Anna
14 ore prima della tragedia
Dopo aver lasciato l'hotel e salutato Ciro, ripresi il mio motorino e andai a casa per dare un ultimo saluto a mia mamma.
Mi cambiai, e ripresi la mia borsa per poi entrare nell'auto di Mena, che mi avrebbe riaccompagnata all'IPM.
-ci sentiamo piccrè- mia sorella mi baciò la fronte, e le sorrisi prima di attraversare i cancelli del carcere.
-ué Liz, marò comm è bell a libertà- all'entrata trovai Liz ad aspettarmi
-forz capa fresc', ti aspettano in direzione- mise una mano dietro la mia spalla e mi accompagnò davanti all'ufficio della direttrice.
Feci per entrare ma mi trovai Carmine davanti a me. Spalancai gli occhi sorpresa e lui pure.
-Ca'- lo strinsi tra le mie braccia e vidi il comandante sorridermi
-Anna, accomodati pure- la direttrice mi indicò il divano ed io lasciai andare Carmine
-dottorè che è succies?- accavallai le gambe e ascoltai la donna
-Anna, ieri verso le 14:15 Mirko, il ragazzo a cui hai sparato, è stato trovato morto in un bar del tuo quartiere, nessuno dei presenti ha voluto testimoniare, e siccome tu ieri eri in permesso sei una possibile sospettata- l'immensa felicità che mi avvolgeva qualche secondo prima, improvvisamente sparì.
Non avevo né fiato, né parole. Ero bloccata, e nella mia testa risuonava solo la notizia della morte di Mirko.
-Anna, allora? Ce l'hai qualcuno che possa testimoniare per te?- tornai alla realtà e la bionda davanti a me mi fissò. Mi passai una mano tra i capelli e chiusi gli occhi per un attimo.
-si, mia sorella, mia madre, tutti i miei parenti che erano a pranzo da noi. Ma i medici non hanno potuto fare niente?- poggiai la testa al divano ed inspirai per trattenere le lacrime
-no, purtroppo, è stato colpito nello stesso punto in cui avevi sparato precedentemente tu, e siccome il femore non era ancora del tutto risanato, è morto sul colpo- una lacrima sfuggì ed io subito asciugai. Non valeva la pena di piangere per un verme simile.
-starai separata dalle altre, fin quando non avremo nuove notizie. Liz accompagnala- mi alzai dal divano e seguì e la donna che mi portò verso le celle di isolamento, dove trovai i miei due amici.
Sentì il cancello dietro di me chiudersi e andai ad abbracciare i due.
-anche tu in isolamento- osservò Filippo ed alzai gli occhi al cielo pronta a spiegargli
-ieri hanno ucciso a Mirko, e siccome stavo in permesso sono sospettata, mi tengono in isolamento fin quando mia mamma e mia sorella non testimoniano- spiegai senza troppi dettagli, e mi sedetti per terra insieme a loro.
Il tempo passò tra i racconti di tutto ciò che ci era successo negli ultimi giorni, e Filippo sapeva che Ciro fosse a conoscenza della vera fine che aveva fatto l'auto di suo padre.
-ora che Ciro sa tutto sono fottuto- a sentire il suo nome ripensai alla sera scorsa.
Era così inspiegabile pensare a Ciro come il criminale che si faceva portare rispetto da tutti, e incuteva paura persino alle guardie, e non come il ragazzo con cui avevo passato la notte più bella della mia vita. Era stato così dolce, e delicato che mi sembrava di avere davanti una persona diversa. Ma ormai non me ne sorprendevo così tanto, avevo già vissuto la stessa cosa, e per questo mi ero messa sulla difensiva, pronta ad aspettare il suo prossimo colpo, inconsapevole che sarebbe stato molto vicino.
STAI LEGGENDO
Annarè | Ciro Ricci
FanfictionAnna Amato è un'adolescente napoletana che vive la sua vita in uno dei quartieri della grande e bella Napoli. Anna è vincolata in un relazione tossica, e dopo aver sparato al suo ragazzo viene portata all'IPM, dove si ritroverà ad affrontare il suo...