*Buon sabato sera*
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Se avete qualche consiglio, suggerimento per la storia, lo sapete che sono sempre pronta a leggervi <3
Al prossimo capitolo,
Un bacione grandissimo
"Calmati, calmati...tesoro!" esordì subito mia madre non appena mi vide correre come una forsennata per i corridoi asettici del pronto soccorso pediatrico.
Stava mulinando le braccia in aria, come per catturare tutta la mia attenzione nonostante la mia ansia ed agitazione: "Sta' benissimo. Ha soltanto qualche graffio e un grosso livido alla gamba."
Mi tuffai fra le sue braccia, con gli occhi lucidi di pianto: "Mi spieghi cosa è accaduto?" domandai con voce strozzata, spezzata dai battiti forsennati del cuore racchiuso nella gabbia toracica. Avevo un nodo stretto all'altezza della bocca dello stomaco, che quasi m'impediva di respirare.
"Lei e le sue amichette stavano giocando fuori casa, un auto è sbandata ed è finita sul marciapiede, ma il conducente è riuscito a tenere il controllo necessario per non far accadere il peggio!"
Trassi un profondo respiro, sentendomi all'istante decisamente più sollevata. Mi voltai istintivamente verso Gioele, che mi aveva accompagnata fino a qui, e gli sorrisi come per rassicurare anche lui, mentre tra noi, con mia grande sorpresa, si frapponeva Ironface e suo padre Antonio.
Non mi ero nemmeno accorta che fossero arrivati anche loro!
"Dov'è adesso Zara?" farfugliai con un filo di voce.
Mia madre m'indicò una stanza, con la porta semi-chiusa. Mi affacciai per scrutare al suo interno, e mi accorsi che la mia piccolina s'era addormentata su un lettino, sembrava un angioletto. Aveva un piccolo taglio su un sopracciglio, qualche escoriazione lungo le braccia, ma nel complesso il mio tesoro stava bene.
Respirai con più forza e vigore, come se avessi ritrovato la capacità di respirare.
"Ci hanno chiesto di attendere ancora un po', giusto per stare sereni e per conoscere il risultato di tutte le analisi che le hanno fatto." aggiunse la mia mamma, aggiustando e riparando con quelle parole il mio povero cuore, che finalmente aveva ripreso la sua consueta andatura.
"Si può sapere cosa ci fai qui?" chiese Martino al mio accompagnatore, con cipiglio severo. "Hai qualche legame con questa famiglia, oppure con noi? No, mi pare di no!" mise subito in chiaro. "Caro collega..." concluse, come se volesse mettere in chiaro il distacco tra loro.
Marcello si aggiunse al gruppo, e squadrò Lud...no, Gioele da cima a fondo: "Per me puoi restare, grazie per aver accompagnato qui mia figlia il prima possibile, sarei stato in pensiero se avesse dovuto guidare lei..."
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Tienimi per mano
Chick-LitLavinia e Gioele sono orfani, il loro primo incontro risale a molti anni fa, quando avevano solo sei anni e giocavano nella stessa casa-famiglia. Entrambi adottati da famiglie molto diverse tra loro, nel corso degli anni, Lavinia non ha mai smesso...