Capitolo 20

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Mi sveglia il rumore della pioggia contro la finestra. È una giornata terribile, fuori c'è il diluvio, ma io sono felicissima.

Io e Zulema abbiamo fatto l'amore.

È successo davvero o l'ho solo sognato?

È tutto vero e io sono la persona più contenta del mondo, nemmeno quando lo avevo fatto per la prima volta con Simón stavo così e so che questo è un brutto segno.

Significa che mi sto innamorando.

Mi alzo, lei sta già facendo colazione e mi offre un pezzo di torta che sembra proprio fatta in casa.

"L'hai fatta tu?" le chiedo.

Annuisce, in silenzio, stropicciandosi gli occhi.

Deve essere stanca anche lei, non abbiamo dormito molto stanotte. In realtà, penso che avremmo dormito circa un'ora o due.

"E quando hai avuto il tempo di fare una torta?" le chiedo, ridendo.

"È un mistero."

"Uno dei tanti."

"Cosa vorresti dire, bionda?"

"Che non riesco proprio a capirti..."

"Anche dopo stanotte?"

"Soprattutto dopo stanotte." ammetto.

"Comunque non c'è niente da capire, è stato divertente, punto."

"E questo cosa significa?"

"Esattamente quello che ho detto."

"Per te... Per te quello che è successo..."

"Senti, non lo ripeterò un'altra volta, io e te non stiamo insieme. Non sto con nessuno, non voglio avere relazioni."

"Perché?"

"Perché le relazioni finiscono sempre male, guarda te con il tuo ex."

Una parte di me, per qualche istante, pensa che lei abbia ragione. L'amore porta sempre sofferenza, io ne sono l'esempio vivente.

Se non mi fossi innamorata di Simón forse avrei scelto un ragazzo tranquillo, come lo era Fabio, mi sarei sposata e avrei due bambini. Forse in questo momento sarei in una piccola casa di campagna a ripararmi dalla pioggia con la mia famiglia, magari davanti al nostro focolare con mio marito e i nostri figli che mi fanno le coccole.

Penso a Isabel, mi manca tantissimo. Mi manca avere il pancione e sentire una vita crescere dentro di me.

Mi domando come sarebbe, ora che avrebbe quattro anni. Sicuramente sarebbe la bambina più bella del mondo.

E invece è stata uccisa da suo padre, l'uomo che diceva di amarmi e che amavo con tutto il mio cuore.

I sentimenti mi hanno rovinato la vita e forse ha ragione Zulema, non voglio perdere la prima cosa bella che mi capita dopo tanto tempo solo per la mia ossessione di dare una stupida etichetta a tutto.

"Non hai torto..." sussurro, dispiaciuta.

"Fatti meno aspettative sulle persone e vivrai meglio, vedrai." mi risponde.

E di nuovo so che ha ragione, ma questo mi fa male. Vorrei solo poter amare di nuovo, vorrei lasciarmi andare senza essere ferita.

"Comunque, ti va di allenarti in giardino?" mi chiede, come se non stesse diluviando.

"Con questa pioggia?"

"Sì, perché? Ti spaventa un po' di pioggia?"

"No, assolutamente."

Allenarsi con lei come samurai è veramente un onore, si muove così bene che quasi non sembra umana. È l'insegnante migliore che potesse capitarmi e se ormai non ho quasi più paura di nulla è anche merito suo.

Quando mi disarma (ed era prevedibile), la guardo con profonda e sincera ammirazione.
In realtà l'ho sempre ammirata come samurai, ma adesso ho scoperto che mi piace anche come persona. Mi piace davvero tanto.

"Hai vinto." le dico.

"Come sempre." risponde lei, con un sorriso trionfante stampato sulla faccia.

Poi, lascia cadere la spada e viene verso di me. Mi sposta i capelli bagnati dal viso e mi accarezza una guancia.

Io la bacio, senza pensarci due volte e nel momento in cui lei ricambia non me ne frega più niente se sta diluviando e forse adesso inizierà a grandinare, ci siamo solo noi due.

Cazzo, ormai è tardi. Sono già perdutamente innamorata di lei. E questo significa che sono completamente fottuta.

Continuiamo a baciarci sotto la pioggia per dieci minuti circa, poi decidiamo di tornare a casa per asciugarci.

"Adesso però dobbiamo concentrarci." mi dice lei, riportandomi alla vita reale che, tra un bacio e l'altro, avevo dimenticato.

"Sì, credo che tu abbia ragione."

"Chi è il prossimo?"

"Sandoval, o Ramala. Potrei ucciderli entrambi nello stesso momento, in fondo sono amici e stanno sempre insieme."

"Mi sembra un'ottima idea, ma prima devo assolutamente riposarmi."

"Mi aiuterai come hai fatto con Akame?"

"Ovviamente sì, voglio divertirmi anche io."

"Non voglio che tu ti metta in pericolo..."

Vorrei aggiungere "Non posso perdere anche te", ma qualcosa mi trattiene.

"Stai tranquilla, lo faccio da una vita."

Io non sono per niente tranquilla, però lei mi bacia prima che io possa dire altro.

È come se ci fosse una calamita che ci attrae continuamente, anche se noi cerchiamo di tenere le distanze, almeno un po'. Non posso resistere e per lei, a quanto pare, è lo stesso.

Sento l'adrenalina scorrermi nelle vene in un modo che per me è nuovo, queste sensazioni sono assolutamente nuove. E non perché Zulema è una donna, ma perché... In realtà non lo so neanche io, però sono attratta da lei come un'ape che non può fare a meno di avvicinarsi ad un fiore.

Anche se ho imparato che nella vita niente dura per sempre, voglio illudermi che non sia così. Voglio pensare che io e Zulema staremo insieme fino a quando saremo vecchie e che, qualsiasi cosa accada, la vita farà meno male perché lei sarà sempre con me.

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