Capitolo 3

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"Bimba, stai bene?" mi chiede Simón.

"Quello che è successo l'altro giorno mi ha fatto male."

"Anche a me, diciamo che ci siamo fatti del male a vicenda."

"Diciamo così."

"L'importante è che adesso abbiamo risolto."

Non posso fare a meno di sorridere, mentre lui mi accarezza il viso e i capelli.

"Simón, posso chiederti una cosa?"

"Tutto quello che vuoi."

"Tu mi proteggerai sempre, vero?"

"Ma certo, piccola. Perché me lo chiedi?"

"Non lo so, in questo periodo mi sento un po' preoccupata. Ho una strana sensazione, non so come spiegarti."

"Spesso ti mando a fare missioni pericolose, ma lo faccio perché so che non possono sconfiggerti. Non permetterò mai che ti accada qualcosa di brutto, mi prenderò sempre cura di te."

"Davvero?"

"Te lo prometto, bimba."

Il mio cuore fa il triplo salto mortale mentre lui mi dice queste parole bellissime, io gli credo.

Sono completamente assuefatta da lui, è come se fosse una droga e io non potessi stare senza. Non so quanto questo sia sano, ma non riesco a pensare alla mia vita senza di lui. Lo amo da impazzire da quasi dieci anni.

"Quando partirò per studiare starò fuori un anno o due e non so se potrò telefonarti o scriverti, so che ci sono regole ferree per questo genere di cose. Tu mi aspetterai?"

"Certo, ti aspetterò e sarò fiero di te. In realtà, lo sono già. Sono fiero della mia ragazza."

"E se la distanza ci separasse?"

"Non succederà."

"Ti amo, ti amo così tanto."

"Stai tranquilla, noi staremo sempre insieme."

Sorrido, lui riesce sempre a calmarmi.

"Ci vediamo dopo?" mi chiede.

"A dopo amore." gli dico, prima di baciarlo.

Esco dal suo gigantesco camper e incontro gli altri membri della squadra, che si stanno già organizzando per il prossimo colpo.

"Buongiorno, first lady." mi dice Sandoval.

Mi chiamano così perché sono la fidanzata del capo, è Simón che gestisce tutte le nostre missioni.

"Buongiorno, di cosa state parlando?"

"Della signora Wang, è lei il nostro prossimo obiettivo. Dobbiamo combatterla su più fronti, ha tantissimi scagnozzi." mi spiega Akame.

Nel frattempo, Anabel mi guarda con odio. Le sono sempre stata antipatica, anche se ho cercato fin da subito di essere gentile con lei.

In fondo, non possiamo piacere a tutti.

Parliamo del piano per un po' e decidiamo che andremo io, Akame e Maria ad occuparci della faccenda. Anche se non andremo tutte insieme, ognuna di noi ha uno specifico compito perché non sarà facile arrivare a lei.

"Ti voglio parlare in privato." mi dice Simón, arrivando alle mie spalle.

Gli altri mi lanciano uno sguardo interrogativo e un po' preoccupato.

Il tono di voce del mio fidanzato è molto serio e mi chiedo cosa io possa aver combinato questa volta per averlo fatto arrabbiare così.

Lo seguo fino al suo camper, dove entriamo.

"Cosa c'è?" gli chiedo.

"Siediti."

Oddio, perché devo sedermi?

Vuole dirmi sicuramente qualcosa di brutto, magari mi vuole lasciare. Spero di sbagliarmi perché non potrei proprio sopportarlo.

L'ansia mi sta divorando dall'interno e voglio solo che lui inizi a parlare.

"Macarena, mentre tu stavi lavorando con gli altri ho avuto modo di riflettere su di noi. La nostra relazione è sempre stata un po' tossica, questo non puoi negarlo."

Oh no, avevo ragione. Cazzo, mi sta lasciando.

"Vai avanti." gli dico, soffocando le lacrime.

"Io credo che, nonostante i nostri caratteri e le difficoltà, siamo sempre stati innamorati e voglio passare il resto della mia vita con te."

Lo vedo inginocchiarsi davanti a me e rimango a bocca aperta, non me lo aspettavo proprio.

"Vuoi sposarmi?"

"Cosa? Dici sul serio?"

"Dico sul serio."

Non ci posso credere, penso che questo sia uno dei momenti più belli della mia vita.

"Sì, certo che ti sposo."

Mi infila l'anello al dito e gli salto in braccio, baciandolo come non avevo mai fatto prima.
Festeggiamo la nostra felicità facendo l'amore, senza preoccuparci degli altri membri della banda che probabilmente si staranno chiedendo cosa succede.

Quando ci rivestiamo mi viene un dubbio e decido di mettere subito le cose in chiaro, voglio essere sempre sincera con Simón.

"Io partirò comunque per studiare, lo sai?"

"Lo so, ma partirai come mia moglie. Hai deciso chi vuoi come insegnante?"

"Zulema Zahir, lei è la migliore."

Lo dico senza esitazione, so che quella donna sarà davvero una bravissima maestra per me.

"Bene."

"Hai qualche problema con lei? È forse una tua ex?"

"Abbiamo dei trascorsi, ma non quelli che pensi tu. In ogni caso, è una vecchia storia, non ti serve sapere altro."

"Non puoi dirmi così e non raccontarmi cosa è successo tra voi."

"Diciamo che c'è stata una questione di lotta fra bande, come succede spesso nel nostro mondo. Poi però io e Zulema abbiamo risolto, anche Akame ha studiato con lei."

Annuisco e decido di chiudere il discorso.

Vado in bagno, mi scappa una pipì assurda. Guardo se mi è venuto il ciclo e noto che non mi è ancora arrivato. Ho letto su internet che quando una donna è stressata le può venire il ciclo in ritardo, magari mi sto agitando troppo per questa cosa e non mi arriva per quello.

O forse sono incinta. E se sono incinta sono guai. Guai belli grossi.

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