dai più fastidio, e levi al chiattilo da mezzo i guai tuoi- inizialmente sembrò contrario ma dopo qualche secondo vidi la sua espressione cambiare

-va buon- annuì sospirando e non si decise a mollare la presa dal mio braccio

-mo m' rai nu vas- spostò la mano sul mio fianco ed alzai gli occhi al cielo

-nde suonn tuoij Ricci- mi allontanai e rientrai dentro

-allora è questo quello che avete scelto?- quando entrai di nuovo nella stanza trovai tutti i ragazzi accerchiati al grande tavolo

-questo è l'urlo di Munch- disse Liz, ed io mi sporsi per osservarlo. Da dietro sentì i passi di qualcuno, e vidi Ciro sorpassarmi per andare vicino ad Edoardo

-si, però non dovete farne una copia, dovete reinventarlo... metterci qualcosa di vostro- la professoressa prese il disegno in mano

-a te per esempio cosa fa venire in mente?- si rivolse poi a Silvia che era di fianco a me

-mia mamma quando vedeva il bordello in camera mia- scoppiai a ridere a quelle parole nella quale mi rispecchiavo molto

-si vabbè ragazzi, però un po' più...ja- ci incitò Liz ed io rimasi a guardare il disegno

-una madre che le hanno appena sparato il figlio- parlò Ciro, e all'istante alzai gli occhi verso di lui

-esatto ragazzi, dovete rappresentare l'umana gente- la professoressa annuì dopo le parole di Ciro, e mi appoggiai con i gomiti al tavolo

Annarè | Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora