Capitolo 15

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Le torri di Hogwarts svettavano nere nel cielo tinto di rosso per l'imminente tramonto, mentre a molti metri più in basso due ragazzi si aggiravano con il Mantello dell'Invisibilità verso il secondo piano.

Harry sperava con tutto il cuore che Ginny fosse ancora viva.

In caso contrario, sarebbe stato molto difficile riferire la notizia ai signori Weasley.

Voleva fare tutto il possibile per salvarla.

Ron, al suo fianco era pallido, mentre anche quest'ultimo si aggrappava alla speranza.

Arrivarono davanti al bagno di Mirtilla Malcontenta e, chiusa la porta alle loro spalle, si tolsero il mantello ed entrarono.

I due ragazzi si guardarono intorno finché non notarono un piccolo serpente inciso in uno dei rubinetti. Harry provò ad aprirlo, ma quello non si mosse.

Un'immagine apparve nella mente di Harry: il diario di Tom Riddle.

I serpenti... Ginny, poteva essere tutto un piano di Voldemort?

Un serpente... come il serpentese.

Ormai gli era tutto chiaro: doveva trovare l'ingresso della Camera dei Segreti, sconfiggere il Basilisco e salvare Ginny. Se era ancora viva.

Anche se la speranza di trovarla ancora viva zampillava nel suo cuore, c'era anche la possibilità di arrivare troppo tardi per salvarla. S'impose di allontanare la mente da quel pensiero.

Doveva esserci un modo per arrivare alla Camera dei Segreti... a Ginny.

Il ragazzo ripensò alla scoperta di Hermione: l'enorme rettile si spostava attraverso le tubature. L'impianto della scuola doveva essere immenso. Mirtilla aveva detto di aver visto gli occhi del Basilisco proprio in quel punto. Harry tornò a fissare il serpente.

"È vivo, un serpente vero" pensò, ricordando di aver parlato in serpentese solo in presenza di un serpente in carne e ossa.

«Apriti» sibilò.

Il rubinetto, animato dall'ordine in serpentese, scattò.

Il lavandino lo seguì a ruota: scomparve alla vista e sprofondò nel pavimento. Ora nello spazio lasciato vuoto si poteva scorgere una cavità. Entrambi i ragazzi trattennero il respiro e si calarono nell'oscurità.


La discesa sembrava senza fine quando improvvisamente si ritrovarono in un luogo ancora più buio. Era un ampio spazio colmo di tenebra e di sinistri rumori dovuti all'acqua che scendeva dalle fessure fra i mattoni. Lasciarono abituare la vista a tutta quell'oscurità, riuscendo a scorgere soltanto qualcosa in lontananza.

«Lumos!» esclamarono entrambi.

Il luogo, ora, era rischiarato dalla tenue luce delle bacchette e iniziarono a guardarsi intorno. Le pareti, a stento illuminate, si manifestarono umide, nere e viscide. Il pavimento non poteva essere certo migliore dato le condizioni di quel posto, infatti era colmo d'acqua e ricoperto interamente di resti di animali. Poco più avanti qualcosa attirò la loro attenzione.

Un'enorme pelle di serpente giaceva a terra raggiungendo i sei metri di lunghezza.

Superata la pelle del Basilisco si ritrovarono davanti a una massiccia porta rotonda su cui erano scolpiti dei serpenti.

Per Harry questa volta non fu necessario immaginare che i rettili di fronte a lui fossero vivi, i serpenti avevano smeraldi incastonati nelle orbite e questo conferiva loro una strana ed inquietante scintilla di vita.

«Apriti!» esclamò con un sibilo.

La porta si spalancò di fronte a loro. Harry fu il primo a entrare, ma prima che potesse farlo anche Ron la porta si richiuse alle spalle del ragazzo. Harry provò a tirare e spingere la porta ma quella non si mosse.

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