18. They are all the same.

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NICOLE'SPOV

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NICOLE'S
POV

Sono ormai le tre di notte e io sono esausta, abbiamo passato le ultime due ore a discutere e optare per il piano migliore. Alla fine sotto consiglio di Cris è stato deciso il famoso doppio gioco. Fingerò di non sapere che lui mi conosce e farò ciò che vuole per entrare nelle sue grazie e allo stesso tempo nel suo regno per poi prendere ciò che serve a noi.

Noi.
Ormai è così. Siamo una squadra e lavoriamo chi più chi meno per la risoluzione di questo piano. Ci sono delle cose che ancora non mi tornano però ma che conto di risolvere al più presto.

Ho il presentimento che Desirée conosca i ragazzi da prima che Cris la invitasse al ballo e che la partecipazione ad esso sia dovuta non solo a Cris ma a qualcos'altro.
Nonostante sospetti che mi nascondino qualcosa però il mio sesto senso mi dice che posso comunque fidarmi di loro.
Strano, ma tendo sempre ad ascoltarlo perciò vado a dormire tranquilla.

Una volta concluso il discorso decido di precipitarmi in camera e togliermi questo vestito che ormai mi sta troppo stretto e il trucco che non fa altro che darmi fastidio.
Voglio strofinarmi gli occhi ma non posso.

Salgo in camera scalza percependo tutto il freddo di novembre dal pavimento. Nonostante abbiamo perennemente i riscaldamenti accessi questo è sempre freddo.

Appena dentro la camera mi spoglio immediatamente del vestito e soprattutto del reggiseno.
Ah. Santissima libertà.
Togliersi il reggiseno a fine giornata è meglio di dieci orgasmi e non osate dire di no perché non vi credo.

Indosso un semplice pantalone grigio di cotone.
Niente seta ho troppo freddo stasera.
E una maglietta sempre di cotone a maniche lunghe blu scuro.
Infine metto i miei bellissimi calzini di lana rossi e vado al bagno per struccarmi.
Sì, sono una di quelle che non indossa le pantofole, le lascerei in giro per casa alla prima occasione.

Arrivata al bagno mi ci chiudo dentro visto che in casa ci sono ancora i tre moschettieri e prima svuoto la vescica poi tolgo il trucco lasciando spazio al mio volto da zombie degno di The Walking Dead. Una volta finito esco e vado verso camera pensando solo ad una cosa.
Il mio bellissimo, comodissimo e caldissimo letto.

Ma il mondo non ha ancora finito con me.
Fuori dalla porta di camera mia c'è Matt poggiato con le spalle al muro e braccia e gambe incrociati, ad aspettarmi.
<<Dobbiamo parlare>> esordisce appena mi vede.
<<Ancora? Possiamo farlo domani sono distrutta>> dico superandolo per entrare in camera e lui prontamente mi segue.
<<E certo viaggiare su un jet è stancante>> borbotta mentre chiude la porta alle spalle e io mi siedo sul letto.
Neanche lo rispondo, inizieremmo una discussione che ora come ora non ho voglia di portare avanti.

Lo guardo incitandolo a parlare e finire al più presto questa storia così da poter dormire ma non parla, continua a fissarmi da cima a fondo come se volesse memorizzare il più possibile la mia immagine.
O forse si è semplicemente impallato.
<<Allora?>> lo esorto e lui rinsavisce.
<<Dimentica tutto quello che c'è stato fra di noi>>

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