14. Mostrarsi insieme

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*Buon sabato*

In questo capitolo, scoprirete la vera e cruda realtà dei fatti...spero tanto che vi piaccia <3 conto sui vostri pareri <3 non vedo l'ora di sapere cosa ne pensate <3 

Grazie dal profondo del mio cuore per essere ancora qui, nonostante i miei ritardi, grazie perché senza di voi questa storia non andrebbe avanti <3 siete meravigliosi <3 

Al prossimo capitolo, 

Un bacione grandissimo


"Ha preso mia figlia, il suo obiettivo era questo

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"Ha preso mia figlia, il suo obiettivo era questo. È sempre stato questo!" gridai con tutte le mie forze, dopo aver compreso ogni cosa. Martino mi stava massaggiando la schiena, nel disperato tentativo di calmarmi.

Gioele mi aveva ingannata, s'era preso gioco di me! Non esisteva più quel tenero e indifeso bambino di quella casa-famiglia, ora c'era solo un traditore del suo stesso sangue, avrei dovuto capirlo, immaginarlo, tenere gli occhi aperti!

"La cosa che mi fa più rabbia è aver creduto che fosse ancora quel bambino ingenuo, quello con cui ho giocato da bambina, con cui avevo legato!" aggiunsi, tra le lacrime. "Ha persino calpestato la morte dei suoi genitori! Ma che genere di uomo è diventato? Come ho fatto a portare Zara in casa di un uomo così?"

Affondai le mani tra i capelli color prugna e scossi la testa, tirando su col naso. Ero seduta intorno a un tavolo del nuovo ristorante, precisamente quello piazzato nell'angolo più remoto. L'inaugurazione era andata a gonfie vele, s'era conclusa da poco, ma per tutto il tempo invece che godermi il momento e gioire del nuovo inizio per i miei genitori, non avevo fatto altro che ascoltare quanto avesse da dirmi Renato De Fede, il mio primo padre adottivo.

Ero una Guerra. Ero la figlia del cattivo. Ero nata da un tradimento.

Ero la figlia illegittima, quella che non sarebbe mai dovuta nascere per il bene di una coppia sposata!

"Tu hai perdonato mia madre per aver giaciuto con Vincenzo Guerra, si può sapere come hai fatto?" domandai, alzando lo sguardo per piazzarlo su quell'uomo che mi aveva allevata fino all'età di sei anni come fossi figlia sua.

"Amavo tua madre, con tutte le mie forze, con la mente e con il cuore..." rispose, con un groppo in gola, poi distolse lo sguardo. "Non è stato semplice." ammise, deglutendo a fatica e schiarendosi un po' il tono della voce. "Ma non potevo permettere a Vincenzo di distruggere il mio matrimonio..."

"Ti ha quasi ucciso in quell'incidente, tu sei l'unico sopravvissuto..." mormorai pensierosa.

"Se escludiamo anche Gioele." aggiustò lui, con gli occhi ridotti a due fessure. "Devo ammetterlo, quel ragazzo mi ha fregato e sorpreso. Antonio si fidava di lui..."

Martino fece una smorfia, ancora in piedi e al mio fianco: "Sarebbe dovuto morire anche lui in quell'incidente, ora avremmo avuto un traditore in meno!"

Tienimi per manoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora