12.Coincidenze o vecchie conoscienze?

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Sto passeggiando in centro da un po' e devo dire che è piuttosto piacevole soprattutto grazie a questa meravigliosa aria fresca e il sole. Qui vicino ci dovrebbe essere un piccolo bar dove ho intenzione di prendere dei biscotti e del caffe da asporto.

Una volta entrata c'era una graziosa ragazza ad accogliermi. "Ciao io sono Lavinia come posso aiutarti?". Aveva super giù la mia età ed era anche molto simpatica e gentile. "Ciao vorrei quattro biscotti al cioccolato e un caffè, grazie". "Te li metto in un sacchettino o li mangi qui?". "Li maggio per strada. Comunque piacere, Victoria.". Mi sono presentata perché mi sembra giusto dato che io so il suo nome. "Oh, bè mi fa piacere servirti Victoria. Non sono molto pratica con i clienti, lavoro qui da poco." L'ha detto un po' imbarazzata, era così dolce. "Bè a me non sembra sei molto gentile e allegra e credo che questa tua positività attiri la clientela.". "Grazie mi fa piacere che non ti abbia infastidita con la mia parlantina, anche tu mi stai molto simpatica ti va di scambiarci i numeri?". Me l'ha chiesto ed io ho subito annuito, finalmente ho fatto amicizia con qualcuno in questa città. "Ecco a te i biscotti ed il caffè. Ti va di vederci sabato? Te lo chiedo ora per sabato perché è l'unico giorno oltre la domenica che non lavoro.". "Grazie e sì mi farebbe molto piacere rivederti per conoscerci meglio.". "Bene allora a venerdì buona passeggiata.". "Ciaooo". Uscita dal bar ho sprigionato tutta la mia felicità nel sapere che ho una nuova amica. Prima non avevo amici se non Mike che mi aiutava negli incontri. Eravamo migliori amici ma poi si è trasferito in Spagna, che è il suo paese di nascita, perché i suoi dovevano gestire il lavoro. O almeno così mi aveva detto. Smetto di pensarci e mando un messaggio a mio padre che stavo per tornare dato che erano le 7 di sera e sarei arrivata a casa giusto in tempo per la cena. In effetti sono stata fuori tutto il giorno ma ho girato tutta la città e ho anche trovato una palestra promettente dove potermi allenare.

Ero arrivata a casa e appena entrata sono andata da papà e l'ho abbracciato da dietro. "Ciao anche a te principessa. Com'è andata?". "Bene ho camminato tutto il giorno per la città e poi il pomeriggio ho preso qualcosa da mangiare in un bar, qui ho conosciuto Lavinia. È una ragazza molto simpatica che lavora lì, mi ha anche chiesto di uscire sabato. Credo di aver trovato un'amica.". Gli raccontai la mia giornata con tanta felicità e anche lui sorrideva. "Mi fa piacere che ti sia divertita. Hai trovato la palestra dove poterti allenare?". "Si, incomincio la prossima settimana.". "Bene, andiamo a tavola ci stanno aspettando.". Detto questo ci siamo diretti in sala da pranzo dove c'erano già tutti e io mi son seduta in mezzo ai gemelli. La tavola era già pronta e abbiamo in cominciato tutti a mangiare. "Ragazzi volevo comunicarvi che domani mattina arriveranno tutti gli altri per conoscere Victoria.". Stavo per mettermi un boccone in bocca ma la mia mano si è fermata a metà per via della notizia. Chi sono "tutti" e perché vogliono conoscermi? I miei dubbi si sono trasformati in ansia quando Ezekel disse: "Tutti proprio? Cioè intendi gli zii le zie i cugini e i nonni? TUTTII?". "So che forse è un po' presto ma non sono riusciti a trattenerli di più. Victoria stai bene?". Avevo appena scoperto di avere una stirpe e mi chiedi se sto bene?NO "Sì tutto ok solo, quanti sono?". "Hai due zii che sono i fratelli di papà, due zie, otto cugini più grandi di te e poi c'è Sofia che ha la tua stessa età.". "Wow sono tanti, fortunatamente ho anche una cugina.". Ricordo che quando avevo quattro anni, Anna, la donna che si prendeva cura di me, mi portò al parco (fu la prima e ultima volta che ci andai) e lì incontrai una bambina di nome Sofia con degli occhi blu ghiaccio e dei capelli biondi ondulati. Me la ricordo perfettamente perché fu la mia prima migliore amica. Avevamo un legame indescrivibile, come se ci conoscessimo da sempre. Chissà magari anche con questa ragazza , nonché mia cugina, leghero' così. I mie pensieri furono interrotti dalla voce di Alexander. "Com'è andata la tua giornata sorellina?". Poi raccontai a tutti quello che avevo fatto e continuammo la cena.

Ora sono in bagno e mi preparo per andare a letto. È stata una lunga ed intensa giornata, mi sono divertita molto. Mi stendo sul letto e in poco tempo cado fra le braccia di Morfeo.

LA LEGGENDA DI MORFEO

Morfeo è il Dio dei sogni della mitologia Greca. Il suo nome deriva dal greco "forma", poiché egli, nelle sue apparizioni notturne, prendeva le forme delle persone o delle cose sognate. Egli portava un mazzo di papaveri con cui sfiorava le palpebre dei dormienti, donava loro le immagini illusorie. A Morfeo non si sfugge.

La principessa è tornata Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora