8. Non sono io.

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- "Secondo te è una buona idea stare da voi per così tanti giorni?" La voce di Anita fu appena udibile nel piccolo abitacolo, sovrastata dallo starnazzare dei clacson in pieno centro a Roma.
Anita non sembrava troppo convinta di far passare a Manuel la convalescenza a villa Balestra, nonostante entrambi adorassero quel posto sapeva bene che, al momento, Simone non era la persona preferita di suo figlio e non voleva avesse preoccupazioni quando il suo unico obbiettivo doveva essere quello di riprendersi.
- "Non so se è una buona idea ma è l'unica che abbiamo." Replicò Dante. "Tra pochi giorni tu torni a lavoro e Manuel non può restare a casa da solo, invece da noi c'è sempre qualcuno che può occuparsi di lui."
- "Ho paura però non sia sereno lì." Ammise la donna. "E adesso ha bisogno di restare calmo."
- "Andrà tutto per il meglio, non preoccuparti." La rasserenò Dante, da sempre ottimista riguardo qualsiasi cosa meno che per lui e la sua vita. "E se queste settimane andranno come credo, magari potreste pensare di trasferirvi del tutto in villa." Aggiunse, come se fosse una cosa buttata lì, tanto per dire. "Che ne pensi?"
- "Dante, lo sai che io ero pronta pure prima a me trasferi' da voi." Rispose la compagna. "Lo sai che lo stavo pure pe' chiede a Manuel e poi i ragazzi hanno litigato ed è cambiato tutto." Aggiunse. "Io voglio venire a vivere con te, costruirci 'na vita insieme ma prima di tutto viene Manuel, voglio che lui stia bene e, soprattutto, non voglio rischiare di perderlo." Continuò lei, sicura di quanto diceva. "Se Manuel non sarà d'accordo io nun faccio niente, è lui la persona più importante della mia vita."
Dante annuì e svoltò a sinistra.
- "Ti capisco, lo stesso è per me con Simone. Dopo aver perso Jacopo la sola idea di perdere anche lui mi uccide." L'uomo si schiarì voce che si incrinò come sempre succedeva quando parlava di quel figlio perso troppo in fretta. "Però sono sicuro che questi giorni insieme aiuteranno molto Manuel e Simone."
- "Spero che questa convivenza forzata non peggiori tutto." Mugugnò Anita e sospirò. "Sarebbe un bel problema."
Dante parcheggiò l'auto davanti casa di Anita e Manuel, si voltò verso la donna e sorrise.
- "Io ti dico che tra di loro si risolverà tutto, torneranno a volersi bene come, se non anche di più, prima." Rispose lui. "Quei due non sono fatti per stare lontano e, in questi giorni, lo capiranno."

Con la testa e il cuore in subbuglio Manuel, stremato, finì per addormentarsi mentre Simone gli raccontava di qualche aneddoto avvenuto in quei suoi giorni di assenza a scuola, l'ultima cosa che aveva sentito era che Matteo si era infilato delle penne nel naso e poi era sprofondato nel mondo dei sogni. Quando il diciottenne si svegliò la prima cosa che vide fu il cielo che stava diventando ormai buio, erano pochi gli sprazzi d'azzurro che ancora si intravedevano, il sole era un lontano ricordo e qualche stellina iniziava ad intravedersi in quella tranquilla serata. Manuel ci mise qualche momento per rendersi conto di dove si trovasse e come ci fosse finito lì, ricapitolò rapidamente le sue dimissioni dall'ospedale, l'arrivo alla villa e anche la conversazione avuta con Simone, in poche ore erano successe così tante cose che faticava a mettere ordine tra i suoi pensieri.
- "Ben svegliato." Ad attirare l'attenzione di Manuel fu la voce di Simone, frastornato com'era non si era nemmeno reso conto fosse presente anche lui in stanza.
Soltanto dopo aver messo a fuoco l'intera situazione, Manuel, si rese conto di aver dormito con la testa sul petto del minore, girato parzialmente di lato – sul lato di addome privo di punti, per sua fortuna – verso il corpo dell'altro mentre Simone, a giudicare dalla mano nei suoi capelli, gli faceva le coccole. Non appena si rese conto della posizione in cui si trovavano si allontanò come scottato dal minore, con un gesto tanto repentino che lo fece mugolare per il dolore e, di conseguenza, fece preoccupare Simone.
- "Va tutto bene? Ti senti male?" Chiese il minore e fece per prendergli una mano ma l'altro si scansò. "Io, uhm, scusami se mi sono sdraiato accanto a te ma ti stavi agitando mentre dormivi, ho provato a farti calmare e ti sei messo a dormire sul mio pet-"
- "Facciamo finta de niente, mh?" Lo interruppe Manuel, visibilmente imbarazzato.
Simone sorrise e scosse la testa divertito.
- "Non c'è nulla di cui vergognarti, Manu." Replicò Simone. "Per me non c'è problema."
- "E per Luca invece?" Manuel rispose prima di rendersene conto e, subito dopo, si morse la lingua per aver parlato tanto presto. Aveva detto a Simone che c'avrebbe provato a sistemare le cose tra di loro ma dopo appena poche ore già si stava rimangiando tutto.
Il più alto sospirò e si avvicinò a lui.
- "Per Luca andrà bene." Rispose. "E, comunque, adesso sei tu ad essere importante." Aggiunse. "È di te che mi preoccupo." Continuò. "Quindi, a questo proposito, adesso ti fai una bella doccia e poi vieni di sotto a mangiare qualcosa, mh?" Disse. "E se ti serve una mano, mi chiami, tanto io sono qui per te."

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