Capitolo 2

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Harry guardò Ginny.

«Torno subito» le disse.

Lei annuì.

Harry seguì Neville, quasi controvoglia, era la terza volta che interrompeva una conversazione con Ginny. Doveva essere qualcosa di veramente importante, perché Neville sembrava agitato e preoccupato. I due ragazzi scesero le scale fino al secondo piano. C'era il corridoio che conduceva al bagno di Mirtilla Malcontenta. Il pavimento era allagato. L'acqua rifletteva una scritta. Harry alzò lo sguardo, sulla parete, scritta col sangue, una frase recitava:

"La Camera dei Segreti è stata aperta, temete nemici dell'erede"

«Cos'è la Camera dei Segreti?» chiese Neville.

«Non lo so» rispose Harry.

La sua mente correva. Doveva esserci lo zampino di Voldemort. Harry si tormentava, chiedendosi, se fosse Voldemort il colpevole di quell'azione. Il ragazzo non sapeva cosa pensare, i suoi genitori si erano come smaterializzati, iniziava a essere veramente preoccupato. Nessuno nella scuola, sembrava aver ancora notato la scritta. Harry sospirò. No. Non poteva essere Voldemort. Non si sarebbe mai avvicinato a Hogwarts con Silente presente nella scuola. Harry, credendo che fosse la scelta giusta, andò dal preside. Neville era andato a una lezione privata di Erbologia, con la professoressa Sprite. Non era ancora arrivato davanti alla porta del suo ufficio, quando ne uscì la professoressa McGranitt.

«Signor Potter, che ci fai qui?» chiese lei, mentre lo scrutava attentamente. I capelli erano stretti nella solita crocchia, ma sembrava sconvolta.

«Professoressa, ho bisogno di vedere il professor Silente» rispose il ragazzo.

«Oh, il professore non c'è al momento, Potter».

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