Manuel era rimasto per almeno tre minuti buoni a bocca aperto a fissare il punto in cui, poco prima, si trovava Simone mentre il suddetto Simone, dal suo banco, lo guardava sorridendo e con le guance un po' arrossate perché, prima di quel momento, mai aveva pensato di dire a tutti in quel modo ciò che provava per Manuel. Il più alto, però, non appena arrivò al suo posto tirò un sospiro di sollievo, aveva temuto quel momento per mesi, la paura di ciò che gli altri avrebbero potuto pensare e la reazione di Manuel l'avevano spinto a trattare Manuel male e iniziare quella sorta di relazione con Luca, invece dire a tutti di provare qualcosa per il maggiore gli era venuto naturale, non gli interessava nemmeno ciò che gli altri potevano pensare ma la sua unica preoccupazione era rivolta a Manuel, i loro compagni di classe nemmeno esistevano e Simone, finalmente, si sentiva bene. Finalmente Simone era in pace con se stesso.
Per tutta la durata della prima parte delle lezioni Manuel e Simone avevano avuto gli occhi puntati addosso dai loro compagni di classe ma nessuno dei due era sorpreso, era una cosa di cui avevano parlato più di una volta – sebbene immaginavano le circostanze diversamente – ed era una cosa che avevano messo in conto, nonostante questo però Manuel non sapeva bene come reagire perché non sarebbe stato in grado di rispondere a domande circa il suo rapporto con Simone dato che, per sua sfortuna, non ne aveva nemmeno lui. Lo sguardo da cui Manuel proprio non riusciva a liberarsi era quello di Laura, la ragazza l'aveva fissato per tutto il tempo come se fosse un essere mitologico a tre teste verso cui, però, lei non provava alcuna ammirazione, anzi al ragazzo sembrava quasi che Laura fosse infastidita dalla sua presenza, il che però non aveva senso considerato che tra lei e Simone era finita da più di un anno e lei era anche impegnata con un nuovo ragazzo di quinta – con Pin la relazione non avevo superato neppure l'estate, i due volevano cose troppo diverse e avevano deciso, di comune accordo, di interrompere il fidanzamento e restare amici – di conseguenza non capiva cosa avesse contro di lui.
Proprio Laura fu la prima ad alzarsi non appena suonò la campanella della ricreazione, si diresse però verso Simone, nonostante avesse passato la mattinata a guardar male Manuel.
- "Simone." Lo chiamò la ragazza. "Possiamo parlare un momento?"
- "Dopo." Le rispose Simone e si alzò dal suo posto. "Adesso ho da fare." Senza neppure lasciare il tempo all'altra di dirgli qualsiasi cosa, raggiunse il banco di Manuel e gli sorrise raggiante.
- "Vieni un attimo con me fuori?" Gli chiese.
Manuel, che aveva perso ogni contatto con la realtà da quando Simone aveva pronunciato il suo nome davanti a tutta la classe, annuì e si alzò quasi senza rendersene conto.
- "Come stai?" Gli chiese il minore non appena furono abbastanza lontani dalla classe.
Manuel sospirò e si appoggiò al muro alle sue spalle, nascosto da sguardi indiscreti dal distributore posto proprio davanti a lui.
- "Confuso." Ammise. "Nun me l'aspettavo." Disse e alzò lo sguardo su Simone. "È successo tutto all'improvviso e io non so come reagire."
- "Scusa, non volevo metterti in difficoltà."
- "Nun avevi detto che non avresti fatto più nulla per cui avresti dovuto chiedermi scusa?" Manuel abbozzò un sorriso ma l'altro non lo notò neppure.
Simone, difatti, si allarmò a sentire quelle parole, immaginando che quello fosse un modo per dirgli che si era giocato la sua possibilità di sistemare le cose con lui.
- "I- io non- non volevo, cioè non avevo pensato che pot-"
- "Simo' calmati, sto a scherza'." Lo tranquillizzò Manuel. "Va bene così."
Il più alto tirò un sospiro di sollievo e abbozzò un sorriso di ringraziamento.
- "Comunque ci tengo a precisare una cosa."
- "Eh, parla."
- "L'ho fatto solo perché tutti ormai sanno che ti piacciono i ragazzi, dopo che ti hanno visto baciare con Cesare." Simone arricciò il naso disgustato all'immagine dei due ragazzi che ancora viveva nella sua testa. "Altrimenti non mi sarei mai permesso di far sapere i fatti tuoi a tutti in quel modo."
- "Te l'ho detto già in passato, nun me ne frega 'n cazzo di quello che pensa 'a gente." Replicò il maggiore. "Quella fase ormai l'ho superata, posso sta' co' chi me pare e nun è 'n problema loro." Aggiunse. "Anche se non l'avessero saputo prima poco me ne fregava."
Il più giovane annuì e, dopo essersi guardato velocemente intorno, si avvicinò a Manuel fino a far toccare i loro corpi.
- "Sai, avrei dovuto farlo prima." Ammise lui. "È stato liberatorio." Aggiunse. "Ma, soprattutto, è stato molto più facile di quanto pensassi."
- "Su questo siamo d'accordo." Provò a scherzare Manuel ma non gli riuscì troppo bene, soffriva ancora troppo per poter ironizzare sulla questione. "Avresti dovuto dirlo prima, ce saremo evitati parecchi problemi." Sussurrò.
Simone sospirò e allungò una mano sulla guancia del ragazzo.
- "Ma rimedierò ad ognuno di questi problemi." Gli ripeté ancora una volta. "Questo è per dimostrarti che non mi vergogno di te e mi dispiace avertelo fatto credere." Per essere uno che non doveva più chiedere scusa Simone continuava a farlo fin troppo spesso. "Voglio che tutti sappiano che sono stato uno stronzo con te ma quel periodo è finito." Aggiunse. "È te che voglio e non ho problemi a farlo sapere a tutti."
- "Simo." Sospirò Manuel. "Non mi fraintende', apprezzo er gesto tuo, è quello che ho sempre voluto ma adesso non basta." Disse. "Prima non avrei desiderato altro ma adesso nun me basta, c'ho bisogno de più dimostrazioni ma, soprattutto, di tempo." Aggiunse. "Ho bisogno di tempo e di spazio pe' digerire tutto quello che è successo." Continuò. "Nun te dico de sta' lontani, anche perché nun ce riuscirei, ma non pressarmi per favore. Ho bisogno di pensare."
- "Ti darò tutto il tempo di cui hai bisogno." Gli rispose Simone. "Lo capisco, anch'io vorrei tempo fossi al posto tuo." Aggiunse. "Ma, ti prego, se dovessi avere qualsiasi dubbio o paura parlane con me e risolviamoli insieme." Continuò. "Io e te non siamo mai stati troppo bravi a parlare ma possiamo rimediare anche a questo."
Il maggiore annuì.
- "C'è già 'na cosa che vorrei chiederti."
- "Cosa?"
- "Mi dai un abbraccio?"
Sul volto di Simone comparve un radioso sorriso e non se lo fece ripetere due volte, attirò l'altro contro il suo petto e lo strinse il più possibile tra le braccia.
- "Tutti quelli che vuoi, Manu."
Gli sguardi poco simpatici di Laura verso Manuel continuarono per tutta la mattina, il riccio però decise volutamente di ignorarla e concentrarsi su qualsiasi altra cosa, avrebbe poi chiesto a Simone il motivo che si celava dietro il comportamento della biondina oppure, a mali estremi, avrebbe parlato direttamente con lei.