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Anna

Ero ormai chiusa in questura da 3 ore, il cielo era diventato nero, e alcune stelle mi facevano compagnia.
Mi ero chiusa in me, e non facevo altro che starmene in silenzio, rifiutandomi di rispondere a qualsiasi domanda

-lo sai che così non migliori la tua situazione?- l'uomo seduto di fronte a me continuava a tempestarmi di domande, ma la mia testa era rimasta a quattro ore prima.

Avevo sparato all'uomo che credevo di amare follemente.

-e a che serve? Song o stess n'assasin, nun putit fa nient- rimasi con le braccia incrociate sotto al seno, e con lo sguardo duro

-fatela cambiare, e portatela in cella con gli altri due. Domani la trasferiamo all'IPM, poi ci penserà il magistrato- ordinò ad un'altro carabiniere, che mi afferrò per il braccio conducendomi davanti un bagno

-mettiti questi, e datti una sciacquata- mi porse una busta di plastica, ed entrai in bagno, chiudendomi a chiave.

Per un paio di minuti mi fermai davanti allo specchio, fermandomi a fissare il livido che avevo in viso, diventato ormai più chiaro. Trattenni le lacrime e forzai un sorriso sulle labbra. Ero Libera. Era tornata l'Anna di una volta.

Una volta indossata la tuta bianca, e la maglietta azzurra che avevo trovato nella busta, mi sciacquai la faccia, tamponando delicatamente la parte del livido.

Uscì dal bagno, e seguì l'uomo in divisa che mi aprì una cella, indicandomi di entrare

-nun facit ammuin- raccomandò a me, e ad altri due ragazzi seduti ai lati di una panchina in ferro.

Mi feci il giro della grande cella, e in seguito presi posto di fianco ad uno dei ragazzi che aveva il volto calato.
Lo squadrai meglio notando che fosse abbastanza familiare.

-Carmine di Salvo?- il suo sguardo incontrò il mio, rivelando il Carmine che conoscevo

-Anna? E c' ci fai ca?- chiese con sguardo perplesso, ed io caddì in un profondo silenzio, tirando una ciocca di capelli dietro l'orecchio per mettere in luce il livido

-e tu stiv ancor cu chill omm e merd e' Mirko?- mi sfiorò delicatamente il livido rimproverandomi

-l'agg sparat Ca'- sospirai e gli rivolsi i miei occhi carichi di rammarico, mi presi un attimo per riflettere e decisi di smettere di parlare di me

-e tu? pecché stai ca?- gli domandai, e lo vidi immobilizzarsi.

Carmine ed io eravamo amici da una vita, avevamo frequentato le stesse scuole almeno fino alle medie, dove entrambi c'eravamo fermati non proseguendo gli studi, da lì ogniuno aveva preso la propria strada, conoscevo Nina, la sua ragazza, e a volte mi capitava di vederlo e fermarmi a parlare con lui.

Il nostro legame era da sempre molto confidenziale, sapevo quanto odiasse la sua famiglia e suo fratello soprattutto, non accettava il fatto di appartenere a loro, si sentiva diverso, ed il fatto che adesso fosse finito anche lui là dentro, mi preoccupava.

-a volte ci troviamo a fare scelte che non vogliamo Anna, ma non perché siamo costretti, perché è l'istinto che prende il controllo. E l'istinto mij ma magnat quann' agg vist o' figli e Valletta ngopp a Nina- attraverso le sue parole riuscì ad immaginarmi la scena.

Sapevo quanto Nazario fosse misogino, lo avevo capito quando aveva provato a toccarmi durante una serata in discoteca, dove ero riuscita ad allontanarlo da me grazie ad un paio di pugni e calci tirati totalmente a caso, data la mia poca sobrietà, ma che mi avevano fortunatamente salvata.

-Anna ij nun so comm e' lor, nisciun megli e te o' sap- annuì all'istante alle sue parole, sapevo come si sentiva, e nulla più che una faccia conosciuta mi avrebbe potuto aiutare in quel momento

-c' amma fa forz Ca'. Già c' agg stat la dint, ammá truvá na speranz p' cumbattr altrimenti ne usciamo pazzi, stammi a sentire- gli accarezzai la spalla in segno di forza, e lui mi strinse in un'abbraccio.

Ero già consapevole di ciò che mi  aspettava il giorno seguente.
Non potevo rivederlo.
Dovevo evitarlo come la peste.
Non avrei dovuto minimamente incrociare il suo sguardo.
I suoi occhi scuri come la morte.
Gli stessi occhi che qualche tempo prima mi avevano fatto vivere la favola più bella della mia vita.

Avevo passato la notte a condividere quella panchina fredda con Carmine. Mi ero torturata la testa con i pensieri.

Non ero affatto spaventata dall'idea di entrare all'IPM, esattamente cinque mesi prima avevo appena finito di scontare i miei tre mesi per spaccio, e vari furti. Avevo ottenuto il rispetto di tutto l'IPM, mi ero fatta degli amici, il mio unico sostanziale problema era da sempre stato lui.

-forza salite- assieme a Carmine, ed un'altro ragazzo che aveva condiviso la nostra cella quella notte, salì sul furgone che ci avrebbe portato al carcere.

Giunti a destinazione dopo mezz'ora di tragitto, la porta del furgone ci permise di tornare alla luce del sole, rivelando il cortile colmo di ragazzi. Carmine mi lasciò passare non appena l'altro ragazzo fu sceso, e mi fermai a guardarmi intorno. Fui sorpresa di non sentirmi spaesata come la prima volta che arrivai.

-Anna- mi sentì richiamare da una voce femminile, mi voltai alla mia destra e vidi Liz sorridermi, e allo stesso tempo perplessa

-ué Liz- d'istinto l'abbracciai stringendola

-c' passauaij ca si, manc a mitt a post sta cap- mi strinse le spalle, per poi indicarmi di seguirla. Mi voltai per fare un cenno a Carmine che ricambiò, e seguì la donna che mi poggiò una mano dietro la schiena

Passammo di fianco al campo dei ragazzi, e all'istante puntai gli occhi sul pavimento sentendo dei passi farsi vicini. Fui attenta a sistemare i capelli dalla parte del livido. Per nessun motivo avrebbe dovuto vederlo.

-uagliù ma chell è Anna- riconobbi la voce di Edoardo

-Anna- era lì.
Poco distante da me.
La sua voce non l'avrei mai potuta  scordare.

-annarè- la sue mani scivolavano sulla rete man mano che avanzavo

-pcchè stai ca?- i suoi passi seguivano i miei, ma il mio sguardo era rimasto inchiodato per terra. Mancava poco, e  avrei superato il campo.

-Anna- sentì un'ultima volta la sua voce chiamarmi, ma non ebbi nemmeno il coraggio di voltarmi, e mi addentrai nell'IPM.

Da quel momento, si era aperto un nuovo capitolo della mia vita.

Ciaoo.
Che ve ne pare di questi primi due capitoli. Come vi avevo precedentemente avvisato non mi piacciono granché, però i prossimi mi hanno dato più soddisfazioni.
Al prossimo aggiornamento.
Bluemoon 🌙

Annarè | Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora