NOTTE CON ABEL

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La giornata stava terminando, ed era andata bene, almeno fino dopo cena, dove Denis, stava iniziando ad essere irrequieto per qualcosa.
Aveva un pianto inconsolabile.
Per la prima volta, io e Ness non riuscivamo a calmarlo, trovandoci in difficoltà.
Sentivamo già il ronzio degli alieni, dietro la finestra del salotto nel piano di sopra, a metterci in allerta.
La sensazione di pericolo che ci lasciava quel suono era terribile.
<<Queste sono le coliche.>> disse Ness sconsolato, che cercò di calmare nostro figlio, mentre le faceva un massaggio al pancino, ma Denis si innervosiva ancora di più.
<<Fatelo stare zitto!>> disse Ylenia con poca gentilezza dalla cucina.
Eravamo tutti nel panico, che fosse la volta buona, che gli alieni ci distruggessero la casa per quel baccano.
<<Ylenia, calmati! Lo vedi che ci stanno provando?>> cercò di intervenire Abel.
Sembrava davvero impossibile calmare mio figlio.
Iniziavo a spaventarmi.
Mi scesero delle lacrime di frustrazione.
Il mio piccolino non stava bene, e io non sapevo cosa fare.
Mi sentivo in colpa per non essere in grado di confortarlo.
Klaus che era seduto sulla poltroncina, e ci osservava, poi le venne un idea e all'improvviso iniziò a rappare, facendo delle simpatiche rime.
Miracolosamente al suono della sua voce, Denis smise di piangere, e singhiozzò solamente, ascoltando il suono della voce di Klaus.
Mi asciugai le lacrime, e mi calmai anche io.
Il mio piccolino forse era stanco delle mie canzoncine della ninna nanna, e ora che stava sentendo una melodia diversa, ed si era incuriosito?
Lo presi in braccio, e mi sedi sul bracciolo del divano vicino a Klaus.
Denis sorrideva o agitava le manine, osservando il ragazzo al mio fianco.
Poi, gli occhi di Klaus si spostarono su di me, e la rima della sua canzone cambiò tema, come se si stesse riferendo a me.
Il cuore iniziò a battere forte nel petto, a tal punto che ad ogni colpo, il mio corpo tremava.
Ero in ansia per quello che sarebbe accaduto l'indomani con lui.
Non accettava il bambino di Vanessa perché lui desiderava me, nonostante i due ostacoli, Ness e Denis.
Cercai conforto osservando Ness, ma lui si era già messo a fare altro.
Finalmente, Denis si mise calmo, fin quando i suoi occhi iniziarono a chiudersi rilassandosi, cadendo in un sonno tranquillo, e così che Klaus smise di cantare.
Arrivò Vanessa, che si avvicinò a quest' ultimo sedendosi sull'altra parte del bracciolo, e dolcemente le mise un braccio sulle spalle:
<<E sempre stato bravo a rappare. Le rime sono il suo talento nascosto.>> mi confidò lei con un sorriso.
<<È davvero molto bravo.>> dissi a disagio, per lo sguardo magnetico in cui Klaus mi stava guardando, era come se mi stesse spogliando con gli occhi, e in testa mi rimbombavano ancora le sue rime.
Osservai Ness, nella speranza che mi salvasse da quel disagio, invece non fece niente.
Era possibile che nessuno avesse capito, che in realtà quella canzone era dedicata a me, e non per calmare Denis? Klaus voleva solamente fare colpo su di me, per farmi sua.
E tutto questo, sarebbe avvenuto solamente tra qualche ora.
<<Vado a metterlo a letto.>> dissi alzandomi con calma, osservando Denis tra le mie braccia, e mi allontanai da Abel e Vanessa.
Vedendomi andar via, Abel mi seguì:
<<Vengo con te.>> .
Ero scossa per quello che era accaduto, ed le ventiquattro ore ancora non erano terminate.
In silenzio Abel mi faceva strada aprendomi gentilmente le porte.
Arrivati in casa, Abel andò subito a sistemarmi il lettino di Denis, sistemando con attenzione la coperta del lettino.
Lui mi osservò mentre mettevo giù il mio piccolo, e Abel notò:
<<Stai tremando, hai freddo?>> disse togliendosi la sua larga felpa per darla a me, come un vero gentil uomo:
<<Non occorre. Non ho freddo.>> le spiegai.
Ma lui non mi ascoltò, e mise lo stesso la sua felpa sopra alle mie spalle legandomela.
Per il resto della serata, io e Abel, non sapendo cosa fare, osservammo delle vecchie foto attaccate in un album, di una vecchia coppia.
E scherzavamo, su come saremo invecchiati noi, rimanendo rinchiusi in quella casa.
Abel, era cosi divertente e simpatico, che facemmo l'una di notte.
Denis di ogni tanto, si svegliava per mangiare e poi ritornava subito a dormire.
A una certa ora, decidemmo di prepararci per andare a letto, e mentre ero in bagno a prepararmi per la notte, Abel mi chiamò agitato per qualcosa:
<<Camilla, vieni subito in camera!>>. Io sapevo già cosa stava succedendo.
Di fretta mi recai nella stanza, il mio sguardo cadde subito nel lettino di Denis, da dove provenivano due fasci di luce fiocca e bianca dai suoi occhi, perché Denis, come accadeva agli alieni, andava in una specie di standby quando si addormentava profondamente.
Sospirai di sollievo, non essendo la prima volta che accadeva:
<<E tutto normale, stai tranquillo.>> gli sorrisi, e lo vidi rilassarsi:
<<Non lo avevi detto che di notte faceva così.>>
<<Non lo fa sempre. E per non spaventarvi inutilmente evito di raccontarvi queste vicende.>> le spiegai.
Andai a coprire bene Denis e mi misi nel letto, ad osservare Abel ancora imbambolato in piedi:
<<Io sono pronta per andare a letto.>> dissi, cercando di riportarlo alla realtà.
<<Come fate tu e Ness, a stargli vicino? E davvero angosciante.>> disse:
<<Lo so. Ma alla fine e come un normale bambino.>> spiegai:
<<Hai vostri occhi.>> aggiunse lui: << Scusa, ma io non riuscirei a stargli vicino.>> mi confidò:
<<Non ci ha mai fatto del male. Prende il seno come un normale neonato, soffre di coliche come tutti i bambini.>> cercai di fargli capire:
<<Ma ha gli occhi come gli alieni, dorme in modo strano. Quando sarà grande che cosa sarà in grado di fare?>> cercò di farmi ragionare.
Stavamo discutendo?
<<Non so nemmeno se riuscirà a diventare grande.>> le risposi combattuta.
Sapevo che per i miei compagni, era difficile convivere con un probabile alieno in casa, ma non potevo farci niente, oltre a trattare Denis come un normale neonato.
<<Scusami. Io con questo non intendo dire niente. Sono solo spaventato.>> si scusò lui.
<<Tranquillo. Ti capisco. A volte mi faccio anche io le vostre stesse domande. Ma e mio figlio, non posso farci niente.>>
<<Ti dispiace se dormo sul divano? Non me la sento di dormire con te, e con... Denis che si comporta in modo strano.>>
<<No, non mi dispiace. Se ti fa stare tranquillo, vai pure.>> le dissi:
<<Ok. Allora, buona notte. Se hai bisogno di qualcosa non esitare a venirmi a svegliare.>> aggiunse prima di andarsene:
<<Certo, va bene. Grazie.>> lo salutai.
Poi mi misi a letto, ma non riuscì a dormire.
Le parole di Abel mi avevano turbata, ma quello che aveva detto era la verità.
Denis era pericoloso? Non lo sapevo, ma lo avrei scoperto man mano che fosse cresciuto, per ora lo trattavo come un normale neonato.
Quando Denis mi svegliò, proprio quando avevo iniziato a dormire bene, lo allattai.
Poi lui, non ne volle sapere di riaddormentarsi, e così mi decisi di alzarmi, anche se era presto.
In cucina a mia sorpresa, trovai Abel già svegliò, e aveva preparato la colazione.
Abel mi accolse con un sorriso, sembrava avesse riposato bene, e indossava già una tuta sportiva.
Svelto mi spostò una sedia per farmi sedere:
<<Grazie. Come mai già sveglio?>> le domandai:
<<Si dice, che fare gli esercizi di mattino presto, faccia iniziare bene la giornata.>> disse lui, come se fosse una battuta, e aggiunse:
<<Poi volevo scusarmi per ieri sera.>>.
Gli sorrisi:
<<Vai tranquillo, non mi sono offesa. Sono consapevole che Denis metta un po' di timore.>> dissi osservando il piccolino:
<<Bene, allora se lui ha già fatto colazione, Denis lo prendo io. Cosi stai un attimo tranquilla.>> Abel prese il piccolino come se stesse maneggiando una bomba che potesse esplodere da un momento all'altro.
Denis sorrise ad Abel, addolcendolo, e Abel lo sistemò seduto nel tavolo, facendomi compagnia.
Poi il ragazzo, mi parlò del suo matrimonio, di come se lo immaginava.
Era davvero felice mentre ne parlava.
E io sognai a occhi aperti insieme a lui.
Parlando lui disse una frase, che mi fece capire quanto lui amasse Ylenia:
<<Non mi importa se lei non può avere figli, io nemmeno mi sento portato a stare con i bambini.>>
A quelle sue parole, osservai Denis seduto nel tavolo, che cercava di afferrare il mento di Abel, ma non ci riusciva perché Abel si allontanava a posta per non farsi toccare, e il piccolino lo aveva preso come gioco, e rideva divertito:
<<A me sembri portato, non è da tutti fare ridere un neonato.>> le feci notare, e lui sorrise.
Ad un certo punto, Denis iniziò ad essere stanco di stare seduto nel tavolo, così Abel lo mise nel tappeto da gioco a terra. Subito Denis iniziò a giocare con i suoi giochini, e a rotolarsi.
A quel punto, Abel andò a farsi una doccia e io che avevo finito di fare colazione, sistemai la cucina e poi mi misi vicino a Denis.
Nel frattempo Abel finì di fare la doccia, e nel piano di sopra si iniziavano a sentire i rumori, segno che i compagni si erano svegliati, ed era arrivata l'ora del cambio partner.
Solo al pensiero mi venne l'agitazione.

FRAMMENTI DEL CUOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora