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Anna

Ero di ritorno dal turno delle pulizie degli uffici quando mi fermai davanti la mia cella e vidi serena rannicchiata sul suo letto, mentre stringeva qualcosa nella sua mano

-Serè, c' stai facenn?- mi fiondai all'istante verso di lei, e le tirai via da mano la pasticca di metanfetamina

-te l'ha data quella psicopatica? Questa roba t' accire Serè- alzai subito il tono di voce sentendo la rabbia scorrere nelle vene

-a te importa solo che me l'ha data Viola- obiettò Serena e aggrottai la fronte

-ma c' cazz stai ricenn? Ij t vogli ben comm' a na sor Serè, si stat a prima cumpagn ra mij ca djnt m n pass po' cazz e viola, ma tu cu sta roba ti rovini solo- alzai il tono, e dopo le mie parole la bionda crollò nelle mie braccia.

Al termine del nostro lungo abbraccio, lasciai la mia cella per entrare in quella di Viola. Trovai la stanza vuota e mi catapultai in bagno dove la vidi davanti allo specchio con Gemma.

Afferrai il suo braccio e la spinsi verso il muro seguita dal tonfo dell'armadietto.

-gliel'hai data tu quella merda a Serena?- dissi tra i denti, e lei rimase impassibile alla mia reazione. Tipico di una psicopatica come lei.

-leva la mano- sibilò senza smuoversi di poco

-che c'è hai paura che Ciro non ti fa più i regali?- assottigliai lo sguardo. Sapevo perfettamente a cosa fosse dovuta la sua gelosia nei miei confronti.

-leva la mano- ribadì per la seconda volta ignorando le mie parole

-io te lo ripeto l'ultima volta Viò lascia stare gli amici miei, altrimenti sta storia finisce a male, te lo giuro- tolsi la mia mano dal suo viso, e uscì dalla stanza più incazzata di prima.

A metà mattinata la direttrice ci concesse di dividere la sala comune con i ragazzi, ed ebbi l'opportunità di vedere Filippo e Carmine, per aiutare il secondo.

-chiattì ma è sicura sta cosa qua?- chiesi dopo aver ascoltato ciò che Filippo aveva in mente. Il suo piano consisteva nel mandare Carmine in ospedale, per poi scappare ed imbarcarsi su una nave che li avrebbe portati via di qui.

-sicurissima, fidatevi- guardò entrambi, ed io mi voltai per osservare l'espressione di Carmine un po' perplessa

-Anna, tu puoi chiedere a tua sorella di accompagnare Nina dalla sorella del chiattilo?- domandò Carmine ed io mi persi nel vedere Ciro puntare gli occhi verso di noi

-oggi la vedo a colloquio e glielo dico- annuì e mi portai una ciocca di capelli dietro l'orecchio

-Ca' però mi devi promettere che stai attento, e che ti prendi cura di Nina- l'orario della mensa si stava avvicinando a vista d'occhio, ed era arrivato il tempo di salutare il mio amico per l'ultima volta

-non ti devi preoccupare, e tu mitt appost a cap Annarè- mi scompigliò i capelli per poi abbracciarmi

-allora questa è stata la nostra ultima partita tutti e tre- Filippo fece cenno al mazzo di carte che Carmine stringeva nella mano ed io sorrisi amareggiata.

-forza perzechelle- Nunzia venne a richiamare noi ragazze ed io guardai il mio amico

-ciao carmniè- gli diedi il mio ultimo saluto, e raggiunsi le mie compagne.

Dopo la mensa Liz ci portò nel laboratorio d'argilla per proseguire con i lavori di quel benedetto murales. Ancora in pensiero per il mio amico mi sedetti in disparte a pitturare di azzurro le piastrelle.

-professò mi posso andà a fumare una sigaretta?- mi ripulì le mani macchiate, e andai verso il professore

-in teoria non potresti, però vai- mi diede il permesso ed entrai in sala barca estraendo dalla tasca dei miei jeans il pacchetto di tabacco.

Annarè | Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora