Capitolo 25

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Zulema è più matta di quello che credevo, non so come possa pensare che io seguirò il suo folle piano. Non esiste, non farò ciò che mi ha suggerito, è una pazzia.

"Stai scherzando?"

"Devi fargli credere che sei ancora interessata a lui, che hai ucciso tutti gli altri ma stai male all'idea di ammazzarlo perché provi qualcosa."

"Non voglio farlo... E poi non ci crederà mai..."

"Ti fidi di me?"

"No." rido, per sdrammatizzare.

"Fidati e basta. Ci ha viste subito e non possiamo fare altro. Io ti accompagno ed esco, ci rivediamo dalla mia auto quando hai finito. Rilassati, ok?"

"Ma Zulema..."

"Stai tranquilla."

Ci avviciniamo a Simón che mi fissa come se avesse appena visto un fantasma. Anzi, due fantasmi. Probabilmente non si aspettava che Zulema Zahir fosse in un locale con me.

"Ciao." gli dico semplicemente, per cercare di rompere il ghiaccio.

"Ciao Maca..."

Poi sposta lo sguardo verso la bellissima donna che mi accompagna.

"Tu che ci fai con lei?"

"Buonasera anche a te." risponde Zulema, con il suo solito tono ironico.

"Sul serio, che ci fai con lei?"

"A vent'anni avevo già capito che eri una merda, ma non pensavo lo fossi così tanto. Comunque, Macarena pensa ancora a te in quel senso, quindi sei un miracolato. Addio."

Eravamo d'accordo che lei mi avrebbe aiutato, però ha esagerato. Quando la vedo uscire dal locale mi sento crollare la terra sotto i piedi e non so proprio cosa fare, sono nel panico.

"Bimba, di cosa stava parlando?"

"Non chiamarmi bimba..."

Prova ad accarezzarmi il viso, ma io mi sposto. Dopo tutto quello che mi ha fatto provo schifo nei suoi confronti.

Una parte malata di me lo ama ancora, però mi fa schifo.

E una parte sana di me, o comunque meno malata, ama Zulema.

"Tu pensi ancora a me in quel senso?" mi chiede Simón.

Ok, devo seguire il piano. Devo dirgli di sì.

"Non ne vado di certo fiera."

"È un sì?"

Annuisco e mi sento come se la terra si aprisse sotto i miei piedi, come se fossi risucchiata dalle sabbie mobili.

"Bimba, mi..."

"Ti ho detto di non chiamarmi così."

"Va bene, Macarena, mi dispiace tanto."

"Pensi che il tuo dispiacere serva a qualcosa? Sono stata quattro anni in coma per colpa tua e tu... Hai ammazzato nostra figlia..."

"Lo so, sono stato un bastardo."

"Un bastardo? Solo questo?"

"Hai ragione, sono stato più che un bastardo, ma non posso tornare indietro nel tempo... So cosa hai fatto agli altri, ammazzerai anche me? Perché te lo lascerò fare, lo accetto."

Mi gira la testa per l'alcol e mi gira la testa per quello che sta succedendo.

Ma perché? Perché Zulema mi ha lasciato sola dicendo che avrei potuto gestire la situazione? Io non posso gestire la situazione.

Le lacrime scendono prima che io riesca a controllarle. Mi fa male tutto questo, mi fa male pensare a quanto io e lui ci siamo amati.

"Io non ti ucciderò... Perché sono una cretina."

E nel momento esatto in cui pronuncio queste parole non so più se sto seguendo il piano di Zulema o dicendo la verità.

"Lo sai che puoi ancora essere felice?"

È strano che sia proprio lui a pronunciare queste parole dopo aver distrutto la mia vita.

Poi però penso a Zulema, lei mi rende felice.

"Sì, lo so..."

"Devi solo perdonarmi, io sono cambiato."

Questa è bella! Rido, anche se il mio viso è ancora bagnato dalle lacrime. Probabilmente sembro una pazza, ma non mi importa.

"Vorrei tanto crederti, ma non posso..."

"Vieni a cena da me domani sera, voglio presentarti una persona. So che pensi sia una trappola, porta anche Zulema se non ti fidi."

"Così potrai farci fuori entrambe?"

"Voglio solo dimostrarti che sono cambiato e presentarti la donna della mia vita."

Lo sapevo, lui ha un'altra fidanzata. Mi ha sparato e si è rifatto una vita come se io fossi stata niente. Come se noi fossimo stati niente.

"La donna della tua vita?"

"Maca, una volta eri tu la donna della mia vita, però adesso..."

"Sono cambiate molte cose."

Finisco la frase al posto suo, mentre lui mi osserva con uno sguardo che non riesco a decifrare. Uno sguardo che sembra triste, ma non capisco cosa stia provando quest'uomo che in passato amavo più di me stessa.

"Già, sono cambiate molte cose." risponde.

"Per domani sera chiedo a Zulema e ti faccio sapere, ok?"

"Va bene, bimba."

"Davvero, te lo dico per l'ennesima volta, non chiamarmi così."

"Scusami, è l'abitudine."

Mi sorride, ma io mi sento male. Non vedo l'ora di uscire, di correre da Zulema.

"Allora io vado." gli dico.

"Aspetta, io abito qui. Potete venire domani sera alle otto, va bene?"

Mi porge un bigliettino con il suo indirizzo.

"Forse, però se non ci vedi..."

"Lo capirò, davvero."

"Ciao Simón."

"Ciao Macarena."

Quando esco vedo Zulema in macchina che mi sta aspettando. La sua Mercedes nera sta benissimo con il suo look, scuro ed elegante.

"Com'è andata?" mi chiede, quando arrivo.

"Uno schifo, davvero uno schifo."

"Cosa ti ha detto?"

"Vuole che vada a cena da lui domani sera, vuole presentarmi la sua nuova fidanzata e ha invitato anche te."

"È una trappola."

"Questo lo so, ma cosa facciamo?"

"Ci andiamo, ovviamente."

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