Capitolo 7

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Yolanda ha conosciuto un ragazzo e Riccia è andata a casa con Saray.

Io ho scritto a Fabio che la notte prima delle prove delle nozze sarebbe più bello passarla separati e vedersi direttamente domani all'altare, il mio vestito è già nel locale vicino alla chiesa. Lui mi ha risposto che non c'è problema, anche lui sta festeggiando il suo addio al celibato.

Alla fine, sto andando a fare un giro notturno con Zulema. Me lo ha proposto lei e io pensavo scherzasse, ho capito solo in un secondo momento che era seria.

Ci fermiamo con la macchina in un posto che fa da mangiare, tipo Mc Donald's, ma più di qualità. Zulema aveva voglia di frappé e a me va bene perché ho sempre fame, forse per la gravidanza.

"Allora? Cosa prendi?" mi chiede.

"Un frappé alla fragola, lei?"

"Anche io, è il mio preferito."

Dopo aver ordinato lei mi guarda e io non so cosa dire. Cosa potrei dire alla donna che ammiro da sempre?

Per fortuna, è lei che rompe il silenzio.

"Perché mi dai del lei?" mi chiede, ridendo.

"Mi è venuto spontaneo fare così..."

"D'ora in poi puoi anche darmi del tu, ti do io il permesso."

"Va bene, scusi... Cioè, voglio dire... Scusa..."

"Perché sei così agitata?"

"Per il matrimonio?"

"Se non lo sai tu." mi risponde, ridendo.

Beh, almeno la sto facendo ridere. Dicevano che Zulema non lo fa mai, a quanto pare si sbagliavano. Oppure io sono talmente goffa che farei ridere chiunque.

Poi torniamo a stare in silenzio e io inizio a tormentarmi le dita delle mani, senza riuscire a stare ferma.

"E adesso cos'hai?" mi chiede lei.

"Odio i silenzi imbarazzanti."

"Veramente? Io adoro il silenzio, credo che sia una sorta di momento di pace per me."

Io sono l'esatto contrario. Amo la confusione e non riesco a tollerare il silenzio, che mi ricorda tanto il vuoto che ho sentito quando sono morti i miei genitori e mio fratello.

Ma forse ha ragione, il silenzio può essere bellissimo. Il mio problema è che se c'è silenzio fuori sento tutto il casino che c'è dentro di me e non riesco a sopportarlo.

Arriva il frappé e iniziamo a berlo, ma si crea di nuovo quel silenzio che mi fa pensare che ci sia un profondo distacco tra di noi.

"La verità è che io ti ammiro da tantissimo tempo, sono appassionata di arte samurai... Diciamo che era un hobby per me..." le dico.

"Davvero? Un hobby?"

"Sì... Ti stimo tantissimo, tu sei la migliore..."

"Hai ragione, lo sono."

Non so cosa dire, la guardo e sono totalmente ipnotizzata dalla sua bellezza. I suoi occhi sono magnetici, lei è magnetica.

"Ti riporto a casa dal tuo futuro marito?" mi chiede, dopo un po'.

"No, io dovevo dormire dalla mia amica..." mento.

Non so perché, ma spero con tutto il mio cuore di passare la notte con lei.

Non è solo perché la ammiro, c'è dell'altro. Anche se non capisco ancora bene di che cosa si tratti. Mi sento confusa di fronte a questa meravigliosa donna.

"Non puoi tornare a casa tua?"

"Ho dimenticato le chiavi e il mio ragazzo è fuori casa tutta la notte."

"Quindi non hai un posto dove andare."

"Esatto, non posso di certo andare dalla mia amica."

"Vuoi stare da me? Solo per stanotte."

Oddio, oddio, oddio. Zulema Zahir mi sta chiedendo davvero di stare da lei?

So che l'ho spinta io a farlo, ma mi sento comunque la persona più felice del mondo.

"A me dispiace..."

"Stai tranquilla, per me non è un problema."

Casa sua è lontana da lì e dal centro della città, sta guidando da mezz'ora.

Quando arriviamo non vedo una casa, ma una vera e propria reggia.

"Tu vivi qui?" le chiedo.

"Sì, perché?"

"Wow... La tua casa è bellissima..."

E dentro è ancora meglio che fuori, mi sembra di stare in una villa ottocentesca.

"Allora, tu dormirai qui." mi dice, mostrandomi una stanza molto carina e ordinatissima.

"E tu?"

"Io nella mia stanza, non vorrai mica fare un pigiama party."

"No, figurati."

"Va bene, allora io vado."

In quel momento, non so per quale motivo, scoppio a piangere.

Forse mi sono tenuta dentro tante cose per troppo tempo e adesso sono esplosa. Forse il passato non è semplicemente una parentesi che puoi chiudere, ma ti scava dentro anche quando tu non te ne accorgi.

"Ora che c'è?" mi chiede lei.

"Gli ormoni, sono solo gli ormoni..."

"Ne sei sicura?"

"No... Non sono solo gli ormoni..."

"Senti, io odio la gente che piange e non so come comportarmi in queste situazioni. Io non ho sonno e starò sveglia per un po', quando hai finito di piangere vieni a cercarmi."

Annuisco, mentre lei chiude la porta.

Appena esce sfogo tutto il mio dolore, piangendo e urlando dentro ad un cuscino.

Piango per la morte dei miei genitori e di mio fratello, che non ho mai superato.

Piango per aver riposto ogni speranza di vita migliore in Simón, un uomo pericoloso.

Piango perché l'ho lasciato e mi manca come l'aria, perché non riesco proprio a sopportare la sua assenza.

Piango perché sposerò un uomo che non amo.

Piango perché vorrei che Zulema mi abbracciasse, invece che lasciarmi qui da sola. E piango perché non capisco ciò che provo per questa donna che conosco da pochissimo. Piango perché sono confusa.

Ma almeno, piangendo, riesco a buttare fuori tutto il mio dolore.

E credo sia merito di Zulema, anche se non saprei dire come.

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