5. Cesare.

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Quella notte fu a dir poco turbolenta per i membri della famiglia Balestra e la famiglia Ferro, ci fu un susseguirsi di grida, suppliche e porte sbattute. Manuel non aveva alcuna intenzione di rimangiarsi la sua decisione, era convinto di non voler più vedere Simone e se proprio non poteva evitare di vederlo a scuola voleva, quantomeno, non vederlo anche in casa e, soprattutto, non voleva vederlo con quello lì accanto.
Subito dopo aver gridato contro Simone, Manuel, aveva recuperato le sue cose e aveva lasciato quella casa e a nulla erano valse le suppliche di sua madre, di Dante, di Virginia e nemmeno quelle di Simone per farlo restare in casa con la promessa che, in sua presenza, Luca non avrebbe mai messo piede in quel posto. Il ragazzo però non aveva creduto a quel giuramento e ne aveva avuto la prova dopo appena pochi minuti, quando Simone aveva ricevuto un messaggio dal suo nuovo fidanzato che lo avvisava di essere quasi arrivato. Il diciottenne aveva lasciato quella casa – dopo aver mandato, per l'ennesima volta, a quel paese Simone ed essersi scusato con Dante, Virginia e soprattutto sua madre – con la ferma intenzione di non tornarci, Anita si sarebbe anche potuta trasferire lì ma lui non l'avrebbe fatto, non in quelle condizioni almeno.
Nonostante Manuel avesse detto, e ripetuto, alla madre che lei poteva restare quanto voleva alla villa Anita, da buona mamma chioccia, non se l'era sentita di lasciar da solo il figlio in quelle condizioni e l'aveva seguito a casa e, davanti ad una cioccolata calda e qualche biscotto al burro, si erano ritrovati a parlar del più e del meno solo per permettere al riccio di distrarsi da quanto era successo quella sera e da Simone.

L'indomani mattina il maggiore si trascinò a scuola con ancora più difficoltà del solito – con Anita aveva parlato fino a notte fonda ed era riuscito ad addormentarsi che era quasi l'alba ormai – ma sapeva che Chicca lo aspettava e non voleva mancare al loro appuntamento, sapeva di doverglielo e sapeva anche che se non si fosse presentato quella mattina difficilmente avrebbe trovato di nuovo il coraggio per parlarle ma aveva bisogno, davvero bisogno, di farlo.
- "Alla buon'ora, eh!" Scherzò Chicca, seduta ad uno dei pochi tavoli del chiosco fuori dalla scuola, non appena lo vide arrivare. "Nun hai dormito molto, eh?" Chiese, mantenendo il suo tono allegro ma era evidente fosse preoccupata.
Manuel, con un tonfo, lasciò cadere lo zaino per terra e si sedette in modo scomposto davanti all'ex fidanzata.
- "Neanche un po'." Ammise e sospirò.
- "Ho già ordinato due caffè e due cornetti al cioccolato, almeno te riprendi un po'." Gli sorrise lei. "Intanto me dici come va? È da giorni che ti contatto ma nun me rispondi manco a pagatte."
- "A parte che nemmeno c'hai provato a me paga'." Scherzò Manuel, per stemperare un po' di quella tensione che si portava dietro dalla sera precedente.
- "Vabbè." Sbuffò la ragazza dai capelli blu. "Ora me lo dici come stai?"
Il più grande sospirò e si strinse nelle spalle coperte dal bomber verde.
- "'na merda, Chi', nun se vede?"
La risposta di Chicca venne ritardata dall'arrivo della loro colazione e dalla signora Teresa – proprietaria del chiosco – che diceva loro che avrebbero pagato dopo e di godersi la colazione in tranquillità.
- "Se vede pure troppo." Ammise la ragazza e lo guardò compassionevole. "E ti va di dirmi perché stai così?"
- "È 'na storia così lunga che nun saprei manco da dove inizia'."
Chicca arricciò le labbra e scrollò le spalle.
- "Per quanto me riguarda oggi scola la possiamo pure salta', pe' te invece?"
Manuel le sorrise e annuì.
- "Grazie."
- "E ora parla co' Chicchetta tua, magari te fa bene sfogarti un po'."
- "C'entra Simone."
- "E fino a qui c'ero arrivata pure da sola." Disse Chicca. "Avete litigato?" Gli domandò e addentò il suo cornetto mentre gli ultimi ritardatari studenti si affrettavano all'ingresso.
- "Sì ma non è così semplice."
- "Se non mi spieghi, però, io non posso capire, Manu."
Il diciottenne prese un respiro profondo e si decise a raccontare tutto alla ragazza.
- "Io e Simone stavamo insieme." Disse lui. "O almeno io lo credevo."
Chicca, così come Aureliano, non sembrava molto sorpresa da quella confessione.
- "Devo ammettere che qualcosa l'avevo sospettato." Ammise lei. "Però nun ero sicura, poi è arrivato 'sto Luca, e ho pensato di essermi sbagliata."
Al sol sentire nominare l'altro ragazzo sul volto di Manuel comparve una smorfia.
- "Lui non voleva farlo sape' e io ho sempre rispettato questa sua volontà." Le spiegò. "Pensavo c'avesse bisogno de tempo, che povero scemo che so' stato." Aggiunse e rise, sarcasticamente, di se stesso. "Pe' tre mesi io gli ho dato tutto, pensavo che andasse tutto bene e invece lui stava co' 'n altro."
Chicca sospirò e allungò una mano per stringergli la sua di mano.
- "Mi dispiace." Sussurrò lei. "In un certo senso so come ti senti." Aggiunse. "E no, con questo nun te voglio fa' senti' in colpa, ormai è passato e sto bene così, voglio però farti capi' che co' me puoi parlare liberamente." Spiegò, notando lo sguardo basso dell'altro. "Ti va di raccontarmi quello che è successo?"
Il riccio annuì.
- "La prima volta che siamo andati a letto insieme, pure se nun era 'n letto, è stato il giorno del suo compleanno, quando abbiamo fatto 'a festa a scuola ma nessuno dei due ha più parlato di quello che è successo, io nun ero sicuro de niente e me so' comportato male co' lui soltanto pe' paura." Spiegò brevemente. "Il giorno del mio diciottesimo compleanno, a mezzanotte, s'è presentato a casa mia e niente, siamo finiti di nuovo a letto ma stavolta io sapevo bene quello che volevo e gliel'ho detto, avevo capito de prova' qualcosa di forte pe' lui e, se avesse voluto, mi sarebbe piaciuto provarci e vedere che succedeva. Sembrava anda' tutto bene, stavamo bene insieme, infatti ve ne siete accorti tutti, però lui dopo appena 'n paio di settimane ha incontrato 'sto Luca, 'n amico de 'n compagno di squadra m'ha detto, e hanno iniziato ad usci' insieme ma io nun ne sapevo niente." Nonostante, in quei giorni, Manuel non avesse pensato ad altro che quanto era successo parlarne con qualcuno sembrava renderlo sempre più reale e quella sgradevole sensazione provata il giorno prima a parlarne con Aureliano, in quel momento, tornava a farsi sentire più forte che mai. Il maggiore sapeva benissimo che non aveva alcun diritto di lamentarsi di quanto gli era successo con Chicca, che lui non si era comportato meglio con lei eppure vedeva la ragazza così disposta ad ascoltarlo, ad aiutarlo anche, e non poteva che sentirsi felice. Nonostante tutto qualcosa nella sua vita che andava bene c'era, doveva soltanto capire bene dove guardare per trovarlo.
- "Nun hai mai sospettato nulla? Insomma stavate sempre insieme."
Manuel scosse la testa.
- "Me sembrava pure de esse' felice co' me, non ho mai avuto il minimo dubbio." Ammise. "È stato bravissimo e da lui nun me lo sarei mai aspettato." Sospirò. "Quanno lunedì ho saputo tutto, per di più da voi, m'è caduto er mondo addosso."
- "Con lui c'hai parlato?"
- "Quel pomeriggio è venuto da me ma sarebbe stato meglio non l'avesse fatto." Replicò il diciottenne. "C'ha girato 'n po' intorno ma, alla fine, m'ha detto che co' me je piaceva solo scopa' e che nun avrebbe mai detto niente a nessuno di noi perché se vergognava, co' Luca invece nun c'ha mai avuto dubbi ed è co' lui che vuole sta'." Spiegò brevemente, con un nodo in gola, e gli occhi un po' lucidi. "Però m'ha detto che vuole esse' ancora amico mio, perché mi vuole bene, immagina se m'odiava che faceva."
Chicca ridacchiò e inclinò la testa da un lato mentre lasciava cadere sul tavolo il tovagliolo usato per pulirsi la bocca dallo zucchero a velo del cornetto.
- "E tu invece che intenzioni hai? Che cosa vuoi fare co' lui?"
- "Fingere nun esista, me pare ovvio." Scrollò le spalle il ragazzo. "Soprattutto dopo ieri sera."
La giovane aggrottò la fronte.
- "Che è successo ieri sera?"
- "Sai no che mia madre e er professore stanno insieme, no?" Chicca annuì. "Ecco, stanno a pensa' de anda' a convivere quindi, per vedere come va, facciamo un po' lì e un po' da noi, fino ad ora è sempre andato tutto bene ma ora, come puoi immagina', le cose so' diverse e ieri ho cambiato stanza pe' non dormi' più con Simone." Spiegò. "Quanno però stavamo a cena a lui è arrivato un messaggio da parte de quello che stava a veni' da noi, io non c'ho visto più, me so' fatto prenne' dalla rabbia, e gliene ho detto di ogni e ho deciso di non tornare più in quella casa perché io, con uno così, nun ce voglio ave' niente a che fare e me ne so' andato." Raccontò. "Lui nun c'ha er minimo rispetto pe' me, pensa soltanto a se stesso e io ho intenzione di fare lo stesso, ho sbagliato a perde' tempo co' lui ma ora è finita."
Chicca sospirò e gli sorrise teneramente.
- "Manuel tu lo ami." A quelle parole le guance del ragazzo presero un po' di colore e abbassò la testa imbarazzato. "E questo non sparirà da 'n giorno all'altro, t'ha ferito, è vero, ma tu continui a spera' che lui ritorni da te, no?" Continuò. "Però c'hai ragione, adesso devi pensare a te, devi essere felice tu, senza dipendere da nessuno. Co' Simone sarà quel che sarà ma di certo nun puoi resta' ad aspetta' a lui e i suoi comodi, faje vede' quello che se sta' a perde'." Aggiunse. "Torna ad esse' er solito stronzo, ma bellissimo, Manuel e lo so che nun sarà facile ma non sei solo, quando vuoi me trovi qui, mh, va bene?"
- "Tu me dovresti odia'."
- "Pure tu dovresti odia' a Simone, eppure guardaci." Sorrise Chicca. "A me ormai è passata, ti voglio bene, adesso la facciamo passare anche a te, Chicca tua sta qua pe' questo." Disse. "Sto qua per te, Manu."
In uno slancio improvviso d'affetto, Manuel, si alzò dal suo posto e abbracciò l'amica che, dopo un momento di sorpresa, ricambiò la stretta.
- "Te voglio bene pur'io, Chi', e mi dispiace tantissimo pe' quello che è successo."
- "Nun ne parliamo più, mh? Io sto bene, so' felice co' Matteo e adesso voglio vede' pure te stare bene." Replicò lei. "E se non sarà Simone troverai presto la persona che ti renderà felice, non chiuderti però o finirai soltanto per perdere belle opportunità." Disse. "Apri gli occhi, ma soprattutto er cuore, Manuel e tutto andrà per il meglio, ne sono sicura."

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