Callaghan aveva viaggiato con Fiona fino ad Edimburgo con lo scopo di sposarla in un luogo che le sarebbe rimasto impresso per sempre. Mentre passeggiavano alla luce del tramonto nel Princes street Garden, dopo un pranzo nel ristorante migliore della città, Joseph osservò come la giovane stava ammirando il sole tramontare sull'orizzonte dipingendo il cielo di colori caldi e delicati. Un'atmosfera idilliaca, anche se il sole provocava dei pizzicori sulla pelle del vampiro.
Erano passati solo una mezza dozzina di giorni da quando Joseph le aveva chiesto la mano eppure non vedevano l'ora di sposarsi lì. Avevano entrambi un lunghissima vita di fronte a loro, ma volevano agire subito perché impazienti. D'altronde anche la signora Danaway lo era. Si era già presa la briga di organizzare l'evento e richiedere un sarto per i vestiti degli sposi. Vestiti che avevano già provato e fatto sistemare. Joseph poi, aveva inviato gli inviti al suo amico Friedrich, a suo fratello Nicolay e alla sua amica Helen anche se in fondo sapeva che sarebbe stato difficile rivederla dopo quanto accaduto con Claus. Fiona invece, mandò un invito ai fratelli Soren e Claus, le sembrava giusto invitarli dopo tutto quello che avevano fatto per loro quella notte alla fonte, e per codesto motivo sarebbe stata felice di vederli in un giorno così importante. Ovviamente ne aveva discusso con il suo futuro marito e nonostante fosse contrario, accettò.
Mancavano poche ore al fatidico momento e i due futuri sposi si erano voluti prendere per sé qualche istante per una passeggiata ma sapevano che ci sarebbe voluto del tempo per prepararsi e ritrovarsi all'altare, quindi decisero all'unisono che era il momento di andare. Tornarono nell'edificio dove alloggiarono temporaneamente e si separarono all'entrata. Fiona andò con la signora Danaway, mentre Joseph entrò nella stanza prenotata a suo nome. Guardò l'abito stirato egregiamente lasciato sul divanetto accanto ad uno specchio e non potè fare a meno di sorridere.
Stava per accadere.
Finalmente poteva lasciarsi alle spalle la vita di solitudine che tanto lo disprezzava, per vivere serenamente con una donna splendida quale era Fiona. Prese l'abito tra le mani e perso nell'immaginario futuro della loro relazione, si cambiò.
Nello specchio si rifletteva la figura di un uomo felice, sicuro e pieno di aspettative. Un uomo che vestiva un abito elegante bianco con ricami unici e sfarzosi di colore blu scuro. A lui non piacevano molto ma la signora Danaway insistette nell'aggiungerli perché sarebbero stati simbolo di un matrimonio vivace. Joseph non concepiva quel ragionamento, ma doveva ammettere che nell'insieme l'abito risultava sofisticato e alla moda.
Si sistemò i polsini ed allora qualcuno bussò alla porta «Prego entrate. È aperto.» disse distratto Callaghan. Fantasticava ancora su come sarebbe potuta essere la vita con Fiona e questo gli riempiva di gioia il cuore.
«Cielo, ti sei superato con questo abito!» disse Nicolay. Quando Joseph vide il riflesso del fratello nello specchio spalancò gli occhi incredulo «Nicolay sei riuscito a venire fin qui?» chiese stupefatto. Non pensava che gli sarebbe giunto l'invito ne che avrebbe partecipato all'evento.
«Non potevo lasciare mio fratello da solo in questo giorno di grande felicità. A proposito di matrimonio... chi è la signorina Fiona Robinson? Pensavo che ci fossero sentimenti per la giovane Cripk.»
«Oh Nicolay, ti devo raccontare molte cose, fratello mio.» disse sospirando gioiosamente, ma non vi era il tempo di perdersi nel passato. In pochi minuti la signora Danaway sarebbe entrata dalla stessa porta in cui bussò Nicolay per avvisare l'inizio delle nozze. Sebbene tutto ciò sembrasse irreale, stava invero accadendo. Callaghan non poteva contenere l'agitazione e l'entusiasmo, aveva la sensazione che il cuore gli sarebbe presto uscito dal petto e che le farfalle volassero nello suo stomaco indisturbate.
«Non ti vedevo così felice da molto, fratello.» disse Nicolay con un'autentica felicità. Un sorriso sincero e vero gli solcava le labbra convinto delle parole appena pronunciate. «Ebbene, prima di andare...» continuò imbarazzato il fratello minore «Io... devo ringraziarti Joseph. Se non mi avessi salvato da quell'incendio e intimato a cambiare vita, ora non sarei qui a presenziare in questo giorno di grande festa. E...» posò una mano sulla spalla del più grande «E non sarei mai cambiato dal don giovanni che ero.»
«Stai forse dicendo che ti stai impegnando in una relazione?» chiese stupito Joseph.
«Ricordi la donna di cui ti parlai tempo fa? Ho vissuto il suo rifiuto ma è stato diverso dalle altre volte. Ho intenzione di farmi perdonare e... chi sa se un giorno non la sposi.»
Il fratello maggiore lo abbracciò sussurrandogli che sperava nella sua felicità.
Come da programma la signora Danaway irruppe nella stanza senza neanche la premura di bussare, ma quando vide Joseph con quell'ambito, non tanto perché era in un intimo abbraccio familiare, si arrestò all'istante. «Giovanotto, odio doverlo ammettere, ma assomigli tanto al mio caro e defunto marito.» disse ferma a pochi passi dalla porta.
«Spero in un complimento» disse Callaghan allontanandosi dal fratello che nel mentre tolse il disturbo lasciando i due soli. «È più di un complimento. Ricordo ancora quando quel dolce uomo mi ha portato in chiesa e mi ha sposata.» disse sognante ma ritornò la solita signora Danaway dopo un sospiro «È tempo di andare. Non è l'uomo a dover farsi desiderare. Muoviti a raggiungere l'arcata.» ordinò girando i tacchi e sparendo dietro l'angolo. Callaghan non attese neanche un istante per decidersi a seguire la signora fino all'entrata dell'edificio.
La loro cerimonia non ebbe luogo in chiesa, né nelle sue vicinanze. Fiona adorava l'aria aperta e il profumo della primavera ariegiare indisturbata, e sapendo ciò Joseph le aveva promesso un matrimonio all'aperto. Al chiaro di luna per via dell'intolleranza alla luce di Callaghan, ma un matrimonio ben illuminato da lumini, candele e lampioni nelle vicinanze. Sull'erba fu steso un tappeto cobalto ai cui lati erano adagiate delle sedie bianche, poche come gli invitati, ma allineate con cura.
Alcuni erano seduti a parlare, altri erano in piedi mentre guardavano Joseph avvicinarsi all'arco fatto di legno bianco con rose blu e bianche intrecciate tra le assi. In quell'istante vide Claus e Soren, due persone che non avrebbe voluto al matrimonio, ma che in fin dei conti erano artefici della sua felicità. Parlavano in sussurri che solo loro erano capaci di percepire, ma decise di non dargli peso ed arrivò all'arco. Callaghan era nervoso ed entusiasta per tutto ciò, emozioni che non riusciva a nascondere neanche a sé stesso. La signora Danaway se ne andò dopo aver detto a tutti di sedersi e di attendere qualche istante. Nicolay era al fianco di suo fratello sotto quel manto di rose e non potè fare a meno di poggiargli una mano sulla spalla e sussurrargli parole piene di orgoglio e ammirazione. D'un tratto Callaghan sentì cambiare l'atmosfera: improvvisamente percepì un calore familiare, un profumo soave inconfondibile persino tra mille odori indistinti di fiori. L'odore di lavanda pervase le narici di Joseph e, dall'espressione di Claus e Soren, comprese che se ne resero conto anche loro. «È arrivata» sussurrò Callaghan ancor prima di poterla scorgere in fondo al tappeto blu.
Il vestito di Fiona andava oltre ogni concezione di meraviglia, la dolce Robinson aveva scelto un abito semplice, bianco come da tradizione, ma con dei ricami blu simili a quelli sull'abito di Callaghan, le spalle coperte a metà da maniche quasi trasparenti decorate con perle ricamate qua e là. Per quanto fosse affascinante l'abito, di certo non eguagliava la bellezza di Fiona: i suoi capelli cadevano sulle spalle in lunghi boccoli bruni, le sue guance erano rosee e i suoi occhi nocciola, sotto quelle lunghe ciglia, penetravano l'animo di Joseph fino ad arrivare al cuore.
Il sorriso imbarazzato, ma entusiasta di quel momento, la rendeva ancor più meravigliosa di quanto non fosse già agli occhi di Callaghan il quale aveva l'impressione che il cuore gli uscisse dal petto per quanto batteva spedito.
Con una leggera musica di sfondo ella si avvicinò all'arco con sorriso divertito sulle sue labbra. Appena giunta da Joseph si scostò una ciocca dietro l'orecchio e dichiarò in un sussurro: «Sentivo il vostro battito dall'altra parte del tappeto» ridacchiò. Le sue parole fecero sorridere il giovane «Sono alquanto felice per tutto ciò e non riesco a nasconderlo.» confessò posando una mano sul cuore.
L'officiante cominciò la cerimonia, a Joseph non importavano realmente le parole che stava ascoltando dal prete, ma importava il simbolismo di ciò che stavano facendo. Quando l'officiante non guardava, Callaghan spostava discretamente il suo sguardo su Fiona con la volontà di prendere la sua mano e stringerla. In quel momento anche Fiona spostò gli occhi discretamente sull'uomo che stava per sposare e sorrise, si avvicinò di un passo quasi impercettibile all'uomo solo per poter intrecciare i loro mignoli in un contatto discreto quanto i loro sguardi.
Infine il prete chiuse il libro tra le sue mani e attendeva qualche istante per concludere la cerimonia perché egli diede il tempo agli invitati di opporsi. Joseph guardò dietro di sé e fu sconvolto dalla presenza di Helen, ma non parlò, rimase seduta a godersi la cerimonia in compagnia di un uomo del tutto umile e sconosciuto.
Quando Callaghan sentì le parole "marito" e "moglie" si rimise diritto aspettando con ansia il momento di rafforzare il legame con Fiona nel vincolo del matrimonio. Gli sposi si misero una di fronte all'altro tenendosi le mani e fu allora che l'officiante pronunciò le ultime parole. Ne Fiona ne Joseph lo ascoltarono veramente ma avendo fatto le prove sapevano che era giunto il fatidico momento: si avvicinarono di un passo e, tra sorrisi di gioia, si unirono in un soave e dolce bacio che li avrebbe legati per sempre.
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l'Inganno della Megera
VampirosIN REVISIONE In una Londra del 1851, un giovane uomo di nome Joseph Callaghan desidera in tutti i modi trovare una cura per distruggere la sua parte mostruosa e potersi dichiarare alla donna di cui segretamente è innamorato. Ma la sua vita viene str...