La casa di Zulema è molto grande, ma forse è poco accogliente. Cioè, sono felice di essere qui e le sono grata, ma la sua casa è ordinata e triste allo stesso tempo. Come se fosse disabitata e venissero solamente a pulirla.
"Tu starai qui, io nella casa accanto." mi dice.
"Io non vivo con nessuno." aggiunge, come se volesse darmi una spiegazione.
"Grazie..." le rispondo.
Ho saputo che è stata lei a salvarmi la vita. Riccia ha parlato con Saray dopo la chiamata che le ho fatto dalla chiesa e hanno mandato Zulema a controllare la situazione.
Mi ha trovata a terra, agonizzante, mentre dicevo cose a caso. Probabilmente stavo delirando perché stavo morendo dissanguata.
Già, perché Simón non mi ha sparato un colpo in testa o al cuore, ma ha preso un polmone e lo stomaco, per farmi morire lentamente.
Figlio di puttana fino a fine. E prima o poi pagherà per ciò che mi ha fatto.
Tra l'altro, ricordo di avergli detto che Isi era sua figlia prima che lui mi desse il colpo che mi ha quasi mandato all'altro mondo.
Come ha potuto fare una cosa del genere? Quell'uomo è un mostro.
Ma forse lo è sempre stato e io lo guardavo con gli occhi di una cretina innamorata.
Comunque, anche se Zulema mi ha salvata, quel bastardo è riuscito a rovinarmi la vita.
Isi è morta, il medico mi ha detto che non potrò più avere figli, sono su una sedia a rotelle e a malapena riesco a mangiare da sola. Il mio ex mi ha distrutta in tutti i sensi.
"Mi dispiace per quello che ti è successo, io sono venuta a trovarti tutti i giorni." mi dice lei.
"Davvero? Perché?"
"Riccia mi ha chiesto di proteggerti e lei è la fidanzata di Saray. Io farei qualsiasi cosa per Saray, è come una sorella per me."
Annuisco, guardandomi intorno.
Mi sento confusa e mi gira la testa come se fossi appena scesa dalle montagne russe.
"Io credo... Mi sa che devo vomitare..." dico.
Zulema mi porta un catino, ma io mi vergogno da morire.
"Puoi andare via? Per favore."
"Non sei la prima che vedo vomitare e di certo non sei in grado di svuotare questo affare da sola." mi risponde.
"Zulema, io..."
Non riesco a finire la frase, devo rimettere.
E dopo aver vomitato davanti a Zulema Zahir capisco di aver davvero toccato il fondo.
Due ore dopo ci ritroviamo insieme nel suo grosso salone.
La vedo, appoggiata alla finestra, mentre legge un libro. Indossa un paio di occhiali che le stanno molto bene ed è concentrata, quasi non si accorge della mia presenza.
"Ti disturbo?" le chiedo.
"Se ti dicessi di sì continueresti a parlarmi comunque, quindi no."
"Che cosa?"
"Ho capito come sei fatta."
"Tu non mi conosci..."
"Io sono brava a decifrare le persone." dice.
"Io no, la persona che mi ha sparato era il mio ex e pensavo davvero che mi amasse."
Lei mi guarda per un po', senza dire niente. Poi apre la finestra e si accende una sigaretta.
"Bionda, ne vuoi una anche tu?"
"Non so se è il caso."
Mi perdo completamente nei miei pensieri mentre la ammiro. Riesce ad essere raffinata anche quando fuma, è meravigliosa. E vorrei tanto sapere qualcosa in più su di lei, ma non ho il coraggio di farle domande personali.
"Mi stavi dicendo del tuo ex..."
Oddio, è vero. Forse adesso si aspetta che parli di lui, ma forse anche io ho bisogno di confidarmi con qualcuno.
Le racconto tutto ciò che è successo e quando finisco non sento più l'aria arrivarmi ai polmoni. Forse è troppo presto e le mie ferite sono troppo fresche, sia quelle fisiche che le altre. E fa male, fa tutto terribilmente male.
Mi torna la nausea, ma questa volta è perché mi viene da vomitare quando penso a ciò che quell'uomo mi ha fatto.
"Che figlio di puttana." risponde lei.
"Voglio ucciderlo."
Lo penso davvero, voglio farlo sparire dalla faccia della terra. Letteralmente.
"Mi sembra giusto."
Butta fuori il fumo, spegne la sigaretta e si lega i capelli in una lunga coda di cavallo.
"Prima però devi camminare." mi dice, con un tono di voce a dir poco glaciale.
"Perché mi tratti così?"
"Perché hai bisogno di svegliarti e di capire che gli unicorni che corrono sugli arcobaleni non esistono. Hai creduto al tuo ex e guarda cos'è successo, devi imparare ad affrontare la realtà. Quando lo avrai fatto ammazzeremo quel figlio di puttana, te lo prometto."
"Ammazzeremo?"
"Ti aiuterò, ovviamente se tu lo vorrai."
"Perché dovresti farlo?"
"Perché odio i tipi come lui. E anche perché sono molto annoiata."
"Allora... Grazie..."
"Non ringraziarmi, pensa ad alzarti da quella sedia e a stare bene."
"Ci vorrà un po' di tempo."
"Ho passato quattro anni a farti da infermiera, non sarà un problema aspettarti adesso."
"E se non dovessi rialzarmi mai più?"
"Non so perché, ma sento che lo farai."
Io le sorrido. Sorrido per la prima volta da quando mi sono risvegliata dal coma.
Per la prima volta sento che forse potrà esserci ancora qualcosa di bello nella mia vita. E non parlo solo della mia futura vendetta, parlo anche di Zulema. Soprattutto di Zulema.
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Revenge
FanfictionMacarena è felice con il suo fidanzato Simón, fino a quando succede qualcosa che sconvolge completamente la sua vita. Sembra che per lei sia la fine, ma l'incontro con Zulema Zahir, una donna famosa che lei ha sempre ammirato, potrebbe segnare un nu...