22. I'm fucked.

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MELANIE'SPOV

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MELANIE'S
POV

<<Che c'è?>> la voce robotica di mia sorella Luna erompe dal cellulare.

<<Sei viva?>> chiedo scocciata.

<<Sì, sto vedendo un film>> mi risponde con lo stesso tono.

<<Okay, ciao>> e stacco. Bene ho fatto il mio dovere da sorella maggiore così automaticamente farò il mio dovere da sorella minore di Nicole e rispondo ai suoi ottocento messaggi.

Da quando è andata via mi ha riempito di "come va?" "tutto bene?" "avete mangiato?" "perché non rispondi?" "cosa fate?". Le scrivo semplicemente con un "stiamo bene, non rompere le palle e divertiti".

Siamo scese per mangiare qualcosa quando la governante, Lindsay mi pare si chiami, è venuta a chiamarci.
È stato alquanto imbarazzante essere servite e riverite senza dover alzare un dito. Per di più se l'unico suono che si sente in questa villa enorme è quello della chitarra acustica del rosso al piano di sopra.

Per fortuna non è sceso a cenare o sarei stata costretta a farci conversazione finendo per litigarci.
Sembra quasi che gli piaccia sentirmi sbraitare contro la sua porta, più gli dico di abbassare il volume delle sue basi più suona.

Come ora, ho alzato il volume della tv al massimo ma continuo a non sentire Letty che finalmente ricorda di essere sposata con Dom.
Sì, l'ho visto mille volte.
Sì, continuerò a vederlo.
E cazzo sì, so già cosa dice ma ciò non toglie che voglio sentire lei e non la base rap di quel tizio.

Okay ora basta.

Mi alzo dal letto ed esco di camera andando spedita verso la sua.

Una volta fuori la sua porta però sembra che tutto il coraggio e la spavalderia pensata finora siano spariti. Dura solo un secondo perché il frastuono che continua a sentirsi mi riconvince.
Busso tre colpi, senza ricevere risposta.
Busso altri tre colpi, ancora niente.

Provo più forte e finalmente la musica si arresta. Ne approfitto subito.
<<È quasi mezzanotte cazzo vuoi finirla con questo frastuono o no?>> urlo ad una porta chiusa.
Almeno finché un rosso alticcio non la apre.

<<Ti pareva>> sbuffa osservandomi.

<<Come scusa?>>

<<Manco mio padre rompeva il cazzo come te>> biascica reggendosi alla porta, è ubriaco.
Ha gli occhi socchiusi e solo un pantalone della tuta indosso.

<<Finito di farmi la radiografia?>> cazzo che figura.

<<Sei ubriaco>> butto lì come spiegazione per l'invadenza del mio sguardo.

<<Perspicace davvero>> scimmiotta, il che mi fa andare in bestia.

<<Abbassa solo questa cazzo di musica e non rompere, usa delle dannate cuffiette>>

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