*Cari dolcissimi lettori e lettrici*
Benvenutiii in questa nuova, nuovissima storia♡ che propongo nuovamente, qui su wattpad, dopo un breve periodo di pausa...
Sono super emozionata e gasata all'idea di presentarvi questi due nuovi protagonisti, che spero vi faranno battere forte il cuore...
Questo è soltanto il prologo della loro storia, nei prossimi giorni pubblicherò il primo capitolo.
Non vedo l'ora di sapere cosa ne pensate e soprattutto scoprire se mi seguirete anche in questa avventura...Spero di non deludere le vostre aspettative❤
Al prossimo aggiornamento,
Un bacione grandissimo ❤😘__________
La fede è la forza della vita. Se l'uomo vive, significa che in qualcosa crede. Se non credesse che bisogna vivere per qualche cosa, egli non vivrebbe. Se non vede e non capisce l'illusorietà del finito, egli crede in questo finito; se capisce l'illusorietà del finito, egli deve credere nell'infinito. Senza la fede non si può vivere.
(Lev Tolstoj)*****
Prologo
Non l'avevo mai visto prima, eppure avevo l'impressione di conoscere da sempre quel bambino dai teneri occhi color luna, non appena l'avevo incontrato in quel corridoio lungo, stretto e umido, che odorava di muffa e sapeva di lenticchie bruciate.
Era molto simile a me, dopotutto. Entrambi orfani. Entrambi in attesa che qualcuno ci prendesse con sé e ci riconoscesse come figli suoi. Entrambi in attesa di sapere cosa ci avrebbe riservato il futuro.
Si chiamava Gioele, aveva sei anni proprio come me, ma era più basso della sottoscritta, aveva corti capelli corvini, la pelle diafana, le mani ossute...e non sorrideva mai. Il suo odore, ricordava quello della salsedine, come se provenisse dal mare.
Non sapevo altro su di lui...
Se ne stava rannicchiato in un angolo, con le ginocchia strette contro al petto ed il volto rigato dalle lacrime, alla ricerca della sua mamma e del suo papà!
In silenzio, tremante come una foglia fragile scossa dal vento autunnale, instabile, pronto a cadere dai rami di quell'albero a cui s'era aggrappato per chissà quanto tempo!
"Giò, sono sicura che ti troverai bene con noi. Lavi è arrivata qui soltanto da due mesi, ma si è subito sentita a casa, adesso ti mostrerà la stanza dei giochi, non avere paura. Prendile la manina."
Maria, una dolce volontaria, era lei che ci aveva fatti incontrare. E sempre lei ci aveva suggerito di prenderci per mano, per la prima volta.
Aveva scelto me, tra tutti gli altri bambini, per aiutare quel bambino ad ambientarsi in quel posto, conosciuto da tutti come casa-famiglia, denominata come il Dono.
Perché proprio me?
Da quel momento, sapevo che non avrei più dimenticato gli occhi color chiaro di luna di quel bambino misterioso, ma non avevo provato alcuna paura, coraggiosamente avevo allungato un braccio verso di lui e l'avevo preso per mano.
In quella calda mattina di mezz'estate, le nostre piccole dita si erano incastrate tra loro per la prima volta.
Gioele non aveva opposto stranamente resistenza, si era asciugato le lacrime con il dorso della mano libera e si era alzato da terra, pronto per lasciarsi guidare da me.
Insieme, cautamente, ci eravamo avviati verso la stanza dei giochi, nella quale ad attenderci c'erano altri bambini, più o meno nella nostra stessa identica situazione. Num, era stato il primo a farsi avanti per conoscerlo, seguito da Louis, Mia, Joy...
Ma Gioele, rimasto al mio fianco, mi aveva guardato ancora una volta e non aveva smesso di tenermi per mano.
Come se avesse compreso che le nostre vite erano già legate in maniera indissolubile.
STAI LEGGENDO
Tienimi per mano
ChickLitLavinia e Gioele sono orfani, il loro primo incontro risale a molti anni fa, quando avevano solo sei anni e giocavano nella stessa casa-famiglia. Entrambi adottati da famiglie molto diverse tra loro, nel corso degli anni, Lavinia non ha mai smesso...