Capitolo 1

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Mi chiamo Macarena e nella vita non ho avuto molta fortuna, mi sono capitate delle vere e proprie tragedie.

Dopo quello che mi è successo dieci anni fa non avrei mai pensato di poter essere di nuovo felice. Dopo la morte dei miei genitori e quella di mio fratello non avrei mai pensato che il mio cuore potesse ricominciare a battere.

E invece è arrivato Simón, che mi ha fatto capire che, nonostante il dolore, potevo ancora essere amata.

Sono su una panchina e sto fumando una sigaretta, la sesta di oggi. So che il fumo provoca il cancro, mio padre lo ha avuto, anche se è morto per un motivo diverso.

Ma comunque fumare mi dà un senso di pace, come se provassi piacere nel fare qualcosa che mi distrugge.

Simón mi toglie la sigaretta di mano e me la spegne.

"Sai che dovresti smettere." mi dice.

"E tu sai che non seguo mai i tuoi ordini."

"Se proprio vuoi distruggerti potresti scegliere qualcosa di più divertente."

Dopo un quarto d'ora ci troviamo a scopare in camera sua. C'è qualcosa di profondamente doloroso nel modo in cui facciamo l'amore e non sto parlando di dolore fisico.

Entrambi abbiamo molti demoni, questo non è un segreto. Entrambi scopiamo come se l'altro fosse sia veleno che antidoto.

"Sei bellissima." mi dice, mentre raccolgo i vestiti dal pavimento.

"Come farai quando andrò a studiare lontano da te?"

"Ne sei sicura, bimba? Il tuo migliore insegnante è qui."

"No, tu sei il mio fidanzato. Voglio prendere il mio addestramento seriamente e non credo che ci riuscirei se tu fossi il mio maestro."

"E con chi vorresti studiare?"

"Pensavo Hattori Hanzo o Zulema Zahir."

"Come conosci Zulema Zahir?"

"Come potrei non conoscerla? È la migliore maestra Samurai che ci sia al mondo, lei è praticamente una star."

"Lo so, la conosco dal vivo."

"Davvero? E com'è?"

"Una stronza senza cuore."

"Credo che saprei tenerla a bada."

"In ogni caso, hai ancora tempo per pensarci."

Perché mi sembra che Simón non approvi? Che abbia qualche trascorso con Zulema?

Magari è una sua ex o qualcosa del genere, una fitta di gelosia mi percorre tutto il corpo, ma decido di non indagare.

Lo sguardo mi cade sulla scatola di preservativi che abbiamo lasciato sul comodino, ma non abbiamo usato.

"Noi... Non abbiamo usato protezioni... E tu mi sei venuto dentro..." sussurro.

"Tranquilla, a quest'età è improbabile che io faccia dei figli. Dai, ho cinquantatré anni."

"Ma io ne ho trentadue ed è l'età della donna quella che conta."

"Non pensarci troppo, se fosse successo qualcosa rimedieremo."

"Rimedieremo? In che senso rimedieremo?"

"Non vorrai mica tenere un bambino con la vita che facciamo? Sarebbe in pericolo."

E ha ragione. Noi siamo sicari e ogni giorno ci troviamo ad affrontare situazioni in cui c'è anche la possibilità di morire e non potrei mai mettere a rischio la vita di un bambino.

"E se cambiassimo vita?" gli chiedo.

"Sai bene che quella non è una possibilità, bimba. Comunque stai tranquilla, vedrai che non c'è nulla di cui preoccuparsi."

"È vero, forse mi sto agitando troppo."

"Ti amo, lo sai?"

"Ti amo anche io."

Quando esce mi metto a fare un po' di ricerche su Hattori Hanzo e soprattutto su Zulema Zahir.

Non so perché, ma c'è qualcosa che mi affascina in quella donna.

È bella, elegante e sicura di sé. E poi combatte come una tigre, ha allenato i migliori samurai che ci sono al mondo.

Ok, ho deciso. Voglio lei come maestra.

E se a Simón non andrà bene pazienza, non può tarparmi le ali solo perché sono la sua fidanzata, non sono una sua proprietà.

Mentre la mia mente viaggia, fantasticando su quanto sarebbe bello allenarsi con Zulema, qualcuno bussa alla porta ed entra prima di sentire la mia risposta.

È Akame, una mia amica. Anche lei fa parte della nostra banda, insieme a Maria, Anabel, Sandoval e Ramala.

Però Akame è quella con cui ho legato di più, anche se a volte può sembrare più fredda di una lastra di ghiaccio.

"Maca, ti disturbo? Volevo sapere se ti va di allenarti con me, voglio provare la mia nuova spada."

"Arrivo subito."

"Zulema Zahir? Scusa, non ho potuto fare a meno di guardare quello che stavi cercando su Google."

Ok, è stata decisamente ficcanaso, ma con lei non ho problemi. Se io concepissi il concetto di "migliore amica" lei sarebbe la mia.

"Sì, pensavo di studiare con lei l'anno prossimo. Tu la conosci? Com'è?"

"Antipatica, ma ha un grande talento. Fai bene a scegliere lei, anche io per un periodo ho studiato il suo metodo e ti cambia la vita, fidati."

E mentre mi alleno in giardino con Akame, Simón mi guarda sorridendo. E ovviamente mi fa perdere la concentrazione, così la mia amica mi disarma e io cado miseramente a terra.

"Questo è esattamente il motivo per cui non voglio studiare con te." dico a Simón, ridendo.

"Sei così buffa e così sexy allo stesso tempo."

Mi sposta i capelli dal viso e mi bacia dolcemente. È più alto di me e io devo mettermi in punta di piedi per raggiungerlo bene, sono piccolina in confronto a lui.

Sono piccolina in tutti i sensi, anche anagraficamente, però non mi importa.

Quello che mi importa è che, dopo dieci anni, io e lui ci guardiamo ancora come il primo giorno. Ci amiamo ancora come il primo giorno. E voglio pensare che tra noi non finirà mai, voglio credere che il "Per sempre" esista.

Perché non so se potrei respirare senza di lui.

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