«Grazie Joseph» pronunciò la giovane donna dopo avergli confessato la sua felicità in ciò che Callaghan le aveva donato: un amore che andava oltre il tempo e lo spazio. Immortale.
Fiona chiuse gli occhi consapevole che sarebbe iniziata una nuova vita. Un'esistenza monotona, una quotidianità assai più noiosa di quanto avrebbe dovuto, ecco cosa Fiona aveva compreso nei giorni seguenti alla trasformazione. Joseph era riuscito a cambiarle la vita sin dal primo incontro ed ancora una volta al primo morso, ne era riuscito persino in quel momento facendola diventare come lui.
Ovviamente non c'era un onore più grande di restare al fianco del suo amore, pertanto la rendeva felice e completa anche se risultò difficile. Ebbene i primi giorni si erano tramutati in un inferno sulla terra per la giovane: una fame accecante, un dolore implacabile al suo intero corpo, una situazione la quale sembrava insuperabile. Fortunatamente trovava la pace nel sapere che Callaghan le stava accanto e si prendeva cura della sua salute. Anche il tepore del sole sembrava alleviarle alcuni dolori, malori che svanirono nel giro di un mese.
I giorni si tramutarono in mesi che presto divennero anni e in tutto quel tempo Joseph e Fiona mai avevano pensato di lasciarsi, un legame che andava oltre la ragione, un legame indissolubile e Callaghan ne era consapevole. Un giorno di primavera Joseph fu invitato per la prima volta nella dimora della signora Danaway, ne fu talmente sorpreso che credette che tutto ciò fosse un segno. L'anziana signora parlava con la giovane donna e quest'ultima ridacchiò. Per chiunque altro poteva sembrare una situazione comune ma per Joseph si dimostrò qualcos'altro, un momento di purezza come la brezza primaverile che soffiava all'esterno, lo colpì così nel profondo che in quell'istante, nella sua mente, vi parve un unico pensiero. Il giovane prese un paio di respiri profondi e, mentre la dolce Fiona era ammaliato dal racconto della signora, Callaghan osservò la giovane nei minimi particolari attendendo il silenzio che vi sarebbe stato alla conclusione del racconto. Adorava ammirare il volto della sua amata perché vi trovava quelle particolari e dolci caratteristiche che la rendevano unica. In particolare gli piaceva osservare quella voglia sul padiglione dell'orecchio che somigliava ad un'impronta di lupo, o che quando era imbarazzata, congiungeva le mani e si accarezzava le dita tra loro. Trovava dolce anche quando si arrabbiava: metteva sempre una mano sul fianco portando il bacino leggermente in avanti e lasciando l'altro braccio cadere dietro di esso. Lasciava quell'espressione che parlava più di mille parole e si faceva sempre capire da tutti. Erano assai poche le volte in cui la rabbia ebbe la meglio su di lei, riusciva a superare le diverse situazioni senza alcun problema, ma quando si ripetevano senza dar cenno di miglioramento allora in quel momento si aveva un Fiona molto arrabbiata.
Joseph voleva sorprenderla e darle la felicità che si meritava, voleva darle un senso di famiglia che non le potevano più dare i genitori periti a causa di un incidente in fabbrica avvenuto molti anni prima. Se fosse stato possibile Callaghan le avrebbe voluto donare il mondo intero, purché potesse vederla serena e felice.
La storia della signora Danaway concluse e come aveva presupposto, ora governava il silenzio. Dunque, prima che potesse farlo qualcun altro, guardò l'anziana signora e pronunciò «Signora Danaway, voi siete diventata come una tutrice per la dolce Fiona. Siete stata presente in ogni momento e questo ha fatto legare anche me a lei, signora Danaway. Pertanto sarei onorato di chiedere la mano di Fiona, solo e soltanto se lei mi darà il consenso. Amo Fiona ma non potrei mai sposarla sapendo che voi ne sareste stata all'oscuro, dunque sono qui, nel suo appartamento per la prima volta, a fare quest'enorme richiesta, perché sono convinto che saprà giudicare obiettivamente.» Joseph oramai in piedi attendeva la risposta dell'anziana signora che spostava lo sguardo da un giovane all'altra. Si poteva intuire che stesse ragionando ma quando vide l'espressione di Fiona, stupefatta, gioiosa e speranzosa, non potè che comprendere che tutto quello non era stato organizzato. Si fece sfuggire una risata «Dopotutto non necessitate di buone maniere giovanotto, ma avete chiesto alla persona sbagliata Callaghan.» concluse senza mai scomporsi.
«Vi prego signora Danaway, a me, a noi importa del suo consenso, non è così Fiona?» chiese il giovane guardandola che in risposta annuì mordendosi il labbro.
La signora sospirò lasciando quel sorriso sulle labbra «Ebbene, chi sono io per dividere due anime cosi affine. Se Dio vi ha fatto incontrare ci sarà una ragione.» disse alzandosi e raggiungendo Joseph «Ma che sia chiaro e cristallino un concetto: se farà del male alla poveretta che ti sposerà, mi rivolterò nel tomba e ti verrò a cercare da purgatorio, paradiso o inferno che sia e ti tirerò le orecchie con le mie stesse mai. Intesi?»
Joseph sorrise felice del suo consenso ed annuì. L'anziana lo guardò con sguardo severo in un primo momento, ma infine lasciò cadere la sua maschera e lo abbracciò «Che non si venga a sapere in giro. Ho una reputazione da difendere.» Callaghan ridacchiò e la strinse a sua volta, alcune volte gli piaceva pensare che alla signora non le dispiaceva coprire il ruolo di madre, ed era per questo che forse li sgridava ogni qualvolta... perché teneva a loro e aveva il timore che sarebbe successo qualcosa di irrimediabile.
La signora si allontanò e si avvicinò a Fiona che nel mentre alcune lacrime di gioia le erano sfuggite al controllo. Le asciugò le guance e le sussurrò frasi positive e piene d'amore, infine abbracciò anche lei e si allontanò «Presumo che i nuovi sposi vogliano stare un istante da soli.» sorrise prima di chiudersi dietro la porta che divideva il soggiorno dalla sua camera da letto.
Fiona non resistette più dall'emozione e velocemente raggiunse Callaghan abbracciandolo «Sta accedendo realmente? Lo sto forse sognando?» chiese perdendo il controllo di altre lacrime.
«Fiona Robinson...» iniziò Joseph inginocchiandosi di fronte a lei «Mi fareste l'onore di spo...»
«Si!» lo interruppe lei troppo presto «Perdonatemi, sono troppo entusiasta ho parlato troppo presto.» disse imbarazzata facendo lo stesso gesto che adorava osservare. Il giovane sorrise e riprese a parlare «Oh Fiona amo ogni vostra sfumatura. Siete cordiale, coraggiosa, intelligente e bella. Sono stato un uomo fortunato e lo sarò per sempre se mi concedete la vostra mano. Volete sposarmi?» dichiarò Callaghan in ginocchio aspettando che Fiona rispondesse nuovamente, ma ciò che fece non fu immediatamente rispondere.
Lo abbracciò facendogli perdere l'equilibrio finendo sdraiato sulla schiena con la giovane sopra di lui che ripeteva «Si, si, infinite volte si.»
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l'Inganno della Megera
VampirosIN REVISIONE In una Londra del 1851, un giovane uomo di nome Joseph Callaghan desidera in tutti i modi trovare una cura per distruggere la sua parte mostruosa e potersi dichiarare alla donna di cui segretamente è innamorato. Ma la sua vita viene str...