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Anna

Come ogni mattina alle 8 precise, Nunzia veniva a svegliarci ed io in controvoglia dovetti alzarmi. Arrivai in mensa ancora addormentata, e decisi di sedermi da sola per non sentire la voce di nessuno.

Mi passai una mano tra i capelli che si erano arricciati, e presi un sorso di latte. All'improvviso sentì dei passi veloci giungere in mensa, e mi voltai a malapena.

-venite, Serena sta male- gridò una delle ragazze e scattai subito in piedi. Fui la prima a correre nella sua cella e a vederla stesa sul pavimento con le braccia insanguinate. Mi portai una mano davanti la bocca e accarezzai il volto della mia amica.

-mamma mia- esclamò Silvia dietro di me

Nunzia e Liz arrivarono in fretta a prendere Serena per portarla in infermeria, e non appena tutte liberarono la cella mi piegai per raccogliere il pezzo di vetro ricoperto di sangue con la quale Serena si era tagliata. Uscì dal bagno e trovai Viola ad aspettarmi.

-ti odio- sussurrai

-il tuo odio mi fortifica- ghignò fiera, e a quel punto mi sentì mancare il controllo

-sient ma tu che cazz vuò ra me?- gli strinsi la faccia con la mia mano, e sospirai più forte

-voglio che stai lontana da Ciro, da quando sei arrivata mi considera a malapena- parlò con il suo tono da psicopatica, ed io assottigliai lo sguardo sconvolta

-tienatil a chillu strunz- la spinsi e me ne andai nella mia cella arrabbiata più che mai.

Era sempre stato la causa di tutti i miei problemi, ma ciò non era mai ricaduto sui i miei amici, e questo mi spaventava. Chissà quella pazza che altro aveva in mente.

Attraversai i corridoi fino ad arrivare alla mia cella dove Silvia era in piedi sull'uscio della porta, mentre Naditza cercava di parlare con Serena.

-è stata lei a dirti di farlo, ovè?- mi avvicinai al letto spedita verso la bionda

-andatevene- sussurrò con le lacrime agli occhi. Guardai Nad aggrottare la fronte confusa

-ieri eri felice quando ho proposto di dormire insieme, e po' e uardat a ess. Serè nun songa scem- mi sedetti sulla brandina di Naditza

-Anna ti prego, andatevene- singhiozzò, e mi passai una mano tra i capelli

-serè quella è na pazza- parlò Nad accarezzando la mano della bionda

-lei è forte però, e io no e poi è l'unica ca' dint ca' m vo ben- una lacrima mi percorse il viso, e la lasciai cadere fino al collo. Mi faceva male vedere la mia amica stare così.

-ma che stai ricenn?- continuò la castana al mio fianco

-fidati ho fatto bene, sono solo un ingrata- tirai un grosso sospiro, e mi scambiai uno sguardo fugace con Silvia che tornò a voltarsi di spalle

-calmati serè, quella ti vuole solo manipolare. Pur tu si fort', e nuij t vulimm bene- dissi scostando un riccio che gli era caduto davanti al viso.

Non appena Serena si fu addormentata vidi Naditza scattare in piedi e legarsi i capelli. Mi alzai dalla brandina e la seguì assieme a Silvia.

-Nad ma arò vai?- chiesi in allerta. Naditza era sempre la prima a difendere tutte noi, e questa volta non avrebbe fatto eccezione.

-ti vuoi fermare?- Silvia provò ad afferrarle il polso, ma continuò a camminare verso il piccolo salotto del dormitorio

-arò sta?- entrò e si avvicinò a Viola colpendola in viso

-devi lascia sta a Serena, hai capito?- spintonò la rossa sul tavolo e la colpì di nuovo

Annarè | Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora